Per il progetto “PretenDiamo legalità”, promosso dal ministero degli Interni di concerto con il ministero dell’Istruzione e del merito, gli studenti delle seconde classi del Pertini–Santoni di Crotone hanno incontrato funzionari e agenti della polizia postale e delle telecomunicazioni e della Questura locale.
Nell’ottica della prevenzione e con l’obiettivo di promuovere il ruolo dei giovani come protagonisti del cambiamento positivo per costruire città e società più inclusive contro ogni forma di razzismo, di intolleranza e discorsi d’odio, di violenza e di prevaricazione, sono state affrontate le tematiche della cittadinanza digitale, della sicurezza on line e dell’educazione all’affettività.
Il dialogo con gli studenti è partito proprio dal tema dell’educazione all’affettività, fondamentale per educare alla parità di genere, al superamento degli stereotipi sociali ed al contrasto alla violenza ed è stato trattato da Claudia Iasevoli, Claudia Spiricito e Chiara Lorenzo, agenti in servizio presso la Divisione Anticrimine e l’Ufficio Minori della Questura di Crotone le quali, dopo un lungo (purtroppo) elenco di nomi di Donne vittime di “femminicidio” hanno focalizzato l’attenzione degli studenti sulla importanza del rispetto reciproco e dell’empatia quale fisiologica componente di una relazione nonché sui segnali d’allarme, da non trascurare, che ne costituiscono la trasformazione “patologica” e la sua conseguente estrema pericolosità. Segnali che molte volte si trascurano o si minimizzano fino a trovarsi coinvolti in una relazione “tossica” che può giungere ad un esito drammatico.
Ed invece, dal tunnel dell’odio si deve uscire. Una relazione “tossica” va interrotta senza se e senza ma. Con l’aiuto della famiglia, degli amici, senz’altro, ma soprattutto rivolgendosi alla forze dell’ordine e denunciando quanto sta accadendo. Oggi, grazie alle nuove norme del Codice rosso, le forze di polizia e la magistratura devono agire in tempi rapidissimi, fondamentali per scongiurare che il nome di una ennesima, nuova, vittima salga tragicamente agli onori della cronaca nera per poi finire nell’oblio.
Molti di questi segnali d’allarme, d’altronde, oltre a manifestarsi nella realtà concreta di un rapporto, si manifestano nella realtà virtuale da cui i giovani sono ormai conquistati da tempo con il rischio, in caso di un uso inconsapevole del web, di una evoluzione estremamente pericolosa per la vasta platea di potenziali vittime di manifestazioni di odio in rete come il bullismo e cyberbullismo, il body shaming ed il revenge porn.
Su questi ultimi temi è poi intervenuto il viceispettore Otello Chimenti della polizia postale e delle telecomunicazioni che da anni ormai infaticabilmente incontra gli studenti per informarli e formarli ad un corretto utilizzo della rete e che anche oggi non poteva mancare per dare il prezioso contributo, derivante dalla sua lunga esperienza, ai temi trattati.
A conclusione dell’incontro, coordinato dai proff. Elisabetta Barbuto e Roberto Rossitti che hanno portato ai relatori, agli studenti ed ai docenti, il saluto della dirigente, dott.ssa Annamaria Maltese, numerose le domande degli studenti cui ha risposto, oltre ai relatori, anche il dr. Lorenzo Manna, commissario presso la Questura di Crotone.
«Per noi – ha dichiarato una giovanissima studentessa – una esperienza significativa e molto importante di cui faremo senz’altro tesoro nei rapporti umani ed affettivi. Denunciare fa paura ma va fatto se qualcuno ti soffoca la vita con il suo odio. Ed una riflessione importante va fatta anche da chi l’odio lo manifesta nei confronti degli altri. Sono sicura, ha poi concluso, che incontri come questo servono a difendersi ma anche a cambiare rotta se si è intrapresa una brutta strada perché stare insieme significa accettarsi l’un l’altro con i nostri pregi ma anche con le nostre debolezze umane. E a rispettarsi. Sempre e comunque». (rkr)