COSENZA – Protocollo d’intesa tra Comune e Misericordia per attività di Protezione civile

«Con la stipula del protocollo d’intesa tra il Comune e l’associazione Misericordia di Cosenza si potenziano ed implementano le procedure operative e di intervento volte a fronteggiare una qualsiasi o diversificata calamità che si può verificare sul nostro territorio». Lo afferma l’assessore alla Protezione Civile Veronica Buffone che ha presenziato alla firma della convenzione insieme al presidente della Commissione Consiliare per la Protezione Civile, Chiara Penna, al governatore ed al responsabile della protezione civile della Misericordia di Cosenza rispettivamente Luigi Solbaro e Luigi Napoli.

«Con il sindaco Franz Caruso – prosegue l’assessore Veronica Buffone – ho condiviso sin dal nostro insediamento la necessità di dare a Cosenza, accelerandone le procedure, il Piano di Protezione Civile aggiornato e condiviso per fronteggiare le emergenze, cosa che abbiamo fatto nello scorso mese di giugno allorquando è stato approvato in Consiglio Comunale. Oggi proseguiamo rafforzando complessivamente il nostro sistema di protezione civile con il coinvolgimento di un’associazione che, affiliata alla Confederazione Nazionale delle Misericordie, opera per prestare assistenza e aiuto alla persona con particolare attenzione al trasporto sanitario, alla protezione civile, appunto, ed all’assistenza sociale. In particolare, a seguito del Protocollo d’Intesa la Misericordia di Cosenza opererà anche e soprattutto a supporto delle Utmc (Unità tecniche mobili comunali) che abbiamo istituito con apposita delibera di Giunta nei mesi scorsi dando attuazione alla DGR del 2017 sul sistema di allertamento regionale per il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico in Calabria. Daremo, così, corso ad un’osservazione attenta del territorio comunale che fa da riferimento ad un contesto molto più vasto e complesso, oltre che fronteggiare eventuali e non auspicabili emergenze con l’ausilio di volontari formati ed attrezzati».

«Con la convenzione firmata – conclude l’assessore Buffone – daremo, inoltre, impulso anche ad un’attività di informazione alla popolazione che con il sindaco Franz Caruso riteniamo fondamentale per addivenire ad un’adeguata capacità di risposta del sistema di Protezione civile e una conseguente riduzione del rischio legato agli eventi calamitosi».

Diverse le attività previste dal protocollo d’Intesa a cui sono chiamati i volontari della Misericordia di Cosenza, tra cui le principali sono: supporto logistico al Settore Protezione Civile comunale con utilizzo di mezzi idonei; identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, nel preannuncio, nel monitoraggio, nella sorveglianza e nella vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi in collaborazione con le Utmc; monitoraggio e vigilanza meteorologica diretta ad informare di eventuali rischi e calibrare gli interventi conseguenti; prevenzione nelle operazioni necessarie ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad eventi di vario genere, esplicate attraverso l’allertamento, la delimitazione e la segnalazione delle aree a rischio; informazione alla popolazione per la conoscenza della protezione civile nonché per la diffusione della cultura della prevenzione; azioni di prevenzione finalizzate a monitorare costantemente le situazioni a rischio e di intervento in caso di situazioni emergenziali ambientali con reperibilità H24 tutti i giorni, compresi giorni festivi, pre-festivi e domenicali, anche nelle ore notturne e presenza in tempi celeri in caso di chiamata. (rcs)

RENDE (CS) – Si presenta il progetto “A casa il cuore della Comunità”

Domani mattina, a Rende, alle 11, nella Sala Stampa dell’Università della Calabria, sarà presentato il progetto A casa il cuore della comunità dell’Associazione Conimieiocchi, consistente in laboratori di teatro sociale rivolti ai ragazzi dei quartieri popolari di Rende e Cosenza.

In continuità con i progetti realizzati negli ultimi due anni con le donne della Casa Circondariale di Castrovillari, l’iniziativa è rivolta ai minorenni di alcuni quartieri popolari dell’area urbana di Rende e Cosenza.

Il progetto nasce, infatti, dal bisogno emerso durante momenti di osservazione e monitoraggio dei laboratori teatrali svolti nella Casa Circondariale di Castrovillari – sezione femminile. Il tema più caro alle detenute era la relazione con i propri figli e l’impossibilità ad avere un contatto costante con loro. Scaturiva da ciò una complessa moltitudine emozionale, che grazie al teatro ha trovato la strada della trasformazione e consapevolezza. Da ciò ConimieiOcchi ha iniziato ad interrogarsi sulla necessità di lavorare con quei minori coinvolti in processi emotivi e sociali non facili da elaborare, in contesti urbani marginali, fuori dalle mura carcerarie.

