Il consigliere comunale Danilo Sergi, ha replicato alla nota del consigliere Eugenio Riccio.
«Per una intera giornata il buon consigliere Eugenio Riccio – ha detto –, invece di provare ad occuparsi dei problemi di una città che ha contribuito a distruggere, ha girato per i corridoi di Palazzo De Nobili alla ricerca di qualche collega consigliere comunale disposto a firmare una nota stampa con lui».
«Isolato dalla sua parte politica e alla ricerca di una nuova identità ha, quindi – ha aggiunto – deciso nuovamente di uscire sulla stampa da solo ma senza avere il coraggio di firmare una nota con il suo nome e cognome e lo ha fatto con la sigla Alleanza per Catanzaro. Non è la prima volta che Riccio vince la solitudine delle sue offensive note stampa ricorrendo a questo stratagemma che qualcosa nasconde ma molto rivela sulla auto-consapevolezza che l’opinione pubblica ha di lui».
«Uno schema vecchio e già conosciuto – ha proseguito – tipico di un professionista della politica come lui considerando la sua lunga “carriera” a Palazzo De Nobili ed alla presidenza della Commissione Lavori Pubblici ed Ambiente. Forse il consigliere Riccio, abituale funambolo della politica, le segnalazioni ed i solleciti li usava nel passato contro la sua amministrazione comunale per altre non note ragioni a differenza di quanto fatto da me con spirito propositivo che ho rilanciato quanto emerso nei lavori consiliari e ho richiesto degli interventi di competenza a una società partecipata del Comune e solo dopo essersi confrontato con il Settore Ambiente. In verità non ricordo attività di manutenzioni, prevenzione o pianificazione con Riccio protagonista, nonostante sia stato per almeno un decennio “assessore ombra” dei settori Gestione del Territorio e Lavori Pubblici».
«Questa amministrazione – ha concluso – invece lo prova a fare quotidianamente tra le mille difficoltà in un territorio abbandonato e con un ente lasciato privo di risorse e con pesanti ipoteche sul presente. Ad avere problemi di apprendimento non è chi ha appena iniziato ma chi, pur bocciato, continua nel perseguire un’attività lunga 20 anni senza aver prodotto mai alcun vantaggio per la comunità». (rcz)