La Commissione Europea si è espressa in merito all’autonomia differenziata, sottolineando come «le proposte per aumentare l’autonomia regionale rischiano di aumentare la complessità del quadro fiscale».
Lo ha riferito l’Ansa, riportando il testo del report sull’Italia: «la legge richiede che questa riforma sia neutrale dal punto di vista del bilancio pubblico. Tuttavia, senza risorse aggiuntive, potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni storicamente a bassa spesa, anche per la mancanza di un meccanismo perequativo».
Nel complesso, ricorda l’Europa, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di mettere a repentaglio «la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica».
Immediata la risposta del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli: «Per una volta tanto apprezzo le parole del commissario europeo Gentiloni, che ha dichiarato di non voler “dare pagelle né entrare nel dibattito politico italiano”, tagliando corto nel rispondere ad una domanda sull’autonomia, citata in poche righe nel lunghissimo report stilato dai funzionari della Commissione europea sull’Italia».
«Si tratta di un mero documento di lavoro dello staff della Commissione – ha spiegato – di ben 86 pagine su tutto il possibile della nostra finanza pubblica, che contiene pochi accenni a presunti ipotetici rischi che l’autonomia differenziata potrebbe provocare in termini di aumento delle disparità e tenuta dei conti pubblici. Tale “Country report”, quello dedicato all’Italia, che peraltro risulta non solo sprovvisto di approfondimenti e analisi ma completamente basato su mere ipotesi relative agli effetti dell’autonomia differenziata».
«Piuttosto che ascoltare qualche anonimo burocrate – ha continuato – preferisco rifarmi alle dichiarazioni dello stesso commissario Gentiloni. Non a caso, le raccomandazioni ufficiali riferite all’Italia, poi adottate dalla Commissione, non recepiscono le presunte preoccupazioni contenute nel documento di lavoro e non contengono alcun riferimento all’autonomia differenziata.
Al contrario, richiedono un rafforzamento dei livelli subnazionali, anche al fine dell’utilizzazione delle risorse del Pnrr, del tutto in linea con gli obiettivi del disegno di legge sull’autonomia differenziata».
«Per quanto mi riguarda – ha detto ancora – resto sereno e convinto della bontà di questa riforma nell’interesse del Paese e dei cittadini.
Del resto sarebbe sufficiente leggere il testo del disegno di legge per capire che non c’è alcuna intenzione di acuire le disparità tra i territori ma anzi colmare quel divario che il centralismo ha accentuato in questi anni».
«Da parte mia c’è la ferma volontà di portare a compimento questo percorso una sfida di trasparenza e responsabilità per rispetto dei cittadini che ne hanno pieno diritto», ha detto Calderoli, motivato anche dal recente sondaggio di YouTrend, da cui è emerso che l’autonomia differenziata è la riforma istituzionale più apprezzata dai cittadini.
Dal sondaggio, infatti, è emerso come un italiano su due, il 50%, è convinto che l’autonomia differenziata sia una riforma utile, uno su sei, il 17%, non ha ancora una opinione a riguardo, solo uno su tre, il 33%, si ritiene contrario.
«Un dato interessante – ha commentato Calderoli – che mi spingerà a girare per l’Italia, in ogni Regione, per spiegare ai cittadini l’importanza di questa riforma che porterà vantaggi per tutti, con più servizi erogati, più qualità e meno costi e sprechi. Voglio provare a convincere quel 17% di indecisi e poi anche quel 33% di contrari: perché l’autonomia è una riforma che serve a tutti». (rrm)