L’obiettivo di “A casa il cuore della comunità” è quello di creare uno spazio di sperimentazione sociale e artistico, per sviluppare il senso di comunità e consapevolezza personale e collettiva, attraverso diversi laboratori creativi, distinti e complementari. Ovvero, il laboratorio di teatro con ragazze e ragazzi “Alla scoperta del tesoro della nostra comunità” che si configura come un piccolo viaggio di scoperta partendo dalla creazione del gruppo, il gioco, lo spazio magico del teatro, la ricerca delle storie, la scrittura creativa al fine di realizzare una performance finale da condividere con la comunità. Il “laboratorio di teatro sociale dedicato ai genitori”, finalizzato ad aprire uno spazio creativo e riflessivo sulle dinamiche genitoriali, attraverso il gioco, tecniche di teatro sociale, consapevolezza del sé e momenti di condivisione collettiva. E ancora, il laboratorio di espressione musicale con ragazze e ragazzi dal titolo Come suona il mondo intorno?, un’esperienza di scoperta dei luoghi e delle storie che animano la comunità, attraverso l’esplorazione dei suoni, degli elementi naturali, degli strumenti musicali e della voce.

Qui la guida sarà rappresentata da giochi esplorativi e di ascolto e infine sarà creata un’orchestra narrante che racconterà il quartiere e la comunità attraverso la musica. E, infine, il laboratorio video Racconto il mio quartiere con ragazze e ragazzi, percorso di avvicinamento alle tecniche multimediali per la realizzazione di piccoli video individuali e/o collettivi.

Le attività partiranno nel mese di gennaio prossimo nel cuore del quartiere Villaggio Europa di Rende, in stretta collaborazione con “La Casa dei diritti sociali”, e con Arci-Cosenza Aps, Centro Women’s Studies Università della Calabria, Polo Universitario Penitenziario-Università della Calabria, Auser di Rende.  “A casa il cuore della comunità” è co-finanziato dall’otto per mille della Chiesa Valdese.

Durante la conferenza stampa di martedì verrà presentato anche il documentario del progetto “A casa: il ritorno a noi”, regia di Antonio Cuda, con la partecipazione delle donne della sezione femminile di Castrovillari e un gruppo di donne dell’Auser di Rende. (rcs)

 

COSENZA – Terza stagione di corse per la Kos Running Asd

La Kos Running Asd, società sportiva di Cosenza, ha iniziato con grande entusiasmo la sua terza stagione di corse. Ciò che era iniziato come una scommessa tra pochi amici si è trasformato in una squadra di quaranta appassionati di corsa, che si allenano nello stadio di Cosenza e su viale Parco.

Ciò che rende la Kos Running così speciale è il fatto che i suoi membri non sono professionisti, ma persone comuni che corrono per diletto. In un’epoca in cui la corsa è spesso associata al lavoro e alle competizioni, trovare un gruppo di persone che si riunisce per correre per puro divertimento sembra quasi la trama di un film di fantascienza.

Carmine Spizzirri, il presidente della squadra, ha dichiarato con orgoglio che la Kos Running ha partecipato a diverse gare podistiche in Calabria e persino in Spagna. Per tutti i componenti della squadra lo sport è sinonimo di divertimento e di momenti di aggregazione. In occasione della celebrazione della fine del secondo anno di attività, Spizzirri ha annunciato che la squadra si appresta a iniziare il terzo anno con tanti progetti e numerose partecipazioni a gare in tutto il mondo e chiunque voglia unirsi alla squadra è il benvenuto.

La Kos Running è diventata un punto di riferimento per gli amanti della corsa a Cosenza e non solo. La passione per questo sport unisce giovani e meno giovani, creando un ambiente di condivisione e supporto reciproco. Ogni membro della squadra ha la possibilità di migliorare le proprie prestazioni e di partecipare a gare sia a livello locale che internazionale.

La terza stagione di corse della Kos Running si preannuncia quindi come un’esperienza emozionante e ricca di sfide. I membri della squadra sono pronti a mettersi alla prova e a dimostrare il loro impegno e la loro determinazione. La corsa, oltre ad essere un’attività fisica, diventa un modo per superare i propri limiti e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.

La Kos Running dimostra che la corsa può essere molto più di una semplice attività sportiva. È un modo per creare legami, divertirsi e scoprire nuovi luoghi e culture. La passione per la corsa unisce persone provenienti da diverse esperienze di vita, creando un ambiente inclusivo e stimolante.

