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AmaReggio e Comitato No porta a porta: Petizione Tari, si rispetti volontà dei cittadini

Luciano Surace, di AmaReggio Movimento di azione civicaDaniele Spinola, del Comitato “No porta a porta”, hanno chiesto che, in merito alla petizione Tari ed emergenza rifiuti, venga rispettata la volontà dei cittadini.

«Con riferimento  – si legge in una nota – al diniego del presidente del consiglio comunale, Vincenzo Marra, sulla petizione “Tari ed emergenza rifiuti”, è opportuno precisare che, da subito, non si è inteso dare seguito alla richiesta legittima presentata dai cittadini, tant’è che, dopo aver fatto trascorrere ben 4 mesi nel silenzio, non ha neppure inteso incontrare i promotori dell’iniziativa popolare. Il presidente del consiglio comunale ha rigettato una richiesta dei cittadini, adducendo una scusa di puro carattere formale citata nello Statuto e nel Regolamento scritto anni addietro e che non tiene conto delle innovazioni tecnologiche di sottoscrizione né, poteva prevedere l impedimento dettato dalla emergenza Covid».

Il presidente del Consiglio comunale Marra, infatti, ha precisato che «la petizione sia da considerare inammissibile in quanto non conforme all’articolo 19, comma 3, del vigente Regolamento comunale per l’attuazione degli istituti di partecipazione popolare approvato con deliberazione del Consiglio comunale n.95 del 2016» e che «le firme dei sottoscrittori devono, infatti, essere apposte su fogli, vidimati prima del loro uso da parte del Segretario generale, di dimensione uguale a quella della carta bollata e recante, nella parte superiore di ciascuno, la dicitura “Petizione popolare al Consiglio comunale per sollecitare l’intervento in ordine…” completata dal titolo della petizione scelto dai proponenti».

«La petizione popolare – continua la nota – in cui si chiede conto dell’emergenza rifiuti e dell’abbattimento della Tari che i reggini pagano come la più alta in Italia, non è stata accolta, adducendo la mancanza della raccolta delle firme su moduli vidimati dalla segreteria generale. Ricordiamo ai notabili di Palazzo San Giorgio che la petizione popolare si è svolta con l’ apposizione della firma su piattaforma tecnologica online, che garantisce il riconoscimento dell’apposizione della firma riconducendola inequivocabilmente alla persona che sottoscrive, abbinandola al testo della petizione. Quindi forma e sostanza aderiscono perfettamente alla ratio richiesta dall’apposizione del timbro sul cartaceo».

«Tale modalità – prosegue la nota – è stato utilizzata in alternativa e per limitare, essendo in quei mesi precluso l’assembramento per il Covid. Quindi, bene dovrebbe sapere il presidente che l’utilizzo della piattaforma telematica garantisce i requisiti formali che sono alla base della disposizione regolamentare del comune e per di più garantiva il rispetto della restrizione pandemica al fine di prevenire eventuali contagi dei cittadini firmatari».

«Il nostro agire – dice ancora la nota – non è stato dettato da un errore – come il presidente del consiglio vorrebbe far apparire – ma semplicemente da un’attività precauzionale con utilizzo di un sistema di raccolta equivalente. Ma il presidente del Consiglio dovrebbe preoccuparsi, soprattutto, della rivendicazione sostanziale dei diritti lesi alla cittadinanza, penalizzata e mortificata sotto l’aspetto economico dalla Tari ed esposta, da anni, a grave rischio per la salute ed alle conseguenze di un disastro ambientale causato da tonnellate di rifiuti per le strade».

«Marra – hanno detto Surace e Spinola – non ha mai convocato neppure una seduta di consiglio per chiarire alla Città le ragioni di un disastro nella raccolta dei rifiuti e dei milioni di euro pubblici spesi senza un minimo servizio ed oggi respinge un istituto di partecipazione popolare. Insisteremo nel chiedere un incontro, sino ad oggi negato, per discutere della Tari e dei rifiuti e, nondimeno, evidenziando questa posizione di chiusura istituzionale che appare strumentale ed offensiva per una democrazia che la Costituzione italiana vuole, prima di tutto, garantire sul piano sostanziale che non può scindere dal rispetto e dalla considerazione della partecipazione popolare».

«A Reggio, sommersa dai rifiuti e nell’abbandono totale – conclude la nota – la democrazia è diventata una questione di timbri e di proclami». (rrc)