San Ferdinando riabbraccia il suo Santo Patrono restaurato

L’effige di San Ferdinando Re, patrono della città di San Ferdinando, è tornata nella sua Parrocchia.

La sacra effige ottocentesca, risalente al 1851 e attribuibile alla scuola napoletana di metà Ottocento, è stata restaurata dopo aver subìto un danno significativo a seguito di una caduta che aveva provocato la frattura del basamento.

In seguito a un’accurata ispezione da parte dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Oppido-Palmi, il restauro è stato affidato alla ditta Desta di Catanzaro, sotto la guida della dott.ssa Anna Arcudi. Dopo l’approvazione del progetto da parte della Commissione di Arte Sacra della Diocesi, del Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Alberti e della Soprintendenza, la statua è stata trasferita nei laboratori specializzati di Catanzaro.

La procedura  del restauro diretta dall’ing. Paolo Martino, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi con l’alta sorveglianza scientifica  della dottoressa Daniela Vinci per la Soprintendenza ha richiesto un impegno straordinario a causa delle condizioni critiche della scultura.

L’intervento ha riguardato il risanamento del legno, aggredito da insetti xilofagi, la ricostruzione del basamento e delle porzioni mancanti della corona, oltre alla rimozione di numerosi strati di ridipinture incoerenti che avevano alterato l’aspetto originale dell’opera. Grazie a un meticoloso lavoro di pulitura e reintegrazione pittorica, è stato possibile restituire alla statua i colori autentici voluti dall’artista, rispettando così la sua creatività e la profonda devozione del popolo di San Ferdinando.

Oltre ai trattamenti strutturali e di consolidamento, la statua è stata sottoposta a un processo di disinfestazione mediante trattamento anossico, fondamentale per garantirne la conservazione nel tempo. L’operazione ha richiesto pazienza e dedizione, ma ha permesso di preservare e tramandare alle future generazioni un’opera d’arte che rappresenta un pilastro della fede e della tradizione locale.

Il rientro della statua in Parrocchia è stato celebrato con una solenne cerimonia presieduta dal Parroco Don Domenico Rizzi che ha visto una grande partecipazione di fedeli. Presenti i sacerdoti Don Salvatore Giovinazzo, Don Federico Arfuso e i Sacerdoti Guanelliani, i quali hanno accompagnato con la preghiera questo momento di grande significato per la comunità. Don Domenico Loiacono, Arcidiacono della Concattedrale di Palmi, ha inviato il proprio saluto, mentre S.E. Mons. Alberti ha fatto giungere la sua benedizione.

Il sindaco di San Ferdinando, Luca Gaetano, ha preso la parola esprimendo la commozione e l’orgoglio dell’intera cittadinanza per il ritorno del Santo Patrono nella sua casa.

«La nostra comunità – ha dichiarato il primo cittadino – ritrova oggi non solo un’opera d’arte di straordinario valore, ma soprattutto un simbolo di identità, storia e fede».

«Questo restauro – ha concluso – rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, tra arte e spiritualità ed è inoltre testimonianza della resilienza di questa comunità che anche in questa occasione ha dimostrato di saper affrontare le avversità e superare gli ostacoli con spirito cooperativo e unità di intenti». (rrc)

REGGIO – L’8 aprile il convegno “La solitudine dei giovani nell’era digitale”

Il prossimo 8 aprile, a Reggio, alle 18, all’Auditorium Santa Maria della Neve a Riparo, si terrà il convegno “La solitudine dei giovani nell’era digitale tra connessione virtuale e isolamento reale”.

L’evento, promosso dalla Parrocchia San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve e dall’Associazione Ape Reggina, in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Reggio Calabria – Bova, mira a riflettere sul crescente fenomeno della solitudine giovanile nell’era digitale, esplorando anche i rischi legati all’uso dei social media e la crescente diffusione di reati online che mettono a rischio la sicurezza dei giovani. Il convegno intende affrontare tematiche cruciali come l’isolamento sociale, l’educazione digitale e il supporto psicologico per le giovani generazioni.

