REGGIO – Venerdì in scena lo spettacolo “Maxima” di Scena Nuda

Venerdì 2 dicembre, alle 11, al Teatro Zanotti Bianco, è in programma lo spettacolo teatrale Maxima, solo la luna ci ha visti passare della Compagnia Teatrale Scena Nuda, diretta da Teresa Timpano.

L’evento è stato organizzato nell’ambito di ReggioFest – il progetto realizzato dal Comune di Reggio, su fondi Mic, dedicato alle periferie – e, in particolare, della sezione Pragma, ovvero il festival diffuso che riunisce sei compagnie reggine (Accademia Senocrito, Centro Teatrale Meridionale, Mana Chuma, SpazioTeatro, Traiectoriae e, appunto Scena Nuda).

Lo spettacolouna coproduzione Pandemonium Teatro di Bergamo e La Piccionaia di Vicenza – si avvale della regia di Lucio Guarinoni, anche autore della drammaturgia, e dell’interpretazione di Francesca Bellini

Quando Maxima parte dalla Siria per raggiungere l’Olanda è il 2015 e lei ha 14 anni. Aleppo, la sua città, è già da diverso tempo zona di guerra. Il padre e la madre acconsentono alla sua richiesta di partire. Inizia così il suo viaggio, con accanto solo due amici di famiglia, in spalla uno zaino troppo grande e al collo il foulard della madre. Un viaggio attraverso la Turchia, la Grecia, la Macedonia, la Serbia. Un viaggio a piedi, in barca, o stipati al buio dentro un camion. Un viaggio fatto di confini mutevoli, di controlli, di camminate infinite e piedi che sanguinano, di preghiere sotto la luna del Mar Egeo. Un percorso non solo fisico, ma anche emotivo e spirituale, di crescita. 

Un racconto che potrebbe sembrare una narrazione di finzione, ma che, invece, è storia vera, raccontata dalla stessa Maxima, insieme alla scrittrice e giornalista Francesca Ghirardelli, in un libro da cui lo spettacolo è liberamente tratto. 

Ancora un importante appuntamento, dunque, proposto dalla Compagnia teatrale Scena Nuda, nell’ambito della programmazione che sta realizzando per ReggioFest e che ha già riscosso grandi consensi, coinvolgendo le periferie della Città metropolitana. (rrc)

TARSIA (CS) – Borgo in Festival, domenica lo spettacolo “Spartacu in stri viu”

Domenica 4 dicembre, al Piccolo Teatro Popolare di Tarsia, alle 20, in scena lo spettacolo  Spartacu Strit Viù – Viaggio sulla SS 106 ispirato alla lotta di Franco Nisticò, con Francesco Gallelli e la regia di Luca Michienzi.

Lo spettacolo Spartacu Strit Viù della compagnia Teatro del Carro è il  quarto appuntamento della rassegna Borgo in festival, realizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale guidata da Roberto Ameruso e il contributo della Regione Calabria, con la direzione artistica di Flavio Casella e l’organizzazione dell’associazione Luci nelle Grotte presieduta da Ernesto Iusi.

La strada statale 106 Jonica, conosciuta come la strada della morte, diventa il pretesto per parlare di schiavitù, di sogni, di incontri, di paesaggi, di incidenti, di Beautiful, di mar Jonio, di lotta e di politica.

È la strada che Spartacu, contemporanea incarnazione dell’antico lottatore/schiavo trace Spartacus, si trova a percorrere ogni giorno per andare a guadagnare quei pochi denari che gli occorrono per sperare di costruirsi un futuro e una famiglia. Sa che il suo destino è legato a questo viaggio quotidiano, che costantemente compie, sin da quando è piccolo, perché lui su questa strada ci è nato e per questa strada si batterà tutta la vita. Ed ecco così che la vicenda dell’eroe di epoca romana, che la leggenda vuole abbia compiuto imprese mirabili proprio in Calabria, si intreccia con quella dell’uomo d’oggi.

