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Terme Luigiane

Con il presidente Occhiuto si apre un nuovo corso della vicenda delle Terme Luigiane

Riceviamo e pubblichiamo

di FRANCO BARTUCCI Caro Direttore, ho letto con molta attenzione l’intervento che i due  sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese ti hanno fatto pervenire e che hai pubblicato nel tuo giornale del 9 dicembre ultimo scorso con il titolo “Terme Luigiane, le precisazioni dei sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese”.

Un documento dove si intravede una formula tipo “la lotta continua” senza quartiere, contravvenendo a ciò che la sentenza del Tar ha stabilito ed invitato le due Amministrazioni ad applicarla e rispettarla senza condizioni. Ha semplicemente affermato che l’accordo raggiunto dalle parti l’8 febbraio 2019 era valido e che non poteva essere ricusato e che, quindi, tutte le azioni di prelievo forzoso unilaterale effettuate dai due sindaci sui beni del compendio termale ed in particolare dello stabilimento San Francesco e delle sorgenti nel mese di febbraio 2021 sono da considerarsi illegittime.

Una sentenza che invita i due sindaci a ripristinare le condizioni di funzionalità delle Terme nei modi e nelle condizioni vigenti prima della chiusura dei rapporti stabilito con la scadenza del contratto di sub concessione con la Sateca fissato al 31 dicembre 2020.

Nella gestione della vicenda, come nello stesso documento di cui sopra, continua ad emergere la mancanza di umiltà, nel gestire un bene pubblico, e di buon senso per una saggia amministrazione  del bene, come l’acqua termale, che appartiene alla Regione e, quindi, alla collettività di curanti.  E questo mio intervento va nella direzione di una rivendicazione di cure termali mancati e tutela alla salute per quelle migliaia di persone, ai quali è stato tolto il  diritto di accedervi per la stagione 2021 venendo meno la funzionalità degli stabilimenti termali.

Il guaio di questa vicenda è che continua a persistere, come si evince dal sopra citato intervento dei due sindaci, un modo sbagliato di comportamento e di lettura delle funzioni di proprietario e concessionario delle sorgenti termali, che come è stato più volte riferito questa funzione appartiene alla Regione Calabria.

I due primi cittadini ritengono dalle azioni che hanno messo in campo durante l’anno nell’acquisizione dei beni e comportamenti susseguenti di aver svolto il loro dovere. L’errore è che hanno svolto un ruolo e una funzione di proprietari essendo titolari dei beni strutturali ubicati all’interno del compendio termale; mentre nella realtà hanno confuso le cose non considerando che delle acque termali e quindi delle sorgenti sono semplicemente concessionari e non proprietari, tale da spingerli a decidere circa l’approvazione del regolamento di distribuzione delle acque, come della loro deviazione e riversamento nel torrente “Bagni”.

Lo stabilisce la legge regionale 27 aprile 2015 n°11,  con  l’obbligo, oltre a stabilire gli anni di validità della concessione per un periodo massimo di trenta anni a partire dal 2006, che le due amministrazioni comunali avrebbero dovuto impegnarsi a presentare un progetto di sviluppo della stazione termale. 

Comportamenti che gravitano nella illegittimità in quanto prima ancora di predisporre atti ed azioni mirati all’indizione di procedure mirate alla ricerca di un nuovo sub concessionario, trattandosi della gestione delle acque termali, avrebbero dovuto trovare l’approvazione legittima degli uffici regionali di competenza. Questo non è accaduto per come si evince dalle diverse note inviate dal Consigliere regionale Molinaro al presidente f.f. Nino Spirlì in varie circostanze e rese pubbliche mediante gli organi d’informazione.

Nella lettera dei due sindaci si annuncia appello avverso la sentenza del Tar, che come già sopra evidenziato invita le due amministrazioni comunali  a ripristinare la piena funzionalità del servizio termale attraverso l’erogazione dell’acqua delle sorgenti secondo le regole che vigevano in funzione dell’accordo raggiunto l’8 febbraio 2019 presso la Prefettura di Cosenza. Un appello che dovrebbe essere presentato dalla Regione Calabria essendone proprietaria e questo non sembra che vada in questa direzione.

La notizia è di oggi e riguarda un incontro svoltosi ieri presso la cittadella regionale di Catanzaro, dove il Presidente Roberto Occhiuto ha ricevuto una delegazione del sindacato Cisl provinciale di Cosenza, rappresentata dai dirigenti Gerardo Calabria e Giuseppe Lavia, con un gruppo di lavoratori delle Terme Luigiane.

In una nota diramata dal Sindacato si apprende che il Governatore Roberto Occhiuto abbia mostrato grande interesse a risolvere la questione entro la fine dell’anno. Avrebbe garantito che attiverà ogni procedura, contatti e confronti con le parti per ripristinare in tempi brevi la piena funzionalità delle Terme Luigiane.

«Oggi si è svolto un incontro voluto dalla Cisl – è scritto nel comunicato – con il Presidente Occhiuto, il cui esito è stato estremamente positivo. Si è discusso a fondo del problema tanto che il Presidente si è impegnato a ricevere subito l’Azienda Sateca, come anche i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese».

«Occhiuto è determinatissimo a risolvere la situazione entro la fine di dicembre – hanno sottolineato nel loro comunicato – apprezzando il nuovo corso che della vicenda si è aperto».

Un bene per i lavoratori e l’indotto gravitante attorno alla cittadella termale e soprattutto per i curanti che potranno accedervi al più presto in modo da superare la durezza e le sofferenze del loro stato fisico causato dalla chiusura della stagione scorsa, situazione Covid permettendo. (fb)