Questo pomeriggio, a Castrovillari, alle 19.00, presso la Sala Consiliare, in scena, in prima nazionale, lo spettacolo The speaking machine. Giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi di Victoria Szpunberg.
Lo spettacolo, della Compagnia Ragli, è con la regia di Rosario Mastrota e con Dalila Cozzolino, Antonio Monsellato, Antonio Tintis.
Siamo in un futuro incerto: giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi. Una donna lavora come macchina parlante, un cane umano dà piacere e un padrone di casa attende una promozione. È un triangolo con più di tre punti. È la storia di una relazione basata sul potere, la dipendenza e, perché no, l’amore.
Una storia crudele e romantica dove macchine ed emozioni si fondono in una spirale di eventi alle frontiere dell’esistenza. Sembrano dei perfetti modelli di quell’alienazione che ci ha mostrato Kafka, questi personaggi, in preda all’angoscia esistenziale che si trasforma in brutalità verso se stessi e verso gli altri. Ognuno di noi ha un modo proprio di rappresentare la solitudine, di viverla e di immaginarla.
Esiste dunque una solitudine diversa per ciascuno. Protesi nel ricercare all’esterno i significati delle cose, non ci si rende più conto di quanto ci si allontani da sé. Non ci si sente più realmente da soli eppure, specchiandosi realmente, ognuno si vedrebbe diviso. Comportamenti ed oggetti uguali per tutti illudono di poterci far raggiungere l’individualismo ma in realtà inceppano la libertà, ci rendono “macchine”. Si resta sempre da soli. The Speaking Machine combina un mondo grottesco e poetico con una routine quotidiana molto specifica. Esiste la felicità nella solitudine? (rcs)