Relazionano Dott. Roberto Placido Di Palma, Procuratore della Repubblica Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, Dott. Guido De Caro, Psicoterapeuta, Prof. Vincenzo Malacrinò, Docente di Biologia ed esperto di comunicazione, Suor Giuliana Luongo, Direttrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile.

Partecipano Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, Clara Vaccaro, Prefetto di Reggio Calabria, Maria Stefania Caracciolo, Assessore Regionale al Lavoro e all’Istruzione della Regione Calabria, Paolo Brunetti, Vice Sindaco di Reggio Calabria, Cesario Totaro, Generale Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, Emanuele Mattia, Garante Metropolitano dell’Infanzia e Adolescenza. Prof. Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.

Nell’era della digitalizzazione, i giovani sono costantemente connessi tramite i social network e altre piattaforme online, ma questo costante “essere connessi” nasconde un crescente fenomeno di isolamento sociale che spesso non è visibile a chi li circonda. Sebbene i social media siano nati con l’intento di favorire la comunicazione e la condivisione, molteplici studi e segnali emergenti rivelano come questi strumenti possano alimentare un paradosso: una connessione virtuale che alimenta un isolamento reale.

La solitudine giovanile, accentuata dal confronto online e dalla ricerca incessante di approvazione, si accompagna anche alla crescente diffusione di reati sui social, come il cyberbullismo, il furto d’identità, il revenge porn e la diffusione di contenuti dannosi, che mettono a rischio la sicurezza e la serenità dei giovani.

In un contesto in cui la vita virtuale sembra sostituire sempre più quella reale, è fondamentale riflettere sulle sfide legate all’uso dei social media, sui rischi che ne derivano e sul modo in cui le nuove generazioni possano essere tutelate e educate a un uso sano e consapevole delle tecnologie digitali. (rrc)

A Reggio celebrata la Giornata Mondiale della Poesia con Fidapa e AiParC

Successo, a Reggio, per il meeting culturale organizzato da Eliana Carbone in occasione della Giornata mondiale della Poesia.

Per celebrare la ricorrenza, istituita dall’Unesco nel 1999, sono stati coinvolti l’insigne  poetessa reggina Mimma Scibilia, la Presidente della Fidapa Morgana Reggio Calabria, dott.ssa Emira Dal Moro, il Presidente Nazionale dell’AIPARC (Associazione Italiana Parchi culturali) dott. Salvatore Timpano, e l’organizzatrice e promotrice dell’evento avv. Eliana Carbone, persona di spicco nel panorama culturale reggino.

L’avv. Carbone encomiando Mimma Scibilia in quanto dedita da sempre alla poesia e partecipe da oltre un trentennio alle iniziative letterarie della sua città oltre ad essere stata redattrice della rivista “Malvagia” trimestrale della cultura sommersa, finalista dei Premi Rhegium Julii di Reggio Calabria e ad avere al suo attivo diversi premi letterari, le ha chiesto di lanciare al mondo un suo messaggio sulla Poesia.

«Come un lampo o un bagliore di candela la poesia fa rumore nell’altalena del fango e della trascendenza e deposita le sue perle preziose sul mercato della vita umana e sulle sue sfaccettature – ha detto la poetessa Scibilia –. E, in questo momento storico che viviamo, pieno di notti e di misteri essa ci può aiutare a prendere coscienza dei limiti umani e sociali, dentro i quali scorre la nostra esistenza.  La poesia è inclusione, lettura del futuro, compassione e solidarietà verso tutti coloro, che vivono le difficoltà del nostro tempo».

«E solo il suo sguardo intelligente e profondo – ha concluso – potrà rompere quelle barriere e quei muri, oltre ai quali si misura, la fragilità di tutti gli esseri umani. Poeta è colui che affronta il bene ed il male, e vede ciò che a tutti sfugge vale a dire l’invisibile».

