Un importante confronto si è svolto tra la Cicas – Confederazione Imprenditori Commerciali Artigiani Turismo Servizi della Provincia di Cosenza, in rappresentanza degli Ambulanti, e il Comune di Cosenza, per l’organizzazione della storica Fiera di San Giuseppe che si terrà nel prossimo mese di marzo.
La Cicas, da sempre vicina agli ambulanti, e per i quali storicamente si è sempre schierata a loro sostegno, è stata rappresentata dalla dott.ssa Anna Maria De Rose, coordinatrice Cicas per la Provincia di CS e dal sig. Gianni Gervasi, Responsabil
Durante l’incontro, si è discusso di vari argomenti quali l’organizzazione della logistica, la sicurezza, soprattutto in questo periodo di Covid, nonché le tariffe che verranno richieste ed applicate agli ambulanti per l’occupazione temporanea del suolo pubblico.
«Tra gli argomenti trattati – si legge in una nota – il più delicato è stato sicuramente quello relativo al contributo da pagare per l’occupazione del suolo pubblico, poiché gli ambulanti del comparto non-alimentare, per lunghissimo tempo, a causa della pandemia, sono stati sottoposti a chiusure forzate, dovute alla chiusura delle aree mercatali e quindi fortemente penalizzati anche e soprattutto dalla mancanza di adeguati ristori».
«Fermo restando – continua la nota – le esenzioni di cui potrebbero beneficiare, gli ambulanti si sono dichiarati disponibili a pagare un contributo per l’occupazione del suolo pubblico, nonché un contributo (come solito fare) per i costi che l’amministrazione sosterrà per l’illuminazione. L’amministrazione dal canto suo si è dichiarata disponibile a ridurre i costi a carico degli stessi».
«Cicas –spiega la nota – nella fattispecie, ha proposto una riduzione significativa dei costi a carico degli operatori vista anche
Anna Maria De Rose ha ringraziato gli assessori Battaglia e De Cicco per la disponibilità e la sensibilità mostrata essendo certa che le richieste verranno accolte.
«L’incontro è stato positivo e collaborativo da entrambe le parti – conclude la nota – il cui unico scopo è quello di riprendere una tradizione interrotta dalla Pandemia, poiché costituisce la