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Al master in intelligence dell’Unical con le parole si difende la democrazia e la sicurezza

di FRANCO BARTUCCIAnche il Master sull’Intelligence all’UniCal, diretto dal prof. Mario Caligiuri, dà lustro alla festa delle donne con una lezione della prof.ssa Vera Gheno, dell’Università di Firenze, che parlando sul tema: La sociolinguistica nell’era digitale, ha evidenziato che con le parole si difende la democrazia e la sicurezza.

Per la docente dell’Università di Firenze il linguaggio svolge un ruolo fondamentale nella comprensione e nell’interpretazione della realtà.

«Le parole che usiamo per descrivere esperienze, concetti e idee – ha precisato – aiutano a costruire significati e comprensione del mondo che ci circonda”. Ha quindi proseguito sostenendo che “fin dalle prime fasi della nostra vita, le parole ci accompagnano e svolgono un ruolo cruciale nel definire la nostra identità e, di conseguenza, il nostro percorso esistenziale. L’atto di dare nome alle cose è una caratteristica distintiva dell’essere umano, consentendoci di rendere comprensibile la realtà ie di trasmettere informazioni in modo efficace».

«Ogni codice linguistico – ha precisato – è soggetto a un costante processo di evoluzione e adattamento alle mutevoli esperienze umane e alle emergenze sociali. Il legame tra linguaggio, pensiero e visione del mondo è profondamente intrecciato: la lingua delinea il confine delle nostre capacità immaginative e plasma la nostra percezione della realtà. In tale quadro, la sociolinguistica è una disciplina interdisciplinare che indaga la complessa interazione tra linguaggio, società e cultura. Si situa al crocevia di diverse discipline, tra cui linguistica, sociologia e antropologia culturale, e si pone l’obiettivo di esaminare in che modo il linguaggio rifletta e modifichi le dinamiche sociali e culturali all’interno delle diverse comunità linguistiche».

«Pertanto – per la prof. Vera Gheno – a promuovere una educazione linguistica democratica implica lo sviluppo di competenze linguistiche avanzate per affrontare l’ampio orizzonte cognitivo dell’essere umano. La scuola, tradizionalmente concentrata sulla grammatica, ortografia e coniugazione dei verbi, ha spesso trascurato domande fondamentali sull’uso del linguaggio. Tuttavia, la complessità della comunicazione umana va oltre le singole parole, coinvolgendo gesti, espressioni facciali, intonazione e altri aspetti para- e non-verbali del nostro linguaggio».

Gheno ha quindi affrontato la comunicazione online, con i suoi canali specifici e le forme di espressione limitati. Ha evidenziato che è particolarmente vulnerabile ai fraintendimenti, generando tensioni, malintesi e danni reputazionali che possono coinvolgere individui e intere comunità, anche a livello internazionale.

«La permeabilità tra il mondo online e offline ha plasmato una nuova concezione dell’esistenza, conosciuta come “onlife”, che evidenzia la fusione sempre più stretta tra la vita reale e la nostra presenza nel mondo digitale».

«Tale fusione è diventata – ha detto la prof.ssa Vera Gheno – una parte essenziale della società contemporanea “liquida”. Allora, per la docente, l’uso distorto del linguaggio può compromettere la nostra capacità di comprendere e accogliere nuove dinamiche linguistiche e sociali. L’adozione di termini più inclusivi, sia nella vita reale che online, può favorire una maggiore consapevolezza e comprensione delle esperienze e delle sfide affrontate da specifici gruppi comunitari, contribuendo a contrastare pregiudizi e discriminazioni».

Secondo la docente «c’è bisogno di un linguaggio ampio, che rappresenta un processo per definire un nuovo vocabolario che non solo rispetti, ma valorizzi la diversità, evitando di attribuirle connotazioni negative».

In tale contesto, è fondamentale 1riconoscere come la trasformazione nel tempo del concetto di “normale” – associandolo implicitamente a qualcosa di “migliore” – abbia alimentato forme di discriminazione ed emarginazione nei confronti di coloro che non rientrano negli standard sociali dominanti».

Concludendo la sua lezione la prof.ssa Vera Gheno  ha sostenuto che «l’inclusione sociale e linguistica, insieme al concetto di intersezionalità, che significa possedere una visione linguistica, culturale e sociale, deve tenere conto in contemporanea delle varie dimensioni dell’essere umano che possano dare adito a discriminazioni e marginalizzazioni, considerando che il peso della combinazione di più discriminazioni che arrivano da più direzioni è infinitamente più gravosa da sopportare delle varie discriminazioni prese singolarmente».

«Tutto questo implica un sincero impegno verso la diversità e il dialogo interculturale, superando la mera tolleranza o integrazione e riconoscendo il valore intrinseco della diversità umana». (fb)