È intervenuta, poi, la dott.ssa Emira Dal Moro che ha sottolineato che la Poesia è una forma letteraria che coinvolge soprattutto le persone sensibili perché la poesia non fa altro che far vedere l’animo profondo di chi scrive.

«Il poeta è un po’ come l’artista – ha detto Dal Moro – come lo scultore, come il pittore e il pittore e lo scultore in una pietra vedono qualcosa di meraviglioso, il poeta lo stesso, mentre noi vediamo un sasso e basta. E allora importantissimo lanciare questo messaggio perché la poesia raffina l’intelletto e quindi è indispensabile per la crescita dell’animo umano».

Poi la Carbone ha dato la parola al Dott. Salvatore Timpano, il quale ha evidenziato che un’Associazione culturale non può non avere a che fare con la Poesia ed è uno degli argomenti più interessanti della nostra vita che va al di sopra del quotidiano perché è un’arte che si rispecchia nell’animo umano.

«Un poeta – ha continuato il dott. Timpano – non può essere tale se non scava nel suo inconscio, e se la sua esperienza  – anche e soprattutto dolorosa – non la esprime in versi; e non è tanto lo stile del verso, ma è il contenuto di quei versi che rappresentano un’arte e che vogliamo celebrare non solo il giorno del 21 marzo ma tutto l’anno, tanto è vero che l’AiParc ha istituito un Premio Nazionale di Poesia e che nella Primavera della Bellezza che inizierà nella stagione del risveglio come la Poesia è stato inserito sia un Simposio ma anche è stata definita proprio la Poesia come una delle Arti declinate della Bellezza».

Su domanda dell’avv. Carbone che ha chiesto se tutti noi uomini possiamo essere un po’ poeti il Dott. Timpano ha concluso: “«Tutti noi possiamo essere un po’ poeti, soprattutto nel momento in cui abbiamo l’ispirazione e siamo sinceri con noi stessi togliendo la maschera».

E l’incontro si è concluso con la condivisione da parte  dei partecipanti del concetto che la Poesia è arte, cultura, bellezza, e deve essere conosciuta e diffusa tramite la lettura, i convegni, gli incontri culturali, l’insegnamento scolastico perché è e deve essere inclusione sociale. (rrc)

VILLA SAN GIOVANNI – Al via i lavori del Poliambulatorio

Il Poliambulatorio di Villa San Giovanni diventerò una Casa della Comunità, grazie ai lavori finanziati dal Pnrr e che «consentirà al territorio villese di fruire di servizi di assistenza territoriale h24».

È quanto ha reso noto l’Amministrazione comunale di Villa San Giovanni, guidata dal sindaco Giusy Caminiti, aggiungendo come «in questo momento di rivoluzione edilizia indubbiamente si andrà incontro ai disagi legati alla fase di realizzazione dell’opera, come la necessità di ricollocare i servizi del Poliambulatorio: quest’Amministrazione lavora da settimane per far sì che rimangano tutti i servizi a Villa San Giovanni, nell’attesa di vedere completata la Casa della Comunità che sarà un punto di riferimento per un bacino di utenza di circa 40/50mila abitanti, consentendo di realizzare a pieno un modello di medicina di prossimità».

«Per tale ragione – si legge – numerose sono state le interlocuzioni, dapprima informali tra il sindaco, la commissaria straordinaria Dott.ssa Lucia Di Furia e il coordinatore distrettuale dott. Ernesto Giordano; successivamente anche ufficiali in occasione di un incontro convocato oggi dalla garante regionale della Salute al quale ha presenziato l’Assessora alla Sanità Maria Grazia Melito; i sopralluoghi per ispezionare i locali più idonei ad ospitare in questa fase di ritrutturazione del poliambulatorio tutti i servizi già presenti e implementarlo con ulteriori branche specialistiche prima ancora che sia pronta la Casa della Comunità».

In questo contesto, l’Amministrazione non rinuncia a nessun servizio presente sul territorio, bensì ne acquisirà di ulteriori. Il Consultorio familiare è stato solo temporaneamente spostato a Gallico per motivi logistici.

