Questo pomeriggio, a Cosenza, alle 18, al Bak&Bros, per la decina di titoli finalisti dell’edizione 2023 del Premio Sila sarà presentato il romanzo Il continente bianco di Andrea Tarabbia, edito da Bollati Boringhieri.
All’incontro, promosso dalla Libreria Mondadori di Cosenza, sarà presente l’autore.
Lombardo di nascita, bolognese d’adozione, russista di formazione e docente di Letteratura comparata all’Università di Bergamo, già vincitore del Premio Campiello nel 2019 con “Madrigale senza suono” Tarabbia è tra i dodici candidati al Premio Strega 2023 proprio con “ll continente bianco”.
A dialogare con lui sarà Ugo G. Caruso, lettore curioso e dai gusti eterodossi, figura eclettica, saggista, già storico del cinema e dello spettacolo, ex critico cinematografico, di formazione storico contemporaneista e del pensiero politico,
Il romanzo di Tarabbia prende le mosse da un altro romanzo, L’odore del sangue, di Goffredo Parise scritto sul finire degli anni settanta ma edito postumo ed incompiuto nel 1997. Dallo stesso fu tratto un film con lo stesso titolo nel 2004, diretto da Mario Martone.
Tarabbia riscrive il romanzo di Parise entrandovi proprio da un accesso rimasto non percorso e avvalendosi di un alter ego di carta in forma di self fiction.
Ne Il continente bianco il Tarabbia “finzionale” va ad aggiungersi al triangolo costituito da P*, un affermato psicoanalista cinquantenne di origine veneta che esercita a Roma, Silvia, la moglie, una donna di estrazione alto borghese ancora attraente ed inquieta ed un venticinquenne, Marcello Croce, dotato di un fascino ambiguo e ammaliante.
Questi è un militante di estrema destra dal carattere violento che teorizza e pratica idee razziste e suprematiste insieme ad un manipolo di pericolosi sodali, taluni deliranti nostalgici del ventennio dai contorni sfumati, quasi metafisici, altri più primitivi, picchiatori animati da una violenza cieca in cui non è difficile riconoscere formazioni politiche continuamente alla ribalta della cronaca per le loro imprese ai danni di immigrati, nomadi, senzatetto, avversari politici o qualsivoglia genere di malcapitati invisi alla loro ideologia di matrice nazifascista.
L’obiettivo dichiarato è eversivo: forti di connivenze politiche nelle sfere istituzionali e del crescente allarme su certi temi nell’opinione pubblica, le cellule del movimento presenti sul territorio nazionale ma con collegamenti stabili in molti altri Paesi, sono pronte ad azioni armate volte a preservare la collettività dalla commistione con altri gruppi etnici e altre culture, anche attraverso il rovesciamento dell’ordine costituzionale.
Frattanto Silvia, da tempo incline ad allacciare brevi flirt che la distraggano dalla noia della vita coniugale con il beneplacito del marito, a sua volta coinvolto in una relazione parallela con una giovane donna che periodicamente raggiunge nella sua dimora veneta, viene sempre più irretita dal rapporto con Marcello Croce che assume via via i connotati di un giogo morboso e perverso.
Per la prima volta P* confessa, in modo anticonvenzionale, al suo assistito di essere pervaso dal sentore di un imminente evento tragico.
Ma Marcello non seduce solo Silvia: la malìa che promana da ogni suo gesto, da ogni studiato atteggiamento, fa presa anche sul romanziere/coprotagonista che – avvicinatolo casualmente mentre si reca alle sedute presso l’abitazione del dottor P* – inizia a frequentarlo, in cerca di una storia per il suo prossimo romanzo.
Assiste così, con tutti i trasalimenti e i turbamenti del caso, alle riunioni del gruppo connotate da discorsi farneticanti e alle dimostrative a danno delle loro malcapitate vittime.
In breve però i fatti precipitano verso uno scenario sempre più drammatico, sia sul versante, per così dire, privato che su quello sociale e politico…
Il continente bianco è un romanzo che esplora sulla falsariga di quello di Parise cui si ispira, i meccanismi della seduzione e i rapporti di potere, a volte funesti, che agiscono nelle zone più recondite della mente umana, regalandoci lo straordinario ritratto di alcuni personaggi indimenticabili sullo sfondo di un Paese che danza sull’abisso. (rcs)