La terza stagione di corse del “Brankos” si preannuncia come un successo. La squadra è pronta a mettersi in gioco e a dimostrare il proprio valore. La corsa, oltre ad essere un’attività fisica, diventa un modo per condividere momenti di gioia e di sfida insieme. La Kos Running è un esempio di come lo sport possa unire le persone e creare un senso di appartenenza e di realizzazione personale. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Presentato “Il pozzo oscuro” di Anna De Vincenti

di ANNA MARIA VENTURA – Nella Biblioteca Gullo, a Macchia di Casal Del manco, il 14 Dicembre, si è tenuta la “Conversazione” sul libro di Anna De Vincenti Il Pozzo Oscuro. Il lavoro tra filosofia e antropologia, Falco, Cosenza, 2016, che ha dato modo di trattare il tema «Il lavoro che c’è e il lavoro che non c’è«. A discutere con l’autrice ed il pubblico sono intervenuti il Prof. Romeo Bufalo, già Docente di Estetica presso l’Unical, il Sindacalista Massimo Covello, il Politico e Avvocato Giuseppe Giudiceandrea. Presenti le rappresentanti dell’ “Associazione Donne e Diritti” di San Giovanni in Fiore. Preziosa la presenza del Vicesindaco Arsenia De Donato, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, che ha espresso parole di encomio verso l’ iniziativa culturale In Biblioteca non solo per leggere – Conversazioni a Macchia. Ad accogliere il pubblico lo storico Peppino Curcio, che, porgendo i saluti iniziali, ha dato inizio ai lavori.

Il libro della De Vincenti è denso di pensiero, ricco di studi e conoscenze che afferiscono al mondo della filosofia, dell’antropologia, della sociologia, senza difettare dell’attenzione al quadro storico, specialmente contemporaneo.

L’autrice vanta una lunga carriera di insegnante di Storia e Filosofia nei licei, ha collaborato con l’Unical nell’ambito della didattica della filosofia, ha ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Sfi Calabria e negli anni è stata coordinatrice di diverse fasi delle Olimpiadi della filosofia, da quella cittadina fino a quella internazionale. Si interessa di Filosofia del lavoro, Filosofia di genere e di Inter-cultura. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni. Intellettuale raffinata, ha fatto della cultura la sua abitudine di vita e della filosofia e. quindi, dell’amore per il sapere, secondo l’etimo della parola, il suo pane quotidiano. Ma la cosa che più le appartiene è la capacità di trasmettere agli altri le perle del suo sapere. I suoi interventi in convegni, conferenze e dibattiti, che si svolgono nell’ampio panorama culturale del nostro territorio, sono apprezzati per la ricchezza di contenuti e di idee, per la profondità delle riflessioni e per la chiarezza e immediatezza del linguaggio, mediante il quale riesce a far comprendere anche i concetti più difficili. Dice di sè «Ragazza del secolo scorso, ho il desiderio di voler piantare un ulivo per vederlo fiorire anche se non con i miei occhi, perché la vita è un intreccio di tante vite. Il mio orgoglio più grande sono i miei tre splendidi nipoti».

Il pozzo oscuro, titolo del libro, oggetto del dibattito presso la Biblioteca Gullo, fa riferimento all’aneddoto, di cui parla Platone nel Teeteto, della caduta del protofilosofo Talete in un pozzo mentre camminava intento ad osservare le stelle. Il fatto suscitò il riso della servetta tracia che assistette all’evento e. da allora. il filosofo è diventato sinonimo di superficialità ed astrattezza, indicando chi non si occupa delle cose concrete e terrene di ‘questo mondo’, che gli stanno davanti agli occhi, ma contempla cose di un altro mondo. Ma le cose, verosimilmente, stanno in modo diverso. Come sostiene autorevolmente Hans Georg Gadamer, Talete non cadde nel pozzo, ma vi si calò per osservare meglio, protetto dall’oscurità, gli astri, ossia le cose che, ad occhio nudo, con le interferenze proprie del mondo sensibile, non si vedono, ma che tuttavia stanno a fondamento proprio della concretezza delle vicende e dei fenomeni di cui è intessuta la nostra vita quotidiana. Anche l’autrice, con questo libro, si è voluta calare nel pozzo oscuro e secco della riflessione filosofico-antropologica per proiettare più lontano l’occhio teoretico e vedere di più e meglio, al fine di far luce su quello che chiama l’enigma misterioso del lavoro.

E del lavoro, come cifra essenziale dell’umano. tratta la De Vincenti in questo libro, soffermandosi sui molteplici profili sotto i quali può essere indagata questa sfera centrale della vita dell’uomo: da quello filosofico e antropologico a quello economico e giuridico-politico, da quello sociologico a quello psicologico.
Il libro, la cui presentazione è stata scritta da Francesco Totaro, di cui riprende e sviluppa molte posizioni, ruota intorno all’idea che il lavoro è una dimensione fondamentale per la definizione dell’identità individuale e collettiva dell’uomo. Una dimensione in cui la componente “operosa”, quella che rinvia all’érgon, all’opus del mondo antico, riscatta quella ‘penosa’, defatigante, che rinvia invece al pónos, al labor, che ne rimarca l’aspetto servile e fa del lavoro una prestazione umiliante. E tuttavia, ammonisce De Vincenti, non bisogna neanche sovraccaricare la nozione di lavoro fino a farle assumere una valenza onnicomprensiva. Bisogna sempre riconoscere l’eccellenza della persona rispetto al lavoro. La persona è sempre più del lavoro, il lavoro è solo una parte della persona, se pur importante e necessaria. L’equilibrio è dato dalla sintesi nell’umano del contemplare e dell’agire, oltre che del lavorare. Per dirla con Hannah Arendt, la “vita activa” è inestricabilmente fusa con la “vita contemplativa”.