Una storia che si intreccia alla vita e alla lotta di Franco Nisticò, politico calabrese che si è battuto con ogni mezzo per l’ammodernamento della 106, sino alla sua morte avvenuta nel 2009. (rcs)

REGGIO – Sabato 3 dicembre al Teatro Cilea in scena “Fabularium”

Sabato 3 dicembre, a Reggio, al Teatro “Francesco Cilea”, è in programma il musical Fabularium Live, un fantastico intreccio con le musiche e alcuni dei protagonisti delle più belle fiabe della Disney. Lo spettacolo chiude la 36esima edizione di “Fatti di Musica”, il Festival del Miglior Live d’Autore ideato e diretto in Calabria da Ruggero Pegna.

Tre saranno le repliche: alle ore 9:00 e alle ore 11:30 per le Scuole, alle ore 18:30 per tutti. Per il serale sono ancora disponibili biglietti su www.ticketone.it e nei punti Ticketone (Reggio: B’Art, a fianco Cilea), con possibilità di usufruire della formula scontata 4Family, mentre sono terminati i biglietti per i due spettacoli del mattino.

«Ringrazio – ha affermato Ruggero Pegna – il Comune di Reggio per la disponibilità del Teatro, i docenti che hanno aderito e il dottor Malacrino, direttore del Museo Nazionale, per l’ospitalità che ancora una volta sarà data ai ragazzi che, poi, intenderanno visitare i Bronzi. Voglio rimarcare che questa collaborazione ha dato a migliaia di studenti giunti a Reggio per i miei eventi l’opportunità di poter ammirare le bellezze di questo splendido Museo, a conferma del successo di questo straordinario gemellaggio tra spettacolo, arte, storia e cultura. Un’operazione culturale e di divertimento, efficace e concreta, che si è rivelata per i ragazzi un’esperienza  indimenticabile!».

Fabularium Live è un originale show in omaggio al grande cinema Disney, con scene di fiabe celeberrime come La Spada nella Roccia, Cenerentola, La Bella e la Bestia, Oceania, Frozen, Aladdin, Mary Poppins, ecc., Un’ora e trenta di uno show unico, con scenografie e coreografie spettacolari, continui cambi scena, oltre 100 costumi originali e artigianali, magnifici disegni luci, effetti speciali, come il video mapping digitale 3D. Un’occasione unica per lasciarsi avvolgere dalle magiche musiche e dai personaggi che hanno scritto la storia del cinema d’animazione. Il Musical si avvale di grandi firme e di un ricco cast: regia di Angelo Lucarella e Annalory Fullone, sceneggiatura di Annalory Fullone, coreografie di Debora Boccuni, costumi design & props di Annalisa Milanese, scenografia/show design e scene di Francesco Paolo Caragiulo, digital artists di Myriam Campanello e Riccardo Scaringella, light design Roberto De Bellis, sound engineering Davide Petrone.

Nel cast, oltre ad Angelo Lucarella ed Annalory Fullone, anche Laura Legrottaglie, Rosanna Cassano, Giovanni Valente, Marco Buzzerio, Veronica Giusti, Flavia De Bartolomeo, Giuseppe Visaggi, Gabriella Serio. L’appuntamento del 3 dicembre è l’unico al Sud di questa eccezionale produzione di Mat Entertainment e AncheCinema.

«Uno spettacolo stupendo – ha concluso Pegna – scelto per aprire il lungo periodo prenatalizio, mettendo insieme bambini e famiglie in un’atmosfera davvero magica!». (rrc)

SAN FILI (CS) – Domenica il reading musical “I cavalieri di Aristofane”

Domenica 4 dicembre, a San Fili, alle 18, al Teatro Gambaro, si terrà il reading musical I cavalieri di Aristofane di e con Max Mazzotta.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Tutti a teatro – Viaggio nei generi teatrali realizzata con la condivisione dell’amministrazione comunale di San Fili e con la direzione artistica di Lindo Nudo, fondatore della compagnia Teatro Rossosimona.