«Nessun presidio sanitario–  spiega Maria Grazia Melito – ha maggiore valenza sociale dei consultori, baluardo per le famiglie, gli adolescenti, le neomamme, i neonati nella fase di avvio all’allattamento. Un bene così prezioso va tutelato e valorizzato e questo è stato il lavoro svolto da quest’Amministrazione, che dall’inizio del mandato elettorale ha realizzato iniziative in collaborazione con il presidio di via Belluccio, promuovendo l’informazione e la sensibilizzazione sulla salute della donna e avviando campagne di screening sul papilloma-virus, implementando quelle già in atto nel consultorio».

«Pertanto, duole constatare come ancora una volta la salute dei cittadini venga utilizzata come strumento per ingenerare allarmismo, diffondendo notizie che non hanno valenza ufficiale. Mentre si grida alla chiusura del consultorio, l’Amministrazione lavora da settimane per trovare soluzioni, spazi, locali per ridistribuire sul territorio cittadino tutti i servizi già presenti nonché per ottenerne nuovi. L’ultimo sopralluogo di quest’Amministrazione si è svolto oggi con il coordinatore distrettuale e il direttore del coordinamento dei Consultori dott. Antonio Alvaro, con i quali abbiamo ispezionato svariati locali comunali per individuare i più idonei alla collocazione del consultorio per il periodo in cui via Belluccio ospiterà le branche specialistiche del ristrutturando Poliambulatorio. A fine trasloco (circa una settimana lavorativa), infatti, il coordinatore distrettuale ci ha garantito che i servizi consultoriali, temporaneamente trasferiti su Gallico per motivi logistici, saranno immediatamente ricollocati a Villa».

Nel corso dell’incontro convocato dalla Garante regionale della Salute, prof.ssa Annamaria Stanganelli, indirizzato ai sindaci dei comuni della città metropolitana presso il Consiglio Regionale della Calabria alla presenza della dott.ssa Lucia Di Furia, inoltre, l’assessora Melito ha rappresentato la necessità di mantenere sul territorio di Villa il consultorio familiare e la disponibilità di Villa per avviare le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) che spettano al territorio per garantire, insieme alla guardia medica già in essere, un’assistenza territoriale h24.

«In merito ai Servizi Veterinari – continua l’assessore – abbiamo rappresentato alla dottoressa Di Furia anche oggi all’incontro promosso dalla Prof.ssa Stanganelli, la necessità di mantenere ogni singolo servizio sul territorio. In particolare i servizi veterinari offrono risposta a un bacino di utenza che abbraccia numerosi comuni da Villa San Giovanni a Sinopoli, l’utenza è spesso di età avanzata, si tratta di allevatori che quotidianamente con sacrificio lottano per tenere in piedi la filiera agroalimentare in una società sempre più modernizzata e meno attenta ai bisogni delle realtà produttive locali, allevatori che hanno attraversato un percorso di crescita professionale grazie all’affiancamento con medici veterinari competenti e formati in materia di malattie infettive e sanità animale nonché in ispezione degli alimenti di origine animale, garantendo la sicurezza degli alimenti di cui ci nutriamo quotidianamente. L’ultima pandemia di covid ci ha insegnato il ruolo della prevenzione, l’importanza delle buone prassi igieniche, riconoscendo nella salute animale un ruolo chiave nel mantenimento della salute pubblica, pertanto ci auguriamo che le interlocuzioni con la Direzione generale dell’ASP RC consentano il ricollocamento degli uffici nella nostra città. È stato chiesto, inoltre, alla dott.ssa Di Furia di attivare le dimissioni protette per i soggetti fragili».