“In una prospettiva filosoficamente ampia, sotto la quale l’autrice sviluppa la sua indagine, il lavoro è umano, definisce cioè l’uomo, se, come dice Carlo Sini, genera un ‘resto’, ossia qualcosa di non immediatamente spendibile o consumabile nell’immediatezza del produrre, ma si conserva per la sua disponibilità ad essere impiegato in futuro in casi simili.

Non ogni movimento ed erogazione di energia fisica da parte di un ‘meccanismo’ o di un organismo animale è “lavoro”. Il lavoro non è, cioè, puro “dispendio”, dissipazione e consumo senza remunerazione e reintegro. Tant’è vero che gli animali non lavorano (nonostante le api, le formiche o i castori facciano impallidire molti architetti ed ingegneri); e non lavorano neanche gli umani la cui attività non realizzi un trasferimento di qualcosa in qualcos’altro. Questo mi sembra il punto teoreticamente cruciale del libro. Perché è il luogo in cui si profila la nascita del “lavoro” come coincidente, grosso modo, con la nascita dell’umano. Uomo e lavoro sono, cioè, cooriginari. Come ha sostenuto, a suo tempo, Jurij Davidov (Il lavoro e la libertà, Torino, 1966) è stato il lavoro come riorganizzazione sensata delle attività operative orientate ad uno scopo a segnare il passaggio dall’animale non-umano all’uomo. In altri termini, il lavoro si insedia nella vita teoretica e nella prassi storico-naturale dell’uomo quando, come sostiene André Leroi-Gourhan, circa un milione di anni fa, i nostri antenati, sulla base di reiterate esperienze ripetitive che essi ogni volta riaffrontavano come se fosse la prima, ‘intuirono’ che potevano costruire uno strumento non impiegabile direttamente per un uso immediato, ma che potesse servire, indirettamente, per azioni future. Scoprirono, cioè, che potevano approntare strumenti per costruire altri strumenti. È la nascita del pensiero riflessivo. Che è anche un modo per sottrarsi alla rigidità meccanica della natura, ossia al mondo della necessità, e guadagnare un margine di ‘operatività’ che è, ad un tempo, un margine di libertà”. (Dalla recensione di Romeo Bufalo, Quotidiano del Sud, 13 Gennaio 2018).

Spazio viene dato poi nel libro alla concezione di Karl Marx, secondo il quale il lavoro è quell’intervento consapevole nel mondo che trasforma l’animale umano-naturale in animale umano-sociale; e che fa di ogni umano un soggetto libero. Soprattutto, attraverso il lavoro l’uomo non solo produce i mezzi della propria esistenza (o sussistenza), ma riproduce se stesso. Di per sé il lavoro non è un male. È il carattere capitalistico tipico della produzione industriale moderna a provocare la disumanizzazione dell’uomo, la sua dipendenza da un lavoro che egli percepisce come non suo, come un’attività in cui non si realizza la sua essenza umana.

«Il lavoro non è più il luogo del riconoscimento di sé, ma dell’alienazione e della reificazione. Perché capitale e lavoro sono separati e contrapposti nella sfera della produzione. La divisione sociale del lavoro fa il resto nel processo di riduzione del proletario moderno allo stato servile. Da questo punto di vista, liberare l’uomo non significa allora liberarsi dal lavoro e del lavoro, sbarazzarsi di esso come di un ingombro fastidioso, ma significa liberarsi del carattere capitalistico del lavoro per restituirgli quella dimensione poietica che ancora aveva quando il lavoro era attività artigianale, in cui il fare era unito al saper-fare». (Dalla recensione di Romeo Bufalo, Quotidiano del Sud, 13 Gennaio 2018).

Dunque: che fare? Come far coesistere necessità e libertà, costrizione e piacere? Già in Marx, scrive l’autrice riprendendo e sviluppando le posizioni di Ferruccio Andolfi, necessità e libertà, nel lavoro, non stanno in una opposizione radicale e irriducibile, ma giungono ad un dignitoso compromesso, nel senso che la liberazione del lavoro deve coesistere con il superamento della sua centralità quasi assoluta. Il lavoro è un aspetto essenziale delle nostre ‘forme di vita’. Ma la vita è più che lavoro.

Oggi i problemi sono tanti. La profonda riorganizzazione del lavoro nell’epoca del globalismo, riducendo significativamente la centralità del lavoro, ha lasciato il posto ad una incertezza di progettualità crescente, ad un vuoto che va riempito, soprattutto in relazione ai soggetti più deboli, agli anziani e alle donne.
La lettura del libro suggerisce ulteriori riflessioni. Abbiamo bisogno di lavoro, è vero, ma, a mio avviso, soprattutto abbiamo bisogno di lavoro dignitoso. Il lavoro è indispensabile ma ancora di più lo è «sentirsi utili e perfino indispensabili», come scriveva Simon Weil, questo è un vero «bisogno vitale dell’anima» di cui è deprivato non solo il disoccupato, ma anche chi si trova intrappolato in un lavoro socialmente inutile o perfino dannoso.

