Domani sera, a Cosenza, alle 19.30, sul sagrato della Chiesa di Santa Teresa, si terrà la cerimonia di consegna del Premio Franco Locanto a Pietro Rende.
La pergamena verrà consegnata dalla moglie di Franco Locanto, Gianna Misasi e dai figli Maria e Giovanni Locanto, per «aver condiviso con Franco Locanto un percorso fecondo di crescita intellettuale e morale, una strada rischiarata dai valori di un cattolicesimo attivo e attento ai bisogni degli ultimi, nella comune missione liberatrice e modernizzatrice della politica in Calabria. Tale ispirazione politica traspare dall’impegno profuso dall’on. Pietro Rende nel Consiglio comunale, nel Consiglio regionale e nel Parlamento italiano. Questo premio è un riconoscimento alla forza di un’amicizia che ha sconfitto il tempo e ha trasformato Franco nel suo angelo custode».
Franco Locanto nasce a Castrovillari (CS) il 18 ottobre 1934. Laureato in Pedagogia a Palermo, docente all’Università di Bari, diventa tra i più attivi protagonisti per la realizzazione dell’Università degli studi della Calabria. Uomo del dialogo e della solidarietà, al centro della sua azione c’è sempre la libertà e l’ispirazione religiosa. Svolge il ruolo di capo della segreteria politica del cognato Riccardo Misasi al Ministero della Giustizia, del Commercio estero e della Pubblica istruzione. Termina la sua esistenza terrena a soli 40 anni, il 4 dicembre 1974, mentre ricopre l’incarico di assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Cosenza.
L’ottava edizione del «Premio Franco Locanto» viene assegnata a Pietro Rende perché, proprio come Franco Locanto, ha vissuto l’impegno nelle istituzioni come un servizio alla comunità. L’insegnamento di Locanto è un monito a intendere la politica, innanzitutto, come risposta ai bisogni della gente meno rappresentata.
Il Premio rientra nell’ambito della Settimana della Cultura Calabrese. Oltre al Premio Locanto, nei giorni scorsi sono stati consegnati il Premio Gustavo Valente a mons. Filippo Ramondino, per cui «lo studio del passato non è «maneggiare aridamente dati per storiografare, ma cercare la vita nella storia», come lui stesso ha avuto modo di scrivere nel suo prezioso saggio sulla “Pastorale sociale dei vescovi in Calabria”. Tanti i campi di attività di mons. Ramondino: dal dirigere con competenza e passione l’Archivio storico della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea all’insegnamento nell’Istituto Teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro, alla divulgazione del patrimonio storico della Chiesa calabrese con articoli, saggi su giornali, riviste e volumi».
A consegnare il riconoscimento, mons. Luigi Renzo, vescovo emerito della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea insieme a Giuseppe Valente.
Il 28 settembre, invece, mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha consegnato a don Giacomo Tuoto il Premio padre Maffeo Pretto – La pietà popolare in Calabria.
Il Premio è stato istituito per ricordare il missionario scalabriniano che ha indagato, studiato, pubblicato e divulgato le storie e i valori del cattolicesimo popolare. Il riconoscimento annualmente viene assegnato agli autori di saggi che proseguono gli studi sulla pietà popolare in Calabria.
Il Premio è stato consegnato a don Toto che «nei suoi lunghi anni di parroco-rettore della Cattedrale di Cosenza, ha guidato e accompagnato il popolo a riscoprire l’autentico culto alla Vergine del Pilerio. Grazie anche a lui, la devozione mariana si è «radicata nel cuore dei cosentini» e dell’intera Archidiocesi di Cosenza-Bisignano». (rcs)