Il Comitato Magna Graecia, ha ribadito che il futuro per l’aeroporto di Crotone è il progetto Magnagraecia.
«Si è svolta, alcuni giorni fa – si legge in una nota – una manifestazione sulle drammatiche condizioni in cui versano lo scalo di Sant’Anna e tutti gli Asset della mobilità relativi all’ambito jonico. La manifestazione, ospitata nella sala del civico Consesso Pitagorico, ha visto la presenza di 12 Amministratori convenuti dalle province di Crotone e Cosenza. A margine della manifestazione, in cui si è discusso per cercare di addivenire ad una soluzione affinché lo scalo aeroportuale sia rimpinguato di servizi all’utenza, pur nella consapevolezza che attualmente i vettori abbiano declinato l’invito di Sacal ad incrementare i voli, diversi attori protagonisti della stessa hanno rilasciato delle dichiarazioni alla stampa».
«Registriamo, positivamente – si legge ancora – le lungimiranti linee d’indirizzo suggerite nel corso del dibattito dal già Consigliere regionale e attuale sindaco di Rocca di Neto, Alfonso Dattolo, il quale ha invitato gli Amministratori intervenuti a guardare all’area dell’Alto Jonio, quindi all’idea-progetto Magna Graecia. Parimenti meritorie le linee di indirizzo di altri sindaci».
«Tuttavia, nostro malgrado – continua la nota – abbiamo avuto modo di constatare, dalle dichiarazioni del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che lo scalo Pitagorico avrebbe già un suo bacino d’utenza, probabilmente sarà così, ma solo nella sua testa. Se poi al Sindaco Voce basta la presenza fisica di qualche sindaco per poter affermare il bacino c’è, e allora è libero di arrampicarsi sugli specchi. Appare riduttivo, se non semplicisticamente superficiale, pensare che il ristretto ambito Crotonese, possa essere reso appetibile dall’incremento di circa 25mila abitanti in più. La stessa Enac stima come bacino di riferimento dello scalo un ambito di oltre 400mila abitanti, ovvero, circa, il famoso contenitore foriero di migliorie sotto ogni punto di vista, più conosciuto con il termine di Area della Magna Graecia».
«Ci preme ricordare (ma il sindaco Voce ne è assolutamente a conoscenza) – prosegue ancora la nota – che l’ambito dell’Arco Jonico-Silano Magno Graeco è qualcosa molto più inclusivo del semplicistico concetto immaginato dall’Amministratore. A costui ribadiamo, che l’idea progetto Magna Graecia abbraccia tutta l’area Crotonese, la Sibaritide, l’area Federiciana e la Sila Graeca, e non già i soli comuni di Cariati e San Giovanni, offrendo una visuale di territorio nuova e, soprattutto, demograficamente e politicamente più rappresentativa. Ci chiediamo secondo quale logica il Sindaco Voce consideri bastevole e “grande” un ambito di circa 200mila abitanti se anche l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha stimato, e non da oggi, necessaria e sufficiente, come bacino d’utenza per il mantenimento dello scalo, un territorio che inveri almeno il doppio della popolazione».
«Sa il sindaco Voce – continua ancora la nota – che il Catanzarese, guarda per questioni di opportunismo ed opportunità allo scalo Lametino, o è convinto che dal Capoluogo di Regione si recheranno a Crotone a prendere i voli? È a conoscenza del fatto che la Sibaritide, sia costretta a guardare a Lamezia, ed ancor prima a Bari, poiché, ad oggi, raggiungere lo scalo Pitagorico è un’impresa titanica? Ed ancora sa che da Cariati, via Corigliano-Rossano, una navetta conduce passeggeri allo scalo Lametino? Ecco, vorremmo che il Sindaco rispondesse su questo e sul perché continua a mantenere un atteggiamento, colpevolmente, silente sul progetto Magna Graecia. E con lui altri Sindaci corresponsabili del mancato decollo dell’intera area jonica. Non bisogna essere dei luminari in geografia per comprendere che un fazzoletto di terra di circa 200mila abitanti, quale è la Crotoniatide, non ha altre possibilità se non aprirsi ad un pari ambito, bistrattato dalla storia e dai fatti: la Sibaritide. Entrambe periferie e lande desolate dei bacini d’area vasta del centro e nord Calabria».
«È inutile continuare – prosegue la nota – a mantenere atteggiamenti defilati che, giocoforza, implicano diffidenza anche nell’area dell’Alto Jonio Cosentino, che spera in un’apertura culturale dell’ambito Crotonese. La Politica crotonese ha il dovere di uscire dal fumo dell’impalpabilita, non fosse altro per mettere fine alle cicliche boutade da squallida propaganda elettorale che ancora taluni Amministratori della Sibaritide, pezzenti di idee, utilizzano per promuovere l’ipotesi di un inutile scalo a Sibari. Di contro, rispediamo ai mittenti i doppiogiochismi di amministratori e burocrati, Sibariti e Crotoniati, che da un lato aprono all’unica idea foriera d’interessi per i loro territori e dall’altro mendicano, con il cappello in mano, alla corte dei capoluoghi storici, veri soggetti attuatori dello stato di stallo, degrado ed abbandono di tutto l’arco Jonico Magnograeco».
«Lo ribadiamo ancora una volta – conclude la nota – a scanso d’equivoci, il Comitato sta proponendo una rinnovata visuale, anzitutto, culturale e politica, che miri a ridisegnare territori ormai alla canna del gas. Chi, per interessi di bottega, continua a girarsi dall’altra parte immaginando improbabili Asl, bacini aeroportuali inesistenti, ambiti portuali innaturalmente aggregati a Gioia Tauro, inutili e fuorvianti scali a Sibari, più una serie di nefandezze inenarrabili, non fa torto a Noi, ma si rende attore protagonista del male perpetrato e perpetuato al proprio popolo ed alla propria terra». (rkr)