Siamo una civiltà alla ricerca di senso, anche nel lavoro, forse soprattutto nel lavoro, dobbiamo trovare un senso.

Nel sua interpretazione del mito di Sisifo, condannato da Zeus a far rotolare un macigno, dalla base fin sulla cima di una montagna, per poi, una volta raggiunta la cima, vedere la pietra precipitare nuovamente giù, pronta per essere issata nuovamente verso la vetta, Albert Camus fa notare che la pena vera non è tanto legata alla fatica e allo sforzo a cui Sisifo è costretto, neanche alla ripetitività del gesto, ma piuttosto all’assurdità del compito cui Sisifo è condannato, alla sua totale inutilità, alla sua mancanza di senso.

Altro spunto di riflessione che dà il libro è sulle condizioni materiali per il benessere dei lavoratori, che sono ancora di là dall’essere soddisfatte: la sicurezza, un giusto compenso, la piena rappresentanza, la stabilità, la previdenza. Ma sono dell’avviso che le rivendicazioni rispetto a questi temi possano acquistare ancora più forza e ragione se inserite nell’ambito di una lotta collettiva volta alla rivendicazione di un lavoro degno, significativo, utile e sensato. C’è qualcosa di malato in un sistema economico e sociale che non riconosce questo punto. Vale la pena battersi per il lavoro degno e sensato, per un lavoro che non è primariamente merce di scambio in un mercato come un altro, ma una via di umanizzazione, di realizzazione, di crescita individuale e collettiva.

L’apprezzamento sociale è infatti fondamentale, perché è in gran parte attraverso di esso che la persona costruisce la sua autostima. Cosa è, se non il lavoro, ciò che ci lega alla realtà, che ci dà il senso dell’identità personale («sono un insegnante, un fabbro, un medico»), che conferisce valore alle nostre capacità, alla nostra appartenenza sociale? E’ per questo che, in una parola, il lavoro dà la dignità. Sentirsi capaci di fare qualcosa che gli altri apprezzano riempie di significato la propria vita, permette alla persona di avere considerazione di sé e induce a mettere in atto dei comportamenti responsabili, misurati, equilibrati.
Purtroppo i dati sull’occupazione in Italia mettono in luce un fatto assai preoccupante: circa un quarto della popolazione giovanile del nostro Paese non trova lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno.

Il quadro ci deve interrogare su quanto la nostra società, le nostre istituzioni, le nostre comunità investano per dare prospettive di presente e di futuro ai giovani. Essi pagano anche il conto di un modello culturale che non promuove a sufficienza la formazione, fatica ad accompagnarli nei passi decisivi della vita e non riesce a offrire motivi di speranza. Conosciamo molto bene l’impatto sulla vita ordinaria di tale situazione: vengono rimandate le scelte di vita e si rimuove dall’orizzonte futuro la generazione di figli. La crisi demografica in corso nel nostro Paese aggrava la situazione. I giovani diventano sempre più marginali. Le giovani donne conoscono un ulteriore peggioramento delle opportunità lavorative e sociali. Preoccupa anche il numero elevato di giovani che lasciano il nostro Sud, le Isole e le aree interne per cercare fortuna nelle aree metropolitane del Nord Italia o che addirittura abbandonano per sempre la terra di origine. Si avverte la fatica di far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, per cui molte professionalità non trovano accoglienza.

Nessuno ha ricette definitive in tasca, nemmeno l’autrice di questo importante libro Il pozzo oscuro., oggetto della “Conversazione” presso la Biblioteca Gullo. «Ma non c’è dubbio – conclude Romeo Bufalo nel suo intervento – che la via prospettata da Anna De Vincenti (e da Totaro, da De Masi, da Rifkin, da Sennet, ecc.), ossia quella di sfruttare le enormi potenzialità della tecnologia da un lato e di immettere forme di creatività intelligente nella prassi del lavoro, rappresenti la direzione giusta o, perlomeno, una delle direzioni giuste, per evitare il collasso e costruire un nuovo e più umano ordine sociale». (rcs)

CAMIGLIATELLO (CS) – Venerdì 22 dicembre riapre la “Casa di Babbo Natale”

Dal 22 dicembre riapre la “Casa di Babbo Natale” A Camigliatello Silano. Si svolgerà l’inaugurazione dell’evento dedicato a “Il Villaggio di Babbo Natale ed Epifania” con iniziative e attività tematiche sul magico Natale, in cui i veri protagonisti saranno i bambini e le loro famiglie. Presso la chiesa dei santi Roberto e Biagio di Camigliatello Silano. L’obiettivo è quello di consentire ai bimbi di incontrarsi e divertirsi in un luogo suggestivo, trascorrendo del tempo insieme in attività ricreative gratuite a cui potranno liberamente partecipare. Insieme a tutto questo, dei mercatini con prodotti realizzati a mano dedicati al Natale e tante altre iniziative dedicate anche ai più golosi con giornate a tema.

