DALL'UNIVERSITÀ DI TORINO UN INTERESSANTE STUDIO SUI PRODOTTI TIPICI CALABRESI RICCHI DI COLESTEROLO;
Cibo della Calabria

COVID, IL VACCINO GUARDA IN CALABRIA:
DAL CIBO ECCO LE MOLECOLE ANTIVIRALI

di CARLO SALVO – La Calabria è una regione alquanto strana che a volte riserva delle piacevoli sorprese. Le più svariate e gravi problematiche che da sempre hanno caratterizzano la nostra regione, in questi ultimi mesi sembrano essere dimenticate, non certamente per meriti di natura umana ma per una serie di coincidenze, ambientali, territoriali e culturali che hanno favorito e protetto i calabresi dal feroce attacco del virus Covid 19. 

È un dato di fatto che, tra tutte le regioni, la Calabria sia stata una di quelle meno colpite, tant’è che il sistema sanitario, nonostante il preoccupante allarme mondiale, non è stato fortunatamente messo alla prova, i reparti di terapia intensiva non sono stati presi d’assalto, a differenza di alcune regioni del Nord che per gli eccessivi ricoveri hanno dovuto creare ulteriori posti, utilizzando strutture diverse da quelle sanitarie. Nell’analizzare questo particolare fenomeno, dopo svariate riflessioni, si è assunta, già da tempo, la consapevolezza che in Calabria il virus non ha trovato terreno fertile grazie all’alimentazione basata su prodotti tipici locali che per le specifiche ed uniche caratteristiche organolettiche fungono da farmaco naturale di prevenzione e cura del virus. Così la ricercatissima soppressata con la “lacrima”, il salame piccante, la nduja, il sanguinaccio di maiale, i funghi sott’olio, le polpette di carne e melanzane, le frittelle di fiori di zucca e le olive locali nere e verdi, potrebbero rappresentare il vero ed unico vaccino a difesa del coronavirus, insieme all’ottimo vino rosso paesano, curato nelle private cantine.   

Ad avvalorare questa tesi, un team di ricerca italiano, dell’Università di Torino il quale ha individuato una molecola del colesterolo che da sola blocca il coronavirus. Si tratta della 27OHC, la molecola 27-idrossicolesterolo, presente nel corpo umano per il metabolismo del colesterolo. I ricercatori dell’Università di Torino hanno fatto questa interessante scoperta in collaborazione con la Panoxyvir, una start up innovativa e tale studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Redox Biology, con cui dimostrano che tale molecola è in grado di bloccare la replicazione del coronavirus nelle cellule dell’uomo. Tale interessante scoperta evidenzia che il 27OHC è  un antivirale ad ampio spettro che ha la capacità di bloccare i cosiddetti Rhinovirus, ossia i principali patogeni responsabili del raffreddore comune e i Rotavirus che sono la causa più comune delle gastroenteriti virali. Questa molecola, inoltre, riesce a bloccare i patogeni attraverso un meccanismo che non bersaglia direttamente le particelle virali, bensì modifica in modo transiente fattori della cellula ospite necessari ai virus per replicarsi.

Nel prossimo futuro, la Calabria diventerà la regione più ambita per le mete degli Italiani e non, i quali grazie allo studio scientifico sul rapporto tra alimentazione e coronavirus, troveranno quella tranquillità psicologica che a causa di falsi allarmismi hanno da tempo perso. Il risveglio del desiderio di una nuova vita è legato quindi alla nostra terra calabrese che non sarà ricordata più  per le notizie di malaffare, bensì per la varietà  di piatti tipici, ricchi di colesterolo, da sempre considerato erroneamente nocivo alla salute, laddove invece è risultato idoneo a bloccare gli effetti nefasti del virus più odiato al mondo. (cs)