«Lavorare costantemente – ha concluso – per il benessere e la salute dei cittadini è nostra prerogativa e metteremo in campo ogni azione lecita per garantirne la fruizione in modo equo ed efficiente». (rrc)

REGGIO – Si presenta il libro “Il popolo di mezzo” di Gangemi

Domenica pomeriggio, a Reggio, alle 18, nella Sala Museo FS “Pietro Germi” della Stazione di Santa Caterina, sarà presentato il libro Il popolo di mezzo di Mimmo Gangemi, edito da Piemme.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Calabria d’Autore – Storia, tradizione, arte e cultura organizzato dall’Associazione Incontriamoci Sempre.

Dialoga con l’autore Francesco Miroddi.

Proposto da Raffaele Nigro al Premio Strega 2021, il Popolo di Mezzo è «un romanzo duro e struggente, scritto con una maestria non facile da trovare di questi tempi è Il popolo di mezzo, di Mimmo Gangemi. Un romanzo complesso che chiama alla memoria i libri di Mario Puzo, il disincanto di John Fante e il rimprovero sociale di Corrado Alvaro, ma che si chiude con la luce di una fortuna finalmente costruita sulle infelicità del passato. Al centro, il siciliano Tony Rubbini, che dall’aver assistito all’impiccagione dei genitori, senza una ragione e senza un processo, imparerà a odiare l’America e a combatterla con l’esplosivo. Come in una grande ballata nera. L’America di inizio secolo, il razzismo degli americani nei confronti di negri e italiani, assimilati in un unico destino, segnerà la vita di questo giovane che si troverà a convivere e a combattere tra la Mano Nera e la Camorra, ma che sarà attratto da un’idea di libertà invisa agli americani: l’Anarchia. Una passione politica che si sposa a meraviglia con il suo odio antiamericano e da cui solo l’amore per una italo-irlandese, Mary, potrebbe sottrarlo. Ma quando anche l’amore verrà meno, non gli resterà che affondare progressivamente nella violenza e nell’autodistruzione. Suo fratello Luigi avrà migliore fortuna, perché appassionato di jazz e di tromba. Vivrà esibendosi con un gruppo jazz sui battelli che vanno su e giù per il Mississippi. I figli dei figli faranno fortuna, ma nessuno di loro potrà dimenticare che i nonni hanno lottato e sono morti per costruire le fondamenta di un paese che a dispetto di ciò che si propugna, come la più grande democrazia del mondo, è un paese armato fino ai denti e che in piena modernità ancora manda a morte coloro che ritiene colpevoli».

«La Stazione FS di RC S Caterina non è solo un punto di riferimento culturale per la città e la Calabria: da ogni parte d’Italia giungono attestati di stima e simpatia, addirittura non esiste una stazione ferroviaria delle oltre duemila stazioni presenti in Italia per l’attivismo come quantità e qualità nelle iniziative sociali e culturali. Un esempio bello che stavolta proviene da Sud», ha commentato Pino Strati, presidente dell’Associazione, evidenziando, poi, come il libro di Gangemi «è una grande saga su ciò che siamo stati e abbiamo dimenticato». (rrc)

REGGIO – Consegnato il Premio “In memoria di Olga”

A Palazzo Alvaro di Reggio Calabria si è svolta la cerimonia di premiazione delle scuole che hanno partecipato alla 17esima edizione del Concorso “In memoria di Olga”, indetto dalla Città Metropolitana d’intesa con il Planetario Pythagoras, Società astronomica italiana e Ministero dell’Istruzione e del merito.

«Questo concorso è il modo migliore per ricordare Olga e per avvicinare i bambini, attraverso il gioco, l’impegno, la fantasia al meraviglioso mondo delle stelle e dell’astronomia. E’ una delle tante iniziative che come Città Metropolitana sosteniamo insieme al nostro Planetario Pythagoras che da anni riesce ad avvicinare ed appassionare moltissimi giovani alle discipline scientifiche ed acquisire un metodo che si porteranno per il resto della vita, indipendentemente dalle scelte formative e professionali che faranno», ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà.

