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Mons. Francesco Savino vescovo di Cassano allo Ionio

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Mons. Francesco Savino scrive alle Istituzioni della Diocesi

Mons. Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano allo Ionio, ha scritto alle Istituzioni Politiche della Diocesi.

«Anche a Natale, come a Pasqua – ha scritto il vescovo – mi trovo costretto a rinunciare al nostro appuntamento abituale e a far giungere “a distanza” i miei auguri natalizi a tutti voi, alle vostre famiglie e alle vostre comunità. La seconda ondata pandemica del Covid-19 ha ulteriormente generato in noi incertezze e paure, cui si aggiungono emergenze sanitarie congiunte a quelle economiche-finanziarie, per non parlare, poi, dell’emergenza educativa a causa della chiusura delle scuole, nonostante l’impegno e la responsabilità profusi dai dirigenti e dagli insegnanti per non far mancare sia pure a livello digitale l’offerta formativa».

«Anche noi – ha proseguito Mons. Savino – come Chiesa siamo chiamati a ripensare a nuove forme di evangelizzazione e di presenza accanto e in mezzo alla gente. Con molta onestà dobbiamo dirci, al di là delle responsabilità istituzionali e non e di ciascun cittadino, che il Coronavirus ha destabilizzato tutto, e ha messo in crisi soprattutto modelli di sviluppo fondati sulla ipertrofia dell’“io” o di un “noi” prigioniero in una lobby.  Per questo Natale vorrei assegnarvi un piccolo compito, che riprendo dalle parole di José Tolentino Mendonça: reimparate il significato del sabato e della domenica. Fermate i vostri orologi e ricominciate a vivere l’adesso della vita che non sarà mai uguale al prima o al dopo. Prendere sul serio la politica significa affermare il dovere dell’uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell’umanità, con pazienza e senza disperazione».

«La politica – ha proseguito – è una materia fragile e potente da rispettare sempre. Come vocazione e impegno. La politica deve profumare di umano, deve ricercare i talenti e valorizzarli, deve costruire ponti e non innalzare muri, deve favorire e costruire la e sulla “convivialità delle differenze” di cui parlava don Tonino Bello. Oggi, più che mai, soprattutto i credenti, devono accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine sempre più largo dell’errore costantemente in agguato. Ripensare ad una politica che, come diceva La Pira, dopo l’unione con Dio, è l’attività religiosa più alta». (rcs)