All’interno della chiesa dei santi Roberto e Biagio è stato allestito un bellissima natività a grandezza naturale. Il tutto e stato voluto dal parroco Raffaele Di Donna con il consiglio pastorale e la collaborazione dell’ artista Francesca Altimari

Si parte – come detto – il 20 dicembre e si continuerà fino al 7 gennaio con un programma ricco di iniziative rivolte ai più piccoli ma con uno sguardo anche ai grandi. Si inizia il pomeriggio dalle ore 16:00 alle 19:00 con l’apertura della casa di babbo natale. Il tutto si terrà presso la parrocchia di Camigliatello Silano. La giornata del 24 sarà dedicata alla musica tipica del Natale, con canti popolari, e poi vi aspetterà lui, Babbo Natale, nella sua casa per ascoltare i più piccoli con le loro richieste. Il 25 dicembre, Babbo Natale sarà nella sua bella casa per riposarsi insieme agli elfi dopo le fatiche della notte.

Le attività proseguiranno il 30 dicembre con Pacem in terris concerto corale in chiesa alle ore 17 e poi anche il 6 gennaio Soul kiss gospel sempre in chiesa. Invece in villaggio di Babbo Natale continuerà fino al 4 gennaio poi, ospite della casetta, anche la Befana che rimarrà fino al 7 gennaio. L’iniziativa è promossa dal parroco Raffaele Di Donna insieme al consiglio pastorale con il patrocinio del Comune di Spezzano della Sila. Un’evento da non perdere a Camigliatello Silano. (rcs)

ALTOMONTE (CS) – Giovedì 21 dicembre verrà presentato il libro “Sangue del mio sangue”

Il prossimo 21 dicembre, la Sala Consiliare di Altomonte ospiterà la presentazione del libro “Sangue del mio Sangue”. Scritto a quattro mani da Sergio Caruso, criminologo e direttore scientifico del Master di Criminologia della Calabria, e Fabrizia Arcuri, giornalista e testimone diretta degli eventi, offre un’analisi approfondita e umana della strage di Buonvicino, considerata il più grande Family Mass Murder avvenuto in Italia.

La strage del 19 novembre 1996 ha lasciato un’orribile eredità: 6 bare, tra cui una bambina di 11 anni, 2 caricatori da 15, 23 colpi sparati dalla pistola d’ordinanza, 14 ore di terrore, e la vita sospesa di due bambini. I media hanno descritto la strage in maniera diretta, forte e agghiacciante. Questo racconto è stato custodito nel silenzio per anni, come una testimonianza orale caratteristica delle piccole comunità. Dopo 25 anni, uno dei due superstiti, che allora aveva 3 anni, rompe il silenzio attraverso il libro: «innocenza defraudata degli affetti più cari, sfregiata dalla memoria di quelle immagini difficile da rimuovere nonostante la tenera età».

La serata, sostenuta dal patrocinio del comune, vedrà il coinvolgimento delle istituzioni locali. I saluti istituzionali saranno affidati a Francesco Provenzano, vicesindaco, e ad Emilia Romeo, assessora ai Servizi Sociali. Il dialogo con gli autori sarà arricchito dalla partecipazione di Don Francesco Faillace, delegato regionale pastorale penitenziaria. La conclusione dell’evento sarà curata da Sabrina Mannarino, consigliera regionale, che offrirà prospettive e riflessioni basate sul dibattito emergente. La presentazione, infatti, non è solo un’esposizione del libro, ma solleva interrogativi essenziali, coinvolgendo attivamente istituzioni e personalità, richiamando alla prevenzione di tragedie simili e alla lotta contro la violenza di genere.

Il testo esplora due prospettive complementari: una scientifica, che analizza approfonditamente il fenomeno dei “Family Mass Murder” attraverso concetti specialistici e rigorosi; l’altra, più intima e toccante, condivide le esperienze delle “vittime secondarie”. Quest’ultima offre una visione umana e dolorosamente personale, spesso trascurata, permettendo di comprendere il lato emotivo e intimo di questa tragica vicenda. (rcs)

PRAIA A MARE (CS) – Giovedì si presenta la sede Parco Marino Riviera dei Cedri

Giovedì 21 dicembre, a Praia a Mare, alle 11, al Palazzo delle Esposizioni, sarà presentata la sede operativa del Parco Marina Riviera dei Cedri, per proteggere e valorizzare una delle aree marine più rappresentative e di pregio dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e biologico della Calabria.

L’iniziativa è degli Ente Parchi Marini Regionali Calabria, con il sostegno della Regione Calabria e del Comune di Praia a Mare.

