Un successo straordinario, da standing ovation, al Teatro Politeama di Catanzaro, per lo spettacolo Since She di Dimitris Papaioannou per il TanzTheater Wuppertal Pina Bausch, premiere italiana per il cartellone 2019 di Armonie d’Arte Festival, ideato e diretto da Chiara Giordano.
Religioso silenzio per un’ora e mezza di spettacolo per cui si faticano a trovare i superlativi più che gli aggettivi. Citazioni empatiche, rispetto del paradigma originale e slanci futuristici, prodezze individuali e movimenti corali sono stati cesellati in maniera quasi chirurgica da Papaioannou, il cui mercuriale estro ha saputo rispettare la pesantissima eredità di Pina senza tuttavia restarne intrappolato, coniugando il vuoto di un’assenza incolmabile con una serie di arditi proponimenti, che hanno rivelato ad una platea sognante quanto di imperituro resterà a disposizione nel futuro delle arti combinate, nel segno inconfondibile della Bausch.
Da quando lei o meglio (quasi) nessuno dopo. Con Since She, Papaioannou ha ricostruito sulla scena un cosmo parallelo, con le sue leggi e le sue dinamiche, dove ogni dettaglio, come i lunghi e setosi capelli delle danzatrici, diventano elementi significativi dei quadri scenici che si compongono e si scompongono sul palcoscenico.
Appena pochi minuti dopo l’inizio dello spettacolo, con il progressivo abbassarsi delle luci, il pubblico, arrivato da tutta Italia e anche oltre, è catturato magneticamente, come risucchiato in una dimensione terza, scandita da musica, silenzio, rumori prodotti di scena. In Since She tutto è danza, tutto è significante, tutto è teatro.
L’immaginazione potente, visionaria di Papaioannou omaggia Pina Bausch con alcuni chiari riferimenti, forgia anche un autonomo universo di rimandi, di quadri coesistenti con un effetto poetico, sconvolgente, ammutolente. Anche la sensualità più struggente ed enigmatica diventa respiro e sembra attraversare tutta la narrazione, mentre la lentezza straniante si alterna a improvvisi vortici come se il vento letteralmente infuriasse sulla scena.
Corpi che si materializzano e che si smaterializzano come prodigi, e si abbandona ogni tentazione didascalica per questo linguaggio spiazzante, irrituale, ma potente e diretto: puro incanto.
Al termine della serata, nel foyer del teatro, Chiara Giordano ha poi consegnato a Papaioannou un’opera realizzata appositamente dal Maestro orafo Michele Affidato.
«Una superba prima serata – ha commentato Chiara Giordano – che rende Catanzaro capitale europea culturale, che ho fortemente voluto per rilanciare, proprio dal cuore di quel mediterraneo fucina del futuro durante la sua storia antica, una rinnovata capacità di guardare alla creatività e al sistema valoriale culturale e artistico contemporaneo, segnando quindi, per il Festival, un definitivo e nuovo percorso». (rcz)