«Ne abbiamo avuto prova – ha aggiunto – il giorno dell’audizione per la designazione per Capitale della Cultura 2027, conclusa dall’appello finale enunciato da due nostri giovani, tra cui Chiara Luppino una dei più apprezzati studenti del Planetario e che ha emozionato tutti noi. Tutto questo lo riteniamo come la fotografia di ciò che rappresenta nella nostra città il Planetario Pythagoras e di quello che si può raggiungere, in ambito culturale, con iniziative come il concorso nazionale in memoria di Olga».

Alla cerimonia oltre alla responsabile scientifica del Planetario, Angela Misiano, erano presenti la direttrice del Sait, la scienziata e astrofisica Patrizia Caraveo ed il consigliere metropolitano delegato, Filippo Quartuccio.

«Si tratta di una memoria che rimane doverosamente nelle menti di tutti noi, delle istituzioni, del Planetario, delle scuole, della città e di questi bambini che hanno la necessità di condividere dei momenti di socialità nel ricordo di una bambina che è stata strappata alla vita troppo presto – ha affermato il Consigliere delegato alla Cultura Quartuccio –. Olga Panuccio è una stella tra le stelle, nel suo ricordo oggi celebriamo la 17esima edizione del Concorso, iniziativa importante per noi, per il Planetario Pythagoras e che coinvolge il Ministero dell’Istruzione e la Società astronomica italiana».

«Un momento – ha concluso – che rende la Città Metropolitana culturalmente orgogliosa. In sinergia con il sindaco Giuseppe Falcomatà – ha concluso – siamo impegnati a creare sempre più contesti di positività sul territorio». (rrc)

A Bianco l’incontro formativo sul ruolo della donna a Locri Epizephiri

di ARISTIDE BAVASi è tenuto presso l’Auditorium Comunale di Bianco un interessante incontro formativo con gli studenti dell’Istituto Comprensivo “M. Macrì”, sul tema “Il ruolo della donna a Locri Epizephiri”.

L’evento è stato organizzato dal Lions Club di Locri e dal Lions Club di Siderno in collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Bianco e  l’I.C. “Michele Macrì”.

L’incontro è stato aperto dal sindaco di Bianco, Giovanni Versace, che ha sottolineato la valenza formativa dell’ evento  e l’importanza di affrontare temi come la parità di genere nelle scuole. Versace  ha concluso ringraziando i rappresentanti dei Lions, i relatori e la dirigenza e le docenti dell’istituto Macrì per l’impegno profuso nell’organizzare il convegno.

È, quindi intervenuta la Dirigente, Vittoria Paola Zurzolo, che ha ribadito l’alto valore educativo del tema affrontato che gli alunni dell’istituto – ha detto – hanno approfondito con una serie di ricerche che si sono concretizzate anche con un video, dal titolo “Tra mito e poesia”, presentato nel corso della manifestazione.

Il lavoro è stato realizzato con il supporto delle docenti e proiettato con la collaborazione del tecnico Pasquale Lucà. A portare i saluti del Lions Club di Locri è stato il presidente Antonio Zuccarini, il quale ha ribadito il supporto lionistico in favore del territorio, per come ribadito anche da Antonino Foti, in rappresentanza del Lions Club di Siderno.

L’Assessore alla cultura del comune di Bianco, Teresa Catanzariti, ha poi ripercorso i vari progetti interistituzionali che l’amministrazione bianchese, rappresentata anche dall’assessore Maria Muià, sta portando avanti con la scuola e con altre associazioni culturali del territorio, ringraziando gli altri organizzatori, e in particolare, la docente Antonietta Morosini per aver collaborato attivamente al progetto, ideato da Marialuisa Muscoli, intervenuta in veste di moderatrice.

Significativo, quindi l’intervento di Rocco Muscari, che ha approfondito alcuni dei principi sanciti nei frammenti delle leggi di Zaleuco soffermandosi anche sulla figura di quello che è considerato il primo legislatore del mondo occidentale.