In questo lavoro, presentato per la prima volta la scorsa estate alla Villa Romana di Casignana durante la rassegna teatrale “Letture dalla Magna Grecia”, Mazzotta fa un lavoro di riscrittura contemporanea del testo del commediografo greco spostando i personaggi in Calabria, compiendo un riadattamento in cui i protagonisti paiono figure politiche e mecenatesche della nostra epoca. Aristofane è l’autore che per primo consegna al popolo l’arma affilata della satira, del riso sovversivo, che mette a nudo le bassezze di un potere grottesco, falso ed egoista, ed è sorprendente scoprire l’attualità dei suoi personaggi, la straordinaria somiglianza dell’Atene del V secolo a.C. alla società dei nostri giorni.

In scena con l’attore e regista cosentino, il musicista Antonio Belmonte esegue dal vivo una partitura originale composta appositamente per lo spettacolo dallo stesso Mazzotta.

La rassegna teatrale del Gambaro proseguirà con lo spettacolo di burattini Zampalesta u cane tempesta, di e con Angelo Gallo – l’11 dicembre alle 18 e il 12 dicembre in matinée per le scuole – e con la pièce Tenimmoce accussì, di Elisa Ianni Palarchio, con Mario Massaro – il 18 dicembre alle 18. (rcs)

CITTANOVA (RC) – Il 7 dicembre in scena “Tre X 2 tra Radio e TV”

Il 7 dicembre, a Cittanova, al Teatro Gentile, in scena Tre X 2 tra Radio e TV de i Gemelli di Guidonia, per la stagione teatrale dell’Associazione Culturale Kalomena.

La Rassegna è organizzata con il patrocinio della locale Amministrazione comunale ed il sostegno della BCC Calabria Ulteriore.

Come fa la musica ad invadere le vite di tre giovani fratelli? Sì perché si chiamano “gemelli” ma in realtà sono fratelli! Pacifico, Gino ed Eduardo si esibiranno dal vivo con gag, canzoni, imitazioni e con tanti dei personaggi della loro trasmissione di successo su Rai Radio 2. 

Musica e comicità coinvolgenti per uno show effervescente. E come sempre un occhio all’attualità, che nelle mani e nelle voci dei Gemelli diventa occasione per ridere e per giocare insieme al pubblico. 

Non mancheranno poi racconti ed aneddoti riferiti ai grandi protagonisti della televisione, dalla quale ogni settimana con le loro tre voci danno vita a performances straordinarie. 

I grandi cantautori del passato e del presente saranno cantati, interpretati e…avvicinati! 

Tutta la comicità dei Gemelli di Guidonia raccontata attraverso la musica, che ha infinite potenzialità ed infiniti modi per divertire ed emozionare. 

Divertimento ed emozioni assicurate, accompagnate da tre voci che si intersecano in maniera splendida. (rrc)

 

REGGIO – Giovedì in scena “Certi di esistere”

Giovedì 1° dicembre, alle 20.30, all’Auditorium Zanotti Bianco di Reggio Calabria, in scena lo spettacolo Certi di esistere, testo, regia e idea scenica di Alessandro Benvenuti, per la rassegna messa a punto dal Centro Teatrale Meridionale nell’ambito del ReggioFest Cultura diffusa 2022.

L’evento rientra nell’ambito del cartellone del Centro Teatrale Meridionale a firma del direttore artistico Domenico Pantano, che fa parte del più ampio programma di eventi promossi dal Comune di Reggio Calabria.

“Certi di esistere” – una produzione Seven Cults, compagnia TBM Teatro – vedrà sotto i riflettori i bravissimi interpreti (in ordine di apparizione) Marco ProsperiniMaria Cristina FiorettiAndrea MurchioMaddalena RizziBruno GovernaleRoberto Zorzut. 

