Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, ha chiesto «misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese “altrimenti i cantieri pronti per l’avvio, anche a causa della carenza di materie, resteranno sulla carta».
«I costi sono alle stelle, le produzioni rallentate e i materiali per lo più irreperibili. I cantieri sono a rischio chiusura e la situazione per le opere in corso è nei fatti fuori controllo» ha detto Perciaccante, spiegando che «insieme ai colleghi delle sezioni provinciali di Ance, Luigi Alfieri di Catanzaro, Michele Laganà di Reggio Calabria, Domenico Letizia di Vibo Valentia e Giovanni Mazzei di Crotone, stiamo monitorando la situazione. Riceviamo il grido di allarme delle nostre imprese che denunciano, in Calabria come nel resto del Paese, una situazione ormai fuori controllo, che le misure varate finora non sono state in grado di arginare».
Negli ultimi giorni, infatti, i prezzi dei materiali di costruzione, che già erano pressoché raddoppiati nell’ultimo anno, sono ulteriormente schizzati. In particolare risultano ormai praticamente irreperibili se non a costi insostenibili bitume, acciaio, alluminio e tanti altri ancora. A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.
I costruttori calabresi sostengono l’azione del presidente di Ance, Gabriele Buia, che ha chiesto un incontro urgente al Presidente Draghi, perché se non si dovesse intervenire al più presto con le contromisure necessarie come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, le imprese saranno costrette a fermarsi e chiudere i cantieri per cause a loro non imputabili.
«In assenza di misure ad hoc – ha concluso il presidente di Ance Calabria Perciaccante – nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate e di questo passo le tanto attese ricadute del Pnrr resteranno sulla carta. Siamo consapevoli della gravità del momento e delle difficoltà che il Governo sta gestendo anche sul piano internazionale per porre fine quanto prima al conflitto ucraino, ma il grido di allarme dei nostri territori non si può più ignorare e merita risposte concrete e immediate». (rcz)