Poi è toccato allo scrittore Giuseppe Pellegrino ricostruire la storia e il ruolo primario che hanno avuto le donne a Locri Epizephiri, con una relazione che ha suscitato notevole interesse da parte degli studenti. E sono stati proprio quest’ultimi  che hanno voluto interagire direttamente con i relatori nel corso di un interessante e approfondito dibattito.

La manifestazione si conclusa con la presentazione dei lavori artistici  delle studentesse Alice Favasuli, Paola Pizzati, Ginevra Brizzi e Antonella Morabito, coordinati dalle docenti Antonietta Morosini, Paola Cama, Rosamaria Scordo, Elena Scordino, Maria Romeo, Francesca Albanese e Rocco Speranza. (ab)

SIDERNO – Come evitare i pericoli di fumo, alcool e droghe, lezione agli studenti del Marconi

di ARISTIDE BAVASi è tenuto presso l’aula magna del Polo Tecnico Professionale “Marconi – IPSIA – Art. – Zanetti” in via Sasso Marconi, un convegno sul tema “Non dare a bere la tua vita, non mandare in fumo il tuo futuro”.

L’incontro e’ stato organizzato dal Lions Club di Siderno per mettere a fuoco i temi dalla prevenzione agli abusi e/o eccessi dell’alcol e del fumo nonché della droga , nelle giovani generazioni. Il tema è stato affrontato sia dal punto di vista medico sanitario , sia dal punto di vista giuridico, con particolare riferimento anche alle recenti disposizioni previste dal nuovo codice della strada.

L’evento, indirizzato prevalentemente agli studenti della scuola è stato aperto con una introduzione del Dirigente scolastico Gaetano Pedullà che, nel portare i suoi saluti, si è anche soffermato sul ventaglio di pericoli che sono dietro l’angolo per tantissimi giovani è particolarmente per gli studenti.

L’incontro è entrato poi nel merito con un primo intervento del Presidente del Lions club di Siderno, Alfredo Pisapia, che dopo aver ringraziato per l’ospitalità la scuola sidernese e i relatori del convegno si è anche soffermato dal punto di vista medico sui pericoli che si corrono nell’abuso  dell’alcool, del fumo o delle sostanze stupefacenti.

Quindi è intervenuto L’avv. Alfredo Arcorace, del foro di Locri, che ha approfondito il tema dell’abuso di alcool legandolo anche alle sanzioni previste dal codice della strada e, quindi, con una serie di esempi, frutto anche della sua attività professionale, ha evidenziato agli studenti i grossi rischi che si corrono sia dal punto di vista sociale che penale. Successivamente ha relazionato il dott. Francesco De Matteis, già direttore della struttura complessa SerD di Siderno che, forte di una esperienza trentennale nel delicato settore ha ampiamente approfondito i pericoli dell’alcol e della droga non mancando di dare opportune indicazioni per rischiare il meno possibile.

De Matteis ha ricordato, anche, che oggi con opportune terapie esiste la possibilità di venir fuori da fenomeni negativi e da abusi che altrimenti potrebbero rovinare la vita. Ha accompagnato la sua relazione con immagini video particolarmente  significative invitando gli studenti a non sottovalutare il fenomeno, parlare con i loro genitori e/ o comunque con i medici che, oggi,  hanno la possibilità di dare un grosso aiuto.

I lavori sono stati poi conclusi da Alfredo Pisapia che, da medico, interloquendo con gli stessi studenti e ponendo loro delle domande significative ha sottolineato l’importanza di comportamenti corretti per evitare abusi che potrebbero rovinare la vita dei giovani e devastare quelle delle loro famiglie. (ab)

 

REGGIO – La proiezione del docufilm “Non è un caso, Moro”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, nell’Aula Magna dell’Istituto “Enrico Fermi”, sarà proiettato il docufilm “Non è un caso, Moro” di Tommaso Minniti e tratto dall’inchiesta di Paolo Cucchiarelli, che si propone di raccontare la verità, finalmente, sul delitto Moro.