La commedia, che restituisce temperature dichiaratamente pirandelliane, racconta la storia di cinque attori costretti a misurarsi, durante una prova di lettura a tavolino, con l’interpretazione di un testo improponibile, un testo scritto dal loro autore-demiurgo che non compare mai in scena ma la cui beckettiana e controversa personalità aleggia come quella di fantasmatico padre/padrone ora caritatevole, ora dispotico, che ha mosso e continua a muovere, capriccioso e seducente burattinaio nascosto nell’ombra, i sottilissimi fili delle loro complesse ed assurde esistenze.

Trent’anni insieme per ritrovarsi tra le mani, dono dell’autore, un testo insulso, farraginoso, brutto in maniera inspiegabile, un boccone amaro, intriso di puro veleno.

Niente però sarà come sembra e la sorpresa coglierà impreparati… 

Una commedia amara e un po’ scorretta in linea con la tipica tradizione della comicità toscana, tradizione di cui lo stesso Benvenuti è storico e riconosciuto rappresentante. 

Lo spettacolo è ispirato alla storia della compagnia teatrale che affianca l’artista toscano. Spiega Benvenuti: «Anni fa, a Milano, cominciò a frullarmi in testa questo testo ispirato alla compagnia teatrale che produce i miei spettacoli. Era un modo per raccontare la sua storia. Ma anche un desiderio mai avveratosi di dirigere quegli attori amici. Lo scrissi. Lo proposi. Non se la sentirono di farlo. Molte ragioni. Tutte valide dal loro punto di vista. E il testo divenne un incompiuto: rimase a pensione in una stanzetta nel sottotetto del mio cervello, finché un bel giorno se ne uscì dicendo ‘voglio vivere anche senza di loro. Voglio essere di altri’. ’Giusto’, gli risposi». (rrc)

RENDE – In scena “La petite” di Rossini

In scena questa sera, a Rende, al Cineteatro Garden, la Petite messe solennelle di Gioacchino Rossini, prima versione dell’autore per soli, coro, due pianoforti e harmonium.

Il concerto rientra nella rassegna di musica classica, moderna e contemporanea: Note tra i Luoghi della Cultura di Cosenza, promossa dall’Associazione Cultura In Voce APS in collaborazione con enti e Comuni del territorio cosentino.

Sul palcoscenico, insieme all’International Opera Choir (IOC), si esibiranno i solisti Romina Cicoli (soprano), Benedetta Mazzetto (contralto), Rodrigo Ortiz (tenore) e Gianluca Lentini (basso). Al primo pianoforte il maestro Francesco Nicolosi, uno dei massimi esponenti della Scuola pianistica napoletana, insignito di prestigiosi premi nazionali ed internazionali. Insieme a lui, al secondo pianoforte, il maestro Luca Oddo. A dirigere l’International Opera Choir sarà il maestro Giovanni Mirabile, che suonerà anche l’harmonium. L’evento, realizzato grazie al contributo del Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura, potrà essere apprezzato da un pubblico di appassionati e curiosi.

La “Petite messe solennelle” è infatti uno degli intramontabili capolavori di Rossini, pronto ad affascinare gli spettatori con i suoi crescendo vorticosi, in grado di sorprendere con sonorità improvvise e imprevedibili. È una composizione capace di confondere con finali che sembrano concludersi e che, invece, si riaprono su vertigini travolgenti. Il pubblico sarà catturato dall’intera composizione, gioiello di rara bellezza. Il concerto si chiuderà con “Dona nobis pacem”, brano intonato dal mezzosoprano e dal coro che risuona come un’invocazione di speranza.

