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Centri diurni, il consigliere comunale RC Delfino: Bisogna modificare il regolamento regionale

Centri diurni, il consigliere comunale RC Delfino: Bisogna modificare il regolamento regionale

L’assessore comunale al Welfare di Reggio Calabria, Demetrio Delfino, ha evidenziato le gravi criticità della normativa regionale in vigore, che vede costretti quattro centri diurni a interrompere le loro attività e chiesto all’assessore regionale al Welfare, Tilde Minasi, la convocazione di un tavolo tecnico di concertazione.

Un tavolo, che vede il coinvolgimento dello stesso assessorato regionale, dei dirigenti della Regione Calabria, del Terzo Settore, dei sindacati e naturalmente del Comune di Reggio Calabria, affinché si faccia chiarezza sulle modalità di applicazione del regolamento e sulle possibili modifiche chieste a gran voce dal terzo settore.

Per Delfino, infatti, si tratta di una vicenda «estremamente grave, perché si tratta di servizi necessari e irrinunciabili per la comunità cittadina, per le famiglie e per le fasce più fragili della popolazione. Non meno allarmante è poi la questione occupazionale che si lega a tale situazione, poiché lo stop a questi servizi significa mettere a rischio numerosi posti di lavoro in un contesto sociale come quello reggino, già particolarmente debole sotto questo profilo».

Tutto nasce dal processo di riforma del settore Welfare di qualche anno fa, ricorda infatti Delfino, «e poi incorniciato nella Legge regionale 503 a cui fece seguito il regolamento regionale n.22 del 2019. Una disciplina che ha imposto alle strutture del settore, tutta una serie di vincoli e prescrizioni estremamente rigorose rispetto a quello che era il modus operandi precedente. Parliamo ad esempio del numero dei bagni presenti all’interno delle strutture, del numero dei metri quadrati per utente, dell’eliminazione e integrazione di determinate figure professionali, solo per citare alcuni dati».

Un complesso di norme e vincoli, dunque, che ha inciso pesantemente in modo particolare su quelle realtà che non hanno la possibilità di conformarsi a tali prescrizioni in tempi rapidi, ad esempio adeguando i locali a loro disposizione o individuando una struttura più ampia che ovviamente richiederebbe investimenti ancora maggiori. Inoltre, si è anche verificato, in conseguenza di tale regolamento, la diminuzione del monte orario settimanale di alcune figure professionali e pertanto a fronte della stessa utenza molte realtà hanno visto diminuire il loro personale.
Rispetto a questo quadro così complicato, in cui tra le altre cose si intersecano anche i due anni di pandemia, «il Comune – ha sottolineato Delfino – ha fatto fronte alle esigenze dei centri diurni per minori operando in proroga rispetto alla normativa regionale, dunque assumendosi una grande responsabilità con l’obiettivo di offrire una soluzione “ponte” temporanea agli operatori in difficoltà. Oggi, con la legge ed il regolamento regionale operativi e il Piano di zona pienamente attuativo, dopo l’ultima proroga terminata lo scorso 30 giugno, non è più possibile autorizzare strutture che non hanno i requisiti previsti dalla vigente normativa regionale».
La richiesta fatta dall’assessore, inoltre,  «ha fatto registrare da parte dell’assessora Minasi, la pronta apertura e la piena disponibilità al confronto. In quella sede, peraltro, – ha concluso Delfino – avremo anche modo di valutare una strada che consenta di far fronte alla inevitabile fase di stallo che si verrà a creare nell’immediato, in attesa che si avvii il processo di modifica del regolamento regionale». (rrc)