Usb Calabria ha scritto una lettera alla garante della Salute regionale, Anna Maria Stanganelli, in merito alle gravi problematiche legate al blocco dei ricoveri dei pazienti psichiatrici a Reggio Calabria.
Quello che chiede il sindacato è un intervento per «la salvaguardia di un servizio fondamentale e necessario a garantire la dignità di esseri umani alle persone affette da disturbi psichiatrici».
«La cronaca reggina negli ultimi giorni – viene spiegato nella missiva, inviata per conoscenza anche al commissario ad acta, Roberto Occhiuto – è stata scossa dagli ennesimi drammi familiari di chi è costretto ad affrontare il disagio psichiatrico all’interno delle mura domestiche. Stiamo parlando delle due madri che, nella città di Reggio Calabria e in quella di Polistena, hanno rischiato di riportare conseguenze gravissime, se non letali, a causa delle crisi violente dei propri figli malati».
«Non sono, purtroppo – continua la lettera – i primi casi e non saranno certamente gli ultimi fin quando perdurerà nell’area della Città Metropolitana di Reggio Calabria quel nefasto blocco dei ricoveri nelle strutture psichiatriche che va avanti addirittura dal 2015».
«Il servizio residenziale psichiatrico a Reggio Calabria – viene spiegato – dopo la chiusura del manicomio cittadino agli inizi degli anni ‘90, è stato gestito direttamente dall’ASP insieme a delle cooperative sociali, cui sono stati affidati il servizio alberghiero e quello di riabilitazione. L’evoluzione normativa ha reso ben presto però questa forma di gestione superata, tanto è che già dal 2008 si sarebbe dovuto definire il percorso di definitivo accreditamento delle strutture. Ma dal 2008 ad oggi ben poco è stato fatto, nonostante un tavolo tecnico che, appunto nel 2015, aveva tracciato un percorso, poi rimasto disatteso, per consentire l’accreditamento delle cooperative. Lasciando così le strutture e i lavoratori in un clima di eterna incertezza e portando al blocco dei ricoveri, con le gravi conseguenze che si sono generate per i pazienti psichiatrici, per le loro famiglie e per l’intera collettività».
«In un periodo storico in cui, purtroppo, la stessa Oms segnala l’aumento costante del numero di persone affette da disturbi psichiatrici – si legge – la Calabria registra fra i suo tristi primati anche quello della minore spesa e dei minori servizi per l’assistenza psichiatrica. Il caso delle strutture psichiatriche reggine diventa perciò emblematico per evidenziare l’attenzione quasi nulla rispetto ai lavoratori del settore, tra i quali molti da oltre trent’anni impegnati, tra mille difficoltà, in un lavoro così delicato, ma soprattutto rispetto ai pazienti stessi e ai familiari di persone con disagio mentale, spesso costretti a ricorrere alle cure domestiche per l’impossibilità di un semplice ricovero». (rrc)