Il maestro Francesco Nicolosi ha dichiarato che «La “Petite messe solennelle”, nonostante il titolo, è una composizione di grandi dimensioni e di grande spessore artistico. La versione originale è stata scritta per due pianoforti e harmonium. Successivamente, lo stesso Rossini ne scrisse una versione orchestrale, ma a mio parere, la versione per due pianoforti è molto più interessante. È come una fotografia in bianco e nero; è sempre più misteriosa e più ricca di “nuance” di una foto a colori. Rossini scrisse la “Petite messe solennelle” per un amico, il banchiere Pillet-Will. La versione originale è per 12 cantanti, compresi i 4 solisti. Nella prefazione della composizione, Rossini scrive: 4 voci per ogni sesso. È risaputo che Rossini fosse molto spiritoso. Alla fine della partitura, Rossini si rivolge a Dio professandosi un compositore di opera buffa, non certo di opera sacra ma aggiunge di aver fatto questo “sforzo” con la speranza che la sua composizione possa garantirgli un posto in Paradiso. Quest’opera è da considerarsi il testamento spirituale del pesarese. Sono felice di lavorare ancora con l’International Opera Choir e con il direttore Gea Garatti, con la quale ho avuto il piacere di collaborare quando sono stato direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania».

Il maestro Giovanni Mirabile ha precisato che: «“Petite messe solennelle” letteralmente significa “Piccola messa solenne”. È un ossimoro perché l’aggettivo “piccola” non dovrebbe essere accostato a solenne. Da qui, emerge l’ironia di Rossini, in quanto, in realtà, non c’è nulla di “piccolo”. Si tratta di una grande composizione, ricca di momenti teatrali. I brani sacri diventano “momenti teatrali” il cui senso è potenziato dalla maestria del compositore. I pezzi solistici sono come arie d’opera; non ci si aspetterebbe mai di ascoltarli la domenica in chiesa. Considerato non a torto come uno dei vertici della musica sacra di tutti i tempi, questo lavoro viene dopo anni e anni di silenzio, nei quali l’autore sembrava aver cambiato totalmente rotta alla sua vita. Rossini non lo concepì come una composizione destinata a una celebrazione strettamente liturgica (difficile immaginare anche la più solenne delle messe con un canto del Gloria che da solo occupa quasi mezz’ora!), ma rispondeva a una sua esigenza personale che risulta molto chiara nelle sue parole manoscritte direttamente alla fine dell’ultimo brano. La “Petite messe solennelle” può essere apprezzata da un pubblico variegato. Ci sono bellissimi brani corali che lasciano a bocca aperta. Sembra che la musica stia per terminare ma poi ricomincia. Sono certo che gli spettatori resteranno estasiati: è una composizione che trascina. Con Cultura in Voce abbiamo in mente altre collaborazioni e cercheremo di coniugare la qualità delle proposte con un l’intento di avvicinare sempre più persone alla musica».

Con orgoglio, il direttore artistico della rassegna “Note tra i Luoghi della Cultura di Cosenza”, Giulia Luigia Tenuta, ha dichiarato che: «La “Petite messe solennelle” è l’evento di punta della nostra rassegna. Siamo felici di portare questo concerto di altissima qualità artistica nella città di Cosenza. Si esibiranno solisti e musicisti di calibro internazionale. Grande è l’attesa per l’International Opera Choir, diretto da Gea Garatti, maestro del coro del teatro comunale di Bologna, e per il maestro Francesco Nicolosi, pianista apprezzato in tutto il mondo». (rcs)

MENDICINO (CS) – Domenica in scena “Panza, creanza, ricordanza”

Domenica 27 novembre, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena lo spettacolo Panza, crianza, ricordanza di e con Giancarlo Cauteruccio.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della rassegna Sguardi a Sud  curata dalla Compagnia “Porta Cenere” e patrocinata dal Comune di Mendicino.

