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Munafò

Antonio Munafò: Sangineto ha potenzialità per diventare destinazione turistica

In una intervista rilasciata al Corriere della SeraAntonio Adalberto Munafò, di Assoturismo Confesercenti, ha parlato di Sangineto, che ha «conservato la potenzialità per diventare una destinazione turistica».

Munafò, infatti, che è stato consulente dell’Assessorato al Turismo e delle Attività Produttive della Regione Calabria, ha «sempre mostrato una grande attenzione verso questa città» e opensa che «la città sia arrivata per una serie di fattori tra essi concatenati ad un momento di svolta importante».

«Il paese di Sangineto – ha proseguito – è in uno stato di blocco assoluto da oltre 30 anni che hanno fatto si che la “Perla del turismo” calabrese e della costa tirrenica cosentina, che era all’avanguardia e che dettava legge in materia di turismo sia oggi fanalino di coda trascurata e dimenticata e superata strutturalmente di fatto da tutti gli altri paesi della costa che negli anni si sono modernamente sviluppati oltre ad essere assente da ogni rotta turistica organizzata. Vive solo di una stagione brevissima limitata ai venti giorni centrali del mese di agosto e con turisti di prossimità provenienti da Cosenza e Campania spesso di target medio basso e tendente al basso pari e consono al livello di servizi offerto in questo momento, mentre la sua vocazione e la sua tradizione raccontano una storia completamente diversa».

Munafò, inoltre, ha spiegato i motivi per cui Sangineto abbia un grande potenziale turistico: «Sangineto è la citta meno devastata e cementificata della costa e questo dona grandi speranze. Per scelte politiche nella realizzazione dei vari piani regolatori tutta la possibile nuova cubatura fu convogliata, di fatto, sui terreni e sulle proprietà delle Società riconducibili alla famiglia del compianto dott. Peppino Barbieri e degli Aragona/Giunti che detenevano la gran parte del suolo comunale imprenditorialmente ereditato dalla baronia Giunti e che con la costruzione dell’Hotel 5 Stelle e delle Costellazioni avevano avviato un importante fase di sviluppo turistico di grande livello».

«Dopo la scomparsa del dott. Barbieri – ha aggiunto – ed il progressivo declino economico del suo impero nessuno dei progetti avviati è stato portato a compimento e quindi di fatto chi poteva determinare lo sviluppo perché in possesso delle aree e della cubatura non lo ha fatto e chi avrebbe potuto farlo non disponendo di aree e cubatura non ha potuto farlo tanto è che nessun investitore si è mai potuto avvicinare alla realtà di Sangineto».

«Questo assoluto immobilismo – ha detto ancora – oggi può diventare la nuova fortuna di Sangineto. A causa delle note problematiche economiche e giudiziarie in cui si è sfortunatamente imbattuto il gruppo Barbieri sembra che si stia andando verso nuovi scenari che potrebbero determinare un nuovo impulso imprenditoriale.

Per Munafò, «il principale gap che oggi Sangineto conosce è di carattere strutturale. Deve ripartire l’imprenditoria privata dando la possibilità a chi ha voglia, possibilità e capacità di fare di poter realizzare i propri progetti, tuttavia è necessario che l’Ente Pubblico metta mano alle infrastrutture che si trovano in una situazione devastata e devastante. Gli operatori economici, i commercianti, gli imprenditori del luogo sono la vera colonna portante della città e andrebbe eretto loro un monumento per non avere mai mollato e per aver, tutt’oggi, tenuto a galla una città che senza la loro iniziativa ed inventiva sarebbe definitivamente affondata».

«È necessario – ha detto ancora – che la realtà Sangineto si faccia trovare pronta con idee e progetti cantierabili poiché stanno arrivando i fondi del recovery plan, che per il turismo calabrese saranno ingenti e rappresentano l’unica ed anche ultima soluzione possibile attraverso la quale colmare l’enorme deficit strutturale di Sangineto». (rcs)