I saluti istituzionali saranno affidati al sindaco della località Bandiera Blu della Fee, Antonino De Lorenzo. Seguiranno gli interventi di Raffaele Greco, commissario Ente Parchi Marini Regionali Calabria, Salvatore Siviglia, direttore del dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, Domenico Droghini, presidente del consiglio con delega all’Ambiente del Comune di Praia a Mare, Paolo D’Ambrosio, ricercatore della sede calabrese della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Michele Lenti, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo della Guardia Costiera di Maratea, Ugo Vetere, presidente del Gal Riviera dei Cedri, e Arturo Valicenti, direttore del Parco Nazionale del Pollino. La moderazione degli interventi è affidata al giornalista Andrea Polizzo.

«La sede del Parco Marino Riviera dei Cedri è un passo importante, ulteriore, verso la conservazione e valorizzazione dei grandi attrattori paesaggistici di un territorio molto vasto, che da Praia a Mare si spinge verso sud fino ad Acquappesa», ha commentato De Lorenzo.

L’area tutelata, istituita con la Legge Regionale n. 9/2008, interessa infatti parte dei comuni di Praia a Mare, Diamante e Acquappesa. Nel dettaglio, ricomprende Isola di Dino e Isola di Cirella, uniche due isole calabresi, rispettivamente appartenenti ai comuni di Praia a Mare e Diamante, i relativi fondali e lo Scoglio della Regina di Acquappesa.

L’area del parco è inoltre interessata da 4 Zone Speciali di Conservazione (Zsc) istituite dalla Direttiva Habitat della Comunità economica europea: Fondali marini dell’Isola di Dino-Capo Scalea (Codice Sito Natura 2000 IT9310034);Fondali marini dell’Isola Cirella-Diamante (Codice Sito Natura 2000 IT9310037); Isola di Dino (Codice Sito Natura 2000 IT9310035); Isola di Cirella (Codice Sito Natura 2000 IT9310036).

Oltre al pregio paesaggistico, questi luoghi hanno un indiscusso valore naturalistico, accertato da prestigiosi studi sulla presenza di specie botaniche come Primula palinuri, Dianthus rupicola, Chamaerops Humilis (palma nana), Posidonia oceanica, e animali quali Falco peregrinus.

«La sede operativa che trova posto negli spazi del Palazzo delle Esposizioni – ha aggiunto De Lorenzo – sarà realmente un presidio per la valorizzazione di tanta straordinaria bellezza. È il risultato di un impegno posto in essere con la Regione Calabria e in particolare con il commissario Greco».

«Questo luogo – ha proseguito il primo cittadino – deve essere inteso come punto di promozione aperto a tutte le realtà del territorio: dal mare alla montagna, dalla cultura fino all’enogastronomia, passando per l’offerta degli sport outdoor, dell’intrattenimento e dello spettacolo per tutta la Riviera dei Cedri e dell’entroterra». (rcs)

Santa Maria del Cedro pronta a celebrare i profumi e i sapori della Calabria

Il Comune di Santa Maria del Cedro, in collaborazione con la Pro Loco e l’associazione Fare Calabria, ha organizzato un evento per celebrare i profumi e i sapori unici della Calabria, dal titolo: “Santa Maria del Cedro nei profumi e nei sapori della Calabria Straordinaria”. Grazie al contributo della Regione Calabria e del Gal Riviera dei Cedri, il programma si sviluppa su due intense giornate, immergendo i partecipanti in un’esperienza multisensoriale che celebra il vino, il pane, l’olio e l’archeologia.

La prima giornata, denominata “Il Borgo diVino”, avrà luogo nel suggestivo centro storico di Santa Maria del Cedro (Cs). Sabato 16 dicembre alle ore 17:30, nel prestigioso palazzo “Franco Galiano”, si terrà un convegno dal titolo “Vino è Calabria”, con illustri relatori che offriranno una panoramica approfondita sul legame tra la Calabria e il suo vino. Tra gli intervenuti, spiccano personalità come Ugo Vetere, sindaco di Santa Maria del Cedro e presidente del Gal Riviera dei Cedri; Franca Mancuso, presidente della Pro Loco; Luigi Salsini, presidente dell’associazione Fare Calabria; Antonello Grosso La Valle, presidente di Unpli Cosenza; Gennaro Convertini, presidente dell’enoteca regionale “Casa dei vini di Calabria” e Silvia Sivini del Centro Studi Sviluppo Rurale Università della Calabria. Il convegno sarà moderato dalla giornalista Pierina Ferraguto.

A seguire, si svolgerà la sottoscrizione e la consegna dei decreti di concessione a valere sulla Misura 6.2.1 Terza Edizione, del Gal Riviera dei Cedri.

La serata culminerà con l’apertura degli stand di degustazione in piazza “Casale” a partire dalle ore 20:00, dove sarà possibile assaporare i vini della provincia di Cosenza e i prodotti delle aziende locali. Alle 21:00, si esibiranno il Biagio Accardi Trio e, successivamente, la Francesco Gullo Folk Band. L’evento sarà onorato dalla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo.