L’ennesima proposta teatrale della kermesse che, dal mese di settembre, continua a conquistare consensi grazie ai suoi spettacoli di elevato pregio artistico. Il 27 novembre a calcare il palcoscenico del teatro comunale di Mendicino con Panza, crianza, ricordanza sarà Giancarlo Cauteruccio, autore, attore, scenografo nonché uno dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana. Assistente alla regia: Massimo Bevilacqua. Immagini ed elaborazioni video a cura di Stefano Fomasi, contributi letterari di Augusto Petruzzi. Una produzione del Teatro Studio Krypton.

Lo spettacolo si sviluppa partendo dai due poemetti di Giancarlo Cauteruccio, “Fame, mi fa fame” e “M’arricuardu”, in dialetto calabrese, incentrati sulla condizione di disagio del mondo contemporaneo e sulle sue molteplici problematiche. La fame a cui fa riferimento l’autore è una condizione disperata, un rifugio che si trasforma in un’occasione di dirompente denuncia contro l’orrore. “Fame, mi fa fame” è un lamento, un grido che lentamente si fa poesia per raccontare la guerra del cibo, la guerra dei ricchi e dei poveri, attraversando l’immaginario letterario e artistico medievale e rinascimentale (paese di cuccagna, guerra di quaresima e carnevale) e le opere di Artaud, Celine e, specialmente, Hamsun.

Cauteruccio crede nelle “creature” che abitano il teatro; in un teatro in cui debba esprimersi la propria identità, in un corpo vivo che abbia la capacità di interpretare sé stesso. Infatti, “Panza, crianza, ricordanza” è un lavoro che nasce dalla necessità di «far ritornare la mia esistenza nel ventre materno; dunque, nella mia terra madre e nella mia lingua madre».

Cauteruccio è un emigrato calabrese che ha vissuto 45 anni a Firenze. Ad un certo punto della sua luminosa carriera, dopo aver lavorato in città internazionali e grandi teatri, ha sentito forte la necessità di chiedere “aiuto” alle sue origini. Il regista precisa che «“Panza, crianza, ricordanza” è un testo che ho voluto creare per concretizzare il rapporto con la mia terra. L’ho scritto in dialetto calabrese; in particolare, nella lingua delle Serre Cosentine di cui Mendicino fa parte. Questa occasione, per me, è profondamente sentimentale perché racconta le mie vicende personali, che poi sono le vicende di tutti. In “Fame, mi fa fame”, metto in evidenza la mia patologia, in quanto sono obeso. Il secondo poemetto è incentrato sul ricordo perché ritengo che la memoria sia molto importante per definire la nostra identità».

Il lavoro di Cauteruccio fa leva sulla fame onnivora che tutto ricorda. In scena, affiancato dai suoi fantasmi e dai suoi sensi, il regista/attore affronta lo smembrarsi del tempo, dei fatti, dei luoghi portando su di sé i segni della sua condizione di ammalato di una fame insaziabile. I suoi versi esaltano la possibilità di un ritrovato equilibrio con la natura da cui raccoglie elementi semplici, come quelli evocati dalle ricette culinarie della sua terra, come la sua lingua, ristoro, risorsa e piacere. «Un’alchimia di suoni e sapori da contrapporre al puzzo mefitico di infera memoria che uccide la natura corrompendone la bellezza».

Il direttore artistico della rassegna “Sguardi a Sud”, Mario Massaro, ha dichiarato che «è un onore per noi ospitare una delle personalità più importanti del teatro italiano. L’esperienza e l’umanità di Giancarlo Cauteruccio ci travolgeranno in questo spettacolo cult che riprende un viaggio poetico e personale autentico e di grande impatto». (rcs)

CATANZARO – Domenica in scena “Il sindaco del Rione Sanità”

Domenica 27 novembre, alle 18.30, al Teatro Comunale di Catanzaro, è in programma la messa in scena dello spettacolo Il sindaco di Rione Sanità, opera in tre atti scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo nel 1960 ed  inserita dall’autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari.  La prima rappresentazione ebbe luogo a Roma, al Teatro Quirino, sempre nel 1960.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della nuova stagione del Teatro Incanto, diretto da Francesco Passafaro. Lui stesso aveva dichiarato che la stagione «è un invito a superare i limiti di una programmazione prettamente amatoriale, provando a produrre degli spettacoli che hanno voglia di uscire dalla città ed essere presentati in giro per la regione e, perché no, anche per l’Italia visti i temi trattati».

