L'OPERA NON POTRÀ ESSERE PRONTA PER IL 2026 PERCIÒ IL GOVERNO PENSA DI DIROTTARE LE RISORSE;
Alta Velocità ferroviaria: un'altra incompiuta per la Calabria?

ALTA VELOCITÀ, SARÀ UN’INCOMPIUTA IN
CALABRIA? A RISCHIO I FONDI DEL PNRR

di PABLO PETRASSOArriva l’ok della Commissione Ue per le opere pubbliche infrastrutturali della Zes unica Sud. Rappresentano uno dei “pezzi” della sesta rata del Pnrr (che vale in tutto 8,7 miliardi di euro) inoltrata dal Governo a Bruxelles nel mese di agosto e tornata indietro con il visto europeo poco prima di Natale. In tutto, all’Italia sono stati accordati fondi per 122 miliardi, il 60% di una dotazione complessiva di 193 miliardi di euro.

Questa rata è focalizzata sul tentativo di portare a termine opere indispensabili a migliorare la dotazione infrastrutturale del Sud e soprattutto i collegamenti tra le aree portuali e le reti stradali e ferroviarie del Paese. È la strategia dell’ultimo miglio, un passo fondamentale per consentire ai distretti produttivi di ridurre tempi e costi della logistica. Un modo per aumentare la capacità attrattiva del Mezzogiorno. C’è una scadenza da cerchiare in rosso: la prima metà del 2026. E non tanto perché queste opere siano in ritardo ma perché è collegata a un altro aspetto centrale per il futuro del Sud: l’Alta velocità ferroviaria. Vediamo perché i due obiettivi infrastrutturali sono collegati e, soprattutto in Calabria, gli sforzi per avvicinare il porto di Gioia Tauro all’Europa rischiano di essere frustrati.

Pnrr, oltre 100 milioni per il porto di Gioia Tauro

La sesta rata del Pnrr ha un capitolo importante nel cuore della Piana di Gioia Tauro. Il porto è il punto di riferimento per la quota più ampia riservata a quella che un tempo era la Zes Calabria: ci sono oltre 100 milioni di euro di investimenti per lo scalo più importante del Meridione (che è anche uno tra quelli che crescono maggiormente nel Mediterraneo). L’elenco degli interventi: l’adeguamento degli impianti ferroviari a Sibari, San Pietro a Maida, Nocera Terinese e Rosarno (57,7 milioni); il raccordo stradale sud alla rete Ten-T (10 milioni); il completamento della banchina di ponente lato nord (16,5 milioni); l’urbanizzazione dell’area industriale (10 milioni).

Insomma, Gioia Tauro sembra il cuore pulsante del progetto pensato per attrarre maggiori investimenti al Sud. Lo scalo calabrese avrebbe un ruolo chiave nella dimensione euromediterranea, visto che la rete Ten-T collegherà la Scandinavia all’Europa del Sud ed è la stessa che comprende la Sicilia e il Ponte sullo Stretto (per il quale l’Europa però ha destinato finora un finanziamento molto esiguo).

Il Governo vuole tagliare l’Alta velocità in Calabria?

Ci sono però molti condizionali e quasi tutti si concentrano sull’altra faccia della medaglia dello sviluppo del Mezzogiorno che mostra ritardi preoccupanti proprio in Calabria. L’Alta velocità che in un’ampia parte del Sud prenderà il via nel 2026, da Praia in giù è collegata a scadenze che non arriveranno prima del 2030. Tornando al porto di Gioia Tauro, se i lavori pensati per avvicinarlo all’Europa finiranno nel 2026, saranno una goccia nel mare di un’infrastruttura ferroviaria ancora lenta e vecchia. I nodi saranno adeguati ma la rete resterà obsoleta. In sostanza, il porto più importante del Sud sarà pronto ma non avrà gli strumenti per sprigionare il proprio potenziale.

Da qualche giorno c’è un altro problema all’orizzonte: il Governo, infatti, sta rivedendo la strategia complessiva sul Pnrr. Nuovo ministro, nuovi obiettivi: da quando Tommaso Foti (ex capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera) ha preso il posto di Raffaele Fitto, è partita una revisione dei progetti. L’obiettivo è quello di individuare i progetti in ritardo e reinvestire in altri ambiti per garantire la migliore attuazione del Piano. In cima alla voce “ritardi” c’è l’Alta velocità in Calabria che, come detto, non riuscirà a essere completata entro il 30 giugno 2026. Non se ne parla prima del 2030. Per il governo è un problema e, secondo quanto riportato da Repubblica, alcuni lotti dell’Av Salerno-Reggio Calabria sono in bilico e l’idea è quella di trasferire i fondi su altre opere i cui tempi di realizzazione appaiono più in linea con i desiderata europei. In Campania (e non solo) i treni ad Alta velocità inizieranno a circolare nel 2026, per i lotti calabresi se tutto andrà bene i lavori inizieranno in quella data visto che ancora si discute di quale sia il percorso migliore per i nuovi treni. Insomma, è tutto ancora sulla carta e Foti potrebbe decidere di lasciar galleggiare i progetti calabresi per trasferire altrove le risorse.

Gioia Tauro, porto all’avanguardia in una rete ferroviaria novecentesca

La prima vittima sarebbe proprio il Porto di Gioia Tauro, tagliato fuori dalle reti moderne e destinato a segnare il passo rispetto ad altri porti del Mezzogiorno che invece potranno sfruttare l’Alta velocità e formare un quadrilatero (Napoli-Battipaglia-Taranto-Bari) a performance elevate. La dead-line nell’area tra Campania, Basilicata e Puglia è fissata all’agosto 2027. Per la Calabria la tempistica è molto più fumosa e il potenziale intervento del Governo potrebbe farla slittare addirittura più in là del 2030. Gioia Tauro, con l’iniezione dei 100 milioni del Pnrr, rischierebbe di diventare il nodo sviluppato di una rete ferroviaria novecentesca: una cattedrale nel deserto con vista su un Ponte da 14 miliardi di euro. Questione di priorità: ma in questo caso le priorità suonano come una condanna per le speranze di sviluppo della Calabria. λ

[Courtesy LaCNews24]