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Rubens curia

Comunità Competente Calabria scrive ai Commissari delle Asp per una sanità partecipata e trasparente

Il portavoce del movimento Comunità Competente Calabria, Rubens Curia, ha scritto una lettera ai Commissari straordinari delle Asp calabresi per chiedere «di attivare in questi 60 giorni, un grande bagno di democrazia partecipativa con un confronto serrato con le Associazioni dei cittadini ,i sindaci, le Organizzazioni Sindacali».

« il movimento Comunità Competente – si legge nella lettera – formato da associazioni e cittadini e cittadine partecipi da tempo sui temi della salute nella nostra regione, con la presente richiama il comma 4 dell’articolo 2 della Legge 30 dicembre 2020,n°181, il quale dispone che le S.S.L.L. entro 90 giorni dalla nomina a commissario adottino l’Atto Aziendale, rammentando che tale documento disegna l’organizzazione e la mission della Azienda e i suoi rapporti con le rappresentanze degli Attori sociali e degli Entilocali».

«Richiama, anche – continua la lettera – il dato che 11 anni di Piano di Rientro cui è sottoposto il Servizio Sanitario Regionale non hanno prodotto una svolta positiva, né in merito alla qualità dei Livelli Essenziali di Assistenza, nonostante l’impegno degli operatori sanitari, né con riferimento al disavanzo economico».

«Abbiamo assistito, in questi anni – continua la lettera –– all’infiltrazione della ’ndrangheta, a fenomeni di corruzione e d’incompetenza nell’amministrare le Aziende Sanitarie che gradualmente, si sono allontanate dai cittadini, non dando risposte sufficienti ai loro bisogni di salute e incrementando, in modo patologico, la “mobilità passiva”».

«Pertanto – conclude la lettera – riteniamo che l’atto aziendale sopra citato sia il documento “nobile” con cui debbano essere, basilarmente, affrontate e risolte molte inadempienze quali la medicina distrettuale “desertificata”, il progetto obiettivo materno infantile (Pomi) incompiuto, il piano nazionale della cronicità inattuato, la telemedicina solamente dichiarata, la salute mentale svuotata di uomini e mezzi, gli screening dei tumori femminili e del colon-retto non attuati compiutamente, i presidi ospedalieri, con una forte carenza di personale, condividendo lo spirito dell’articolo 2 del 181/2020». (rrm)