;
Coldiretti Calabria: Si stima una diminuzione di olio di una bottiglia su tre

Coldiretti Calabria: Si stima una diminuzione di olio di una bottiglia su tre

Le famiglie devono dire addio a quasi una bottiglia su tre di olio, a causa dell’aumento dei costi. È quanto è emerso dal report La guerra dell’olio Made in Italy, redatto da ColdirettiUnaprol, da cui è emerso che si assisterà a un crollo della produzione nazionale e regionale di olive.

Un dato preoccupante, se si considera che la Calabria l’olivicoltura si sviluppa su oltre il 24% della superficie agricola utilizzata, con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari, circa 25milioni di piante e oltre 100 varietà di olive, un tesoro di biodiversità, con quasi il 50% biologico e un forte impiego di manodopera, nell’intera filiera. che coinvolge in Calabria oltre 600 frantoi e che ha tre Dop e una I.G.P.

«Questo – ha sottolineato Coldiretti – è un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie.  A pesare sulla produzione nazionale, con un calo stimato del -30%, é stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma diverse aziende hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni».
«Salva la qualità, con la Calabria che può vantare uno dei più ricchi patrimoni di varietà di olii. Con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole – hanno evidenziato Coldiretti e Unaprol – quasi 1 su 10 (9%) lavora in perdita ed è a rischio di chiusura, secondo dati Crea. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati.  E se i costi crescono mentre scendono i ricavi delle imprese, il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti della tavola con l’olio extravergine d’oliva per il quale sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno con l’arrivo delle nuove produzioni».
«La raccolta – hanno riferito Coldiretti e Unaprol – è partita in Sicilia, che da sempre anticipa tutte le altre regioni italiane. Il calo è diffuso del Sud Italia, specie nelle regioni più vocate all’olivicoltura come Puglia e Calabria, che da sole, rappresentano circa il 70% della produzione olivicola nazionale».
«Per sostenere la produzione, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale e la dieta Mediterranea di cui l’olio è componente fondamentale – hanno spiegato Coldiretti e Unaprol – occorrono un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve».
«Occorre sostenere le aziende e non cadere nell’inganno del falso Made in Italy  – hanno concluso – scegliendo e verificando attentamente l’etichetta. L’obiettivo – conclude Coldiretti -è di rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute». (rrm)