L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Girolamo Tripodi in occasione del 47esimo anniversario della Strage di Via Fani, del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro.

Il film narra la storia inaudita dei 55 giorni che fermarono per sempre l’Italia al 9 maggio 1978 e lo fa ricomponendo un delicatissimo mosaico con assoluta coerenza probatoria e veridicità storica e mostrando con coraggio anche tutto ciò che non è mai stato svelato al grande pubblico.

Infatti, il delitto Moro rappresenta l’evento cardine della storia di oltre 70 anni di menzogne sull’Italia e su chi oggi noi siamo; esso costituisce il discrimine fondamentale che ha cambiato la storia della Repubblica ed ha travolto le ambizioni democratiche e progressiste della società italiana.

Lo statista democristiano morì perché aveva immaginato la possibilità per l’Italia di trovare un’altra strada nella sua collocazione mondiale e tentò di realizzarla con tutte le sue abilità, che erano quelle di un politico di razza.

Il film racchiude tutte le risposte di come e perché oggi siamo in una determinata situazione.

Aldo Moro diceva sempre: “Credete che io non sappia che mi faranno fare la fine di Kennedy?”: il film non fa altro che confermare questa precisa convinzione di Moro, che ha pagato con la vita per aver tentato di perseguire gli interessi del nostro Paese.

Subito dopo la proiezione si svolgerà un incontro con l’autore e regista Tommaso Minniti, al quale parteciperanno Michelangelo Tripodi (Presidente della Fondazione Girolamo Tripodi) e Michelangelo Di Stefano (Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia XVIII legislatura) e successivamente ci saranno gli interventi del pubblico.

«La Fondazione Girolamo Tripodi. si legge in una nota  in coerenza con il motto “Senza memoria non c’è futuro”, prosegue nel suo impegno diretto alla salvaguardia e al recupero della memoria. Come dice Luis Sepulveda “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”. Condividere la memoria, mantenere salde le radici permette di guardare con fiducia alle sfide del presente e del futuro». (rrc)

 

RIACE – I consiglieri di minoranza: Convocare urgentemente Consiglio comunale

«Chiediamo, con fermezza, al Presidente del Consiglio Comunale di convocare urgentemente una seduta straordinaria, come richiesto dalla legge, per prendere atto della decadenza del Sindaco e garantire il corretto svolgimento delle procedure istituzionali». È quanto hanno chiesto i consiglieri comunali di minoranza del Comune di Riace, Francesco Salerno e Salvatore Certomà, a seguito della mancata convocazione del Consiglio comunale.

Per Salerno e Certomà, infatti, «la decisione del gruppo di maggioranza di non convocare tempestivamente il Consiglio Comunale, nonostante la comunicazione ufficiale ricevuta dalla Prefettura di Reggio Calabria che sancisce la decadenza del sindaco».

«Questa mancata convocazione – dicono – oltre a rappresentare una chiara violazione dei principi di trasparenza e rispetto delle istituzioni, mette in grave discussione il corretto funzionamento dell’amministrazione comunale e l’interesse della collettività».

«La legge è chiara – sottolineano – la comunicazione di decadenza ricevuta dal Sindaco deve essere immediatamente presa in carico dal Consiglio Comunale, che è l’organo competente per ratificare tale decisione e intraprendere le azioni conseguenti».

«Il rifiuto del sindaco – proseguono – di convocare il Consiglio Comunale per discutere questo importante atto non solo danneggia la legalità istituzionale, ma lascia i cittadini di Riace in una condizione di incertezza e disorientamento. La comunità ha diritto di sapere come evolverà la situazione e quali saranno i prossimi passi, che potrebbero includere la nomina di un Commissario Straordinario o altre misure previste dalla legge».

«Il Comune di Riace – concludono – merita di essere governato con trasparenza e rispetto delle regole, e noi consiglieri di minoranza continueremo a lottare per assicurare che la legalità e l’interesse pubblico prevalgano su ogni altro interesse». (rrc)