La seconda giornata, domenica 17 dicembre, intitolata “Pane, Olio e Archeologia”, si svolgerà nel suggestivo Parco Archeologico di Laos a Marcellina. A partire dalle 10:00, saranno organizzate visite guidate condotte dall’archeologa Maria Eva Benvenuto.

Il programma prevede interessanti interventi di Ugo Vetere, sindaco di Santa Maria del Cedro; Domenico Amoroso, direttore del Gal Riviera dei Cedri; Giuseppe Perri, direttore del Consorzio di tutela dell’Olio di Calabria Igp; Mario Reda, agronomo; Enzo Monaco, presidente dell’Accademia del Peperoncino e Guglielmo Gigliotti, enogastronomo.

Dopo gli interventi, i partecipanti potranno assaporare l’olio e il pane della Calabria e le degustazioni dello chef Vincenzo Grisolia (Vigrì). Una giornata che unisce la ricchezza del patrimonio archeologico con i sapori autentici della tradizione culinaria calabrese.

L’evento “Santa Maria del Cedro nei profumi e nei sapori della Calabria Straordinaria” promette di essere un’occasione unica per immergersi nella cultura, nella storia e nelle delizie gastronomiche della Calabria, celebrando il territorio e la sua straordinaria ricchezza. (rcs)

ROCCA IMPERIALE (CS) – Centrodestra alla ricerca del candidato sindaco

Le forze politiche di Forza Italia e Fratelli d’Italia di Rocca Imperiale si sono riunite in un incontro dedicato alle prossime Elezioni Amministrative del 2024 per discutere sulle sfide e le opportunità per il futuro che verrà. Durante l’incontro, coordinato da Giovanni Gallo per Forza Italia e Giovanni La Sala per Fratelli d’Italia, i presenti delle diverse componenti del Centrodestra hanno condiviso idee e proposte concrete su temi cruciali in ambito sociale, economico, culturale senza tralasciare aspetti relativi alla macroarea territoriale come turismo, sanità e servizi pubblici in generale. La convergenza di opinioni è stata evidente sottolineando l’importanza di un approccio unito per affrontare le sfide attuali.

«L’incontro – riferiscono Gallo e La Sala – ha rappresentato un momento significativo di dialogo e collaborazione tra le forze politiche di Centrodestra, dimostrando un impegno concreto nel lavorare uniti per il bene del paese».

Al termine è stato indetto un pubblico incontro per domenica 17 dicembre alle ore 17 presso la sala ricevimenti Parsifal «per presentare le linee generali programmatiche ed affrontare il profilo del candidato sindaco a cui affidare la guida del prossimo mandato amministrativo». (rcs)

VACCARIZZO (CS) – Fattorie didattiche, Pomillo: «Giusta direzione Regione»

Esattamente come già avviene con inconfutabile successo in tante regioni del centro nord del Paese, anche in Calabria si può ed anzi si deve investire nella diffusione sempre più capillare delle fattorie didattiche e nella loro interconnessione con il mondo della Scuola a tutti i livelli e con la domanda di turismo familiare. Strumento pedagogico fondamentale per la riappropriazione culturale del proprio patrimonio identitario, agroalimentare e zootecnico esse rappresentano infatti una delle leve più importanti e durature di sviluppo economico ecosostenibile dei territori.

«Per queste ragioni – sottolinea il sindaco Antonio Pomillo – ci complimentiamo con l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo per la dotazione di circa 6 milioni di euro per l’ampliamento dei servizi a favore di agriturismi e fattorie didattiche e sociali messa in campo dalla Regione Calabria».

«È questa la direzione giusta, perché investe ed insiste – aggiunge – sul valore culturale e sulla risorsa umana, sul patrimonio immateriale e sulle nuove generazioni e, soprattutto, sulle aree interne che rappresentano l’80% del territorio regionale».

«Ogni realtà aziendale – prosegue il primo cittadino – ha un vissuto ed una tradizione da poter raccontare alle nuove generazioni. E farlo, portando i banchi di scuola tra le terre tra ulivi e agrumi, nelle stalle dove vivono le caratteristiche podoliche, nei laboratori caseari, nei frantoi, in mezzo alle capre, alle pecore e alle galline, non soltanto stimola conoscenza e consapevolezza identitaria ed anche educazione alimentare ma disvela concrete prospettive professionali, di start up imprenditoriali e di crescita qualitativa nella propria terra a tanti giovani già pronti ad emigrare a prescindere altrove».

«È per tutte queste ragioni – scandisce il sindaco – che anche e soprattutto le fattorie didattiche possono diventare antidoti efficacissimi contro lo spopolamento e l’oicofobia diffusa in quanti, nel pubblico e nel privato, continuano a non vedere le straordinarie opportunità di crescita e benessere della nostra terra e nel ritorno manageriale ad essa». (rcs)