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Praia a Mare

Allarme di Italia Nostra sulla balneazione di alcune aree a Praia a Mare

La sezione Alto Tirreno cosentino di Italia Nostra, ha lanciato l’allarme per il divieto di balneazione emesso con molto ritardo su alcune aree di Praia a Mare che richiedono un’urgente bonifica ambientale.

Secondo quanto afferma in una nota «Il comune di Praia a Mare anche se con molto ritardo ha emesso solo il 9 agosto scorso l’ordinanza n. 303 con la quale ha ordinato la collocazione dei divieti di balneazione» su alcune aree demaniali antistanti le acque marine. «Parliamo di ritardo in quanto la notifica del Decreto regionale della classificazione delle acque di balneazione su cui apporre il divieto risale al 29 aprile 2020. Sarebbe interessante capire a riguardo se l’assunzione dell’Ordinanza n. 303 sia dovuta ad un atto di resipiscenza tardiva o all’ intervento di qualche Autorità. Nel frattempo sono stati collocati unicamente sulla spiaggia libera e parrebbe solo alla sinistra della Fiumarella dei cartelli indicanti divieto di balneazione , senza l’indicazione delle misure di gestione ed altro.
«Ma la cosa che a nostro avviso costituisce una vera e propria notizia è, come abbiamo appreso dal comunicato del sindaco di Praia a Mare del 14 agosto, che una società titolare di concessione demaniale marittima ha proposto ricorso davanti al TAR contro l’ordinanza del sindaco n. 303, cioè l’ordinanza che inibisce la balneazione a circa 1500 mt di spiaggia dove sono presenti numerosi stabilimenti balneari. Il ricorrente sarà certamente uno dei titolari di questi stabilimenti balneari. Ora non possiamo non osservare che mentre numerosi operatori balneari con a capo le loro organizzazioni di categoria poco prima dell’estate sono scesi in campo con varie iniziative, ivi compresa una manifestazione pubblica per ottenere misure più favorevoli per quanto riguardava la modalità per la pulizia della spiaggia , per quanto riguarda invece le condizioni del mare e quindi la non balneabilità di un lungo tratto di mare che ha un impatto ed una rilevanza nettamente superiore, in questi anni non sono stati in grado di esercitare alcuna azione per risolvere il problema dell’inquinamento del Canale Fiumarella da cui hanno origine problemi materiali e di immagine. Questa è la strada maestra, non i ricorsi al TAR che non hanno alcuna prospettiva. Ma questa categoria ha la volontà e la forza per intraprendere tale strada o conta sulla Santa Alleanza dei sotterfugi per tenere il più possibile non trasparente tale situazione?
«Diamo un’altra informazione molto significativa e seria che non è specificata con chiarezza nell’ordinanza del Comune di Praia a Mare n. 303, ma che da essa deriva. In base alle ordinanze di divieto di balneazione allegate all’Ordinanza 303 a partire da quella dal 2015 , risulta che il lungo tratto di acque di balneazione denominato 50 mt SX Canale Fiumarella è in classe scarsa per più di 5 anni consecutivi e pertanto, a stretto rigore normativo, è diventato “permanentemente” non balneabile e su di esso andrebbe apporto un divieto non provvisorio ma permanente di balneazione. Gli altri due tratti in classe scarsa si avviano a fare la stessa fine sulla base delle attuale definizione delle stazioni di monitoraggio all’interno di ciascuna acqua di balneazione.
«È veramente incomprensibile – conclude la nota di Italia Nostra – come a distanza di anni la situazione di inquinamento dei canali Fiumarella e sotto Marlane non siano affatto migliorata a giudicare dalle analisi Arpacal e l’Ente locale sembra abbia definitivamente issato la Bandiera Bianca sulla loro bonifica. E vorremmo anche aggiungere per onere di verità che nelle stesse condizioni del Comune di Praia a Mare potrebbero stare in quanto ad acque non balneabili anche altri comuni della costa se solo i punti di prelievo dove insistono canali e fiumi fossero collocati alla stessa distanza dalla foce di quelli di Praia a Mare, invece sono ad una distanza doppia o tripla, in molti casi non giustificabili per il forte incremento negli anni della presenza turistica. Ma l’anomalia non sarebbe Praia a Mare, ma gli altri.
Se a tutto ciò si aggiunge che le condizioni generali del mare nell’Alto Tirreno Cosentino alternano momenti positivi e momenti negativi in tutti i tratti di spiaggia come abbiamo evidenziato in più occasioni chiedendo un forte impegno a tutte le istituzioni per una seria e non più rinviabile attenzione alla risorsa mare, la situazione, anche in prospettiva, non ci sembra proprio rosea».  (rcs)