Antonio Barracano è un vecchio camorrista che amministra la legge con criteri singolari. Magnanimo e duro, severo e affettuoso è riconosciuto come ‘sindaco’ da tutti i diseredati del Rione Sanità. La sua è una particolare opera di giustizia verso i poveri che lo porta a sacrificare la propria vita pur di risolvere i problemi economici di Rafiluccio e Rita, una coppia in attesa di un figlio travolta dai debiti.

Il sindaco del rione Sanità prende spunto da un personaggio realmente esistito di nome Campoluongo. Ce ne parla direttamente Eduardo, descrivendolo come “… un pezzo d’uomo bruno. Teneva il quartiere in ordine. Venivano da lui a chiedere pareri su come si dovevano comporre vertenze nel rione Sanità. E lui andava. … questi Campoluongo non facevano la camorra, vivevano del loro mestiere, erano mobilieri”.

Una commedia se così si può dire, di grande attualità soprattutto in Calabria, che coinvolge tutta la compagnia storica del “Teatro Incanto” e molti allievi talentuosi e pieni di voglia di fare, di dare vita alle parole di Eduardo. (rcz)

POLISTENA (RC) – Doppio appuntamento con “Il Teatro in tutti i Sensi” di Dracma

È un doppio appuntamento, quello che la rassegna Il teatro in tutti i sensi del Giornata contro la violenza sulle donne, le iniziative in CalabriaCentro Sperimentale d’Arti Sceniche Dracma ha programmato per il 25 e 26 novembre all’Auditorium Comunale di Polistena.

Venerdì 25 novembre alle 21 in collaborazione con Ramificazioni Festival parte ufficialmente la sezione danza.

Un esordio che porterà in scena la prestigiosa Spellbound Contemporary Ballet, una serata unica per uno spettacolo la cui  regia e coreografia è firmata da Marco Goecke e Mauro Astolfi.

«Una bellezza aliena nel movimento che è diventata la pietra di paragone della rispettabile danza contemporanea. Esecutori magnifici nell’aspetto, la loro tecnica è notevole»: queste sono solo alcune delle recensioni che sintetizzano il valore di una compagnia, realtà di punta nella rappresentanza italiana su scala internazionale della danza contemporanea.

Si prosegue con la prosa sabato 26 novembre con U figghiu di Saverio Tavano, vincitore nel 2019 dei Teatri del Sacro e prodotto dal Teatro del Carro.

Dopo aver incassato una serie di riconoscimenti e ottenuto numerosi premi ai festival di tutta Italia, lo spettacolo U figghiu, come nella sua versione filmica, racconta di Saro, ragazzo schizofrenico che crede di essere una reincarnazione divina, del rapporto che ha con i suoi genitori e del suo furto della corona di spine dalla statua del Cristo nel giorno di Pasqua, prima di serrarsi in casa lasciando fuori anche il padre e la madre. 

È attraverso il dialogo tra questi ultimi due che lo spettatore viene proiettato in un mondo fatto di sacrifici, sopportazioni, ipocrisia, e purezza che solo l’amore materno pare riesca a vedere. 

Il gioco tra realtà e follia, tra quotidianità e ritualità, si intreccia nel rapporto familiare dei tre protagonisti: nei panni del padre c’è Fabrizio Pugliese, in quelli della madre Anna Maria De Luca, mentre Saro è interpretato da Francesco Gallelli. La regia dello spettacolo è dello stesso Saverio Tavano, anche autore del testo. (rrc)