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Il filo rosso

CATANZARO – Il progetto “Il Filo invisibile” dell’Associazione RaGi

Si chiama Il filo invisibile il progetto promosso dall’Associazione RaGi per le Demenze, che prevede piccoli Gruppi di Aiuto Muto Aiuto e incontri, di supporto psicologico ed emotivo gratuiti e online, per contrastare l’isolamento delle famiglie, curati dalla psicologa dell’età senile Erika Colombo.

«Si tratta – ha spiegato la Colombo – di uno spazio pensato appositamente per tutte le famiglie che avranno la possibilità di incontrare altri caregiver e condividere con loro e tra di loro le fatiche nascoste dietro al lavoro di cura. Uno spazio in cui si potranno incontrare persone che vedranno nelle stesse parole, un aiuto, un conforto, perché tutti si scopriranno a dover vivere e condividere le stesse esperienze. Sarà un’occasione per incontrare persone, famiglie, che si sentono sole, isolate nel proprio dolore e, narrare questo grande dolore, permetterà di alleggerirne, almeno in parte, il carico. Perché quando il disagio resta dentro chi lo prova, si trasforma in rabbia, in aggressività e questo porta ad un circolo vizioso formato da rabbia, sensi di colpa e vergogna».

«Questa – ha aggiunto – sarà anche un’occasione per stringere nuovi legami, condividere strategie, trovare insieme soluzioni pratiche. I gruppi saranno piccoli, in modo che ciascuno possa sentirsi a proprio agio e non in mezzo ad una platea».

Il primo passo che le famiglie dovranno fare sarà contattare il numero +39 342 120 7053, ed effettuare un primo colloquio con la psicologa Erika Colombo. Dopo di che saranno formati tanti piccoli gruppi di Auto Mutuo Aiuto che saranno svolti on line su piattaforma Zoom. 

«Siamo soddisfatti del progetto Il Filo Invisibile – ha dichiarato la presidente della RaGi, Elena Sodano – perché ci dà la possibilità di raggiungere quante più famiglie possibili con uno strumento come la piattaforma Zoom che nonostante la sua virtualità, riesce a creare un’atmosfera protetta e confortevole».

«La dott.ssa Colombo – ha aggiunto – ha già ricevuto telefonate da familiari sparsi in tutta Italia e questo ci consente di organizzare i primi gruppi di Auto Mutuo Aiuto, una metodologia lodevole per contrastare il grande dolore che la cura di una persona con demenza comporta. La serenità spesso è avere a disposizione un filo a cui appendere il dolore della propria anima». (rcz)