È con la mostra Tutte le cose si compiono di Claudia Giannuli che si chiude la terza edizione di Ceilings, il progetto dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, cofinanziato dalla Regione Calabria con i fondi Pac Calabria 2014-2020.
L’esposizione, a cura di Simona Caramia, è visitabile dal 25 gennaio al Museo Archeologico Lametino e si chiude con l’intervento di Claudia Giannuli, a cui l’artista lavora da maggio e che è stato possibile grazie al lavoro sinergico di docenti e studenti dell’Accademia: i professori Andrea Grosso Ciponte, Lea Urzino e le allieve Michela Intrieri, Maria Gilda Perri e Giorgia Rosi.
L’opera di Giannuli, pensata per il Museo archeologico nazionale lametino e fortemente voluta dalla direttrice dott.ssa Simona Bruni, restituisce simbolicamente un frammento di storia importante a tutto il territorio calabrese.
Nel testo del catalogo generale di Ceilings, Simona Caramia – curatrice dell’intervento e direttore artistico dell’intero progetto – scrive: «Tutte le cose si compiono nasce da un’attenta analisi della collezione permanente del Museo lametino, omaggiando il Tesoro di Sant’Eufemia, composto da un diadema, parti di due o tre collane, terminali di un paio di orecchini a spirale, pezzi di alcune cinture, un anello e frammenti di altri ornamenti appartenenti ad una o più donne ricche. Il tesoro fu realizzato tra il 330 e il 300 a. C. dal “Maestro di Sant’Eufemia”, fu ritrovato nel 1865 e fu venduto al British Museum di Londa nel 1896».
«L’opera di Giannuli – scrive ancora Caramia – restituisce al Museo una reinterpretazione del diadema, che non vuole e non può essere un’emulazione del prezioso gioiello, ma un interessante spunto per riflettere sulla potenza simbolica degli ornamenti nel passato. Da gioiello punitivo, e per nulla ornamentale, l’opera di Giannuli manifesta il suo potere producendo l’occlusione della vista. Così foglie bianche in ceramica – o rosa come si vede nell’animazione 3D – occludono gli occhi, intesi quale mezzo di conoscenza del mondo, un mondo che proprio nel periodo di lockdown – che ha attraversato questa edizione di Ceilings – abbiamo visto scomparire per mesi, sotto il peso di chiusure, più o meno radicali».
L’opera, ultimata a dicembre, si compone di una video animazione in loop su monitor e da una scultura in ceramica e ottone in teca; l’intervento sarà visibile al Museo lametino dal 25 gennaio ore 10.30 e documentato nel catalogo della terza edizione del progetto.
Ceilings è realizzato in partenariato con Direzione Regionale Musei Calabria, Fondazione Rocco Guglielmo, Comune di Cosenza, Comune di Catanzaro, Provincia di Catanzaro, Galleria Nazionale di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, BoCs Art Museum di Cosenza, Fondazione Attilio ed Elena Giuliani, Villa Rendano – Museo Consentia itinera, MABOS – Museo del Bosco della Sila, Lanificio Leo, Nido di Seta, Museo della Seta, Museo archeologico Lametino di Lamezia Terme, Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, Museo e Parco archeologico nazionale di Scolacium, Carabinieri Forestali della Calabria, con il patrocinio di ICOM Italia, Alma Artis Accademia di Belle Arti di Pisa, Libreria Ubik di Catanzaro. (rcz)