C’è spazio per una formazione politica alternativa, non legata direttamente ai partiti, per le prossime elezioni regionali in Calabria? A guardare i numeri la risposta è positiva. Per questo motivo, in un’accaldata domenica settembrina, in una Reggio in piena “Festa di Madonna” l’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera, sfidando l’abituale perplessità degli appuntamenti politici di domenica, ha presentato ufficialmente il movimento La Calabria che vogliamo e ha lanciato la sua candidatura a governatore. Alle elezioni regionali del 23 novembre 2014 votò soltanto il 44,07 % dei calabresi aventi diritto al voto: questo significa che se solo si riesce a intercettare la metà degli astenuti si arriva alle percentuali che portarono alla vittoria Mario Oliverio, ovvero il 61,41% del 44,07 dei votanti, ovvero il 27,06 % effettivo dei suffragi disponibili.
La Calabria che vogliamo – che aveva esordito in una interessante due giorni di dibattiti a Reggio lo scorso giugno e con una giornata in Senato dedicata alla reputazione della Calabria – si affaccia come movimento con l’idea di riunire i delusi della politica, gli imprenditori, gli uomini e le donne del fare, stanchi della partitocrazia imperante e desiderosi di mettersi al servizio della regione, con un’idea centrale che merita la massima attenzione: occorre spendere ogni sforzo per “ricostruire” la cosiddetta reputation. La reputazione che la Calabria tiene alta a livello di turismo e di luogo da preferire come meta di viaggio, precipita nell’ambito degli investimenti e del lavoro.
«Come si fa ad attrarre investimenti – ha detto Nucera a Calabria.Live – se non si offre un’immagine di legalità, di “pulizia”, di affidabilità della nostra terra? Possiamo offrire capannoni chiavi in mano a zero costi, gli industriali del Nord non vengono, sono scettici, hanno paura, hanno soprattutto pregiudizi e riserve che derivano dalla scarsa reputazione che la Calabria attualmente offre agli investitori. Serve lavorare moltissimo su questo piano, ma si può riuscire a far superare i pregiudizi: basta mostrare la capacità, l’onestà, la voglia di intraprendere, di tantissimi calabresi che sono uomini e donne di successo in ogni parte del mondo, nelle istituzioni, nell’impresa, nella cultura, nella scienza. L’orgoglio dei calabresi è il migliore testimonial per dare un’immagine positiva della Calabria e della sua gente».
Per questa ragione l’ex presidente degli industriali reggini ha deciso di scendere in campo mettendosi alla guida di un nuovo movimento e di una classe dirigente che nulla ha a che fare con i disastri del passato e che «pretende di prendere parte alla guida della Regione. A inizio ottobre – ha detto Nucera all’incontro presso l’Università Mediterranea – presenteremo il nostro programma e la nostra squadra, con i quali, cari calabresi, vi chiediamo fiducia per un vero cambiamento. Abbiamo messo in piedi questa piattaforma perché intendiamo da imprenditori contribuire in un modo diverso a fare uscire la nostra regione dalla grave crisi in cui si trova».
Nella sua prolusione Nucera ha rivelato il suo rammarico di calabrese: «Il nostro territorio è abbandonato. Noi non ci identifichiamo con nessun schieramento, siamo uomini del fare e pensiamo che la Calabria abbia le risorse in sé necessarie per rinascere ma per farlo serve una classe dirigente nuova. Ci sono troppi politicanti e pochi politici. Oltre il 55% dei calabresi non è andato a votare nelle ultime elezioni, per questo serve gente onesta e capace per recuperare la loro fiducia – ha affermato Nucera –. Io da presidente di Confindustria ho parlato ai giovani nelle università per dire: formatevi, ma tornate a casa. Voi siete la linfa che potrà dare futuro alla nostra regione. La prima cosa che faremo se saremo alla guida di questa regione è un assessorato alla reputazione perché sono preoccupato del futuro della mia terra».
Tra i diversi interventi, da segnalare l’acuta analisi dell’economista Maurizio Nicolai: «La dicotomia Nord e Sud è sempre esistita, ma non si supera pensando solo alle infrastrutture, come ha detto qualche giorno fa il presidente Conte, perché manca la domanda, vorrei capire per esempio cosa si vorrà fare sulle aree interne dove manca la manutenzione. Abbiamo l’occasione per reagire con civiltà, con democrazia, con il voto. Non possiamo più sentirci i figli poveri di un mondo che cammina. È ora di dire basta, interrompendo la finta meritocrazia dei soliti noti in nome di una assoluta trasparenza. È questa che serve per rinnovare davvero la classe dirigente della Regione e per potersi occupare seriamente della gente di Calabria, delle sue aspettative, delle sue esigenze.
Un contributo è venuto anche dall’ex senatore Renato Meduri: «Non aderisco, ma seguo con attenzione l’impegno di questo movimento. Sono qui per ascoltare con grande interesse, in appoggio ad un amico con il quale ho condiviso tante battaglie, sempre al servizio della gente e delle città. Il progetto che Nucera porta avanti è un generoso tentativo di rivolta a logiche antiche di dipendenza ai più potenti, che non hanno giovato alla nostra regione».
Dal canto suo, Antonino Gioffrè, sindaco di Cosoleto (Rc), in veste di amministratore locale, ha evidenziato che «In questa terra si ragiona a compartimenti stagni. C’è tanto da fare, ma la Calabria è una scatola vuota, manca un interlocutore politico in Regione. C’è bisogno di una reazione, quindi ben venga questo movimento, affinché sia un contributo o, ancora meglio, una guida per il nostro territorio».
A chiudere, l’intervento di Mauro Alvisi, presidente Medita Hub e Registro europeo reputazione: «Questa politica non guarda in faccia la gente per questo serve un nuovo paradigma che io ho chiamato “concuranza”, una conoscenza territoriale diretta, ma soprattutto occorre intelligenza collettiva, che è figlia della concuranza. La reputazione è invece figlia di una narrazione che continuiamo a dare di noi al mondo, per questo dobbiamo ribellarci al racconto negativo che fanno della nostra terra».
Tanti gli interventi di calabresi di successo, imprenditori all’estero, esempi di crescita e di un messaggio positivo che hanno voluto lasciare ai presenti. Tra questi Michelangelo La Luna, docente d’italiano alla University of Rhode Island negli Usa. (rrc)