Si intitola Il mondo matto la mostra didattica a cura della prof.ssa Esposito, realizzata al Liceo Gravina di Crotone in collaborazione con il Goethe Institute, in occasione dell’annuale open day e degli incontri di orientamento con gli studenti della scuola secondaria di primo grado.
Hanno contribuito all’organizzazione delle attività didattiche le professoresse di tedesco Fragale e Milelli e la professoressa di Arte Trocino.
Il mondo matto è, infatti, il mondo alla rovescia – un po’ come il mondo di Alice di Lewis Carroll – e sollecita un esperimento mentale, favorito dalla meraviglia che le illustrazioni dell’artista tedesco Atak (pseudonimo di George Barber) suscitano, stimolando, appunto, l’attitudine ad assumere in proprio il punto di vista dell’altro: i piccoli dalla parte dei grandi, i bambini da quella degli adulti, le prede dal punto di vista del cacciatore, e viceversa , così da raggiungere un punto di equilibrio, che aiuta la comprensione delle diverse situazioni umane e alimenta un rapporto virtuoso tra le generazioni giovani e le generazioni adulte, basato sull’empatia e la comprensione reciproca, che è ciò che la scuola deve soprattutto proporsi di promuovere.
Oltre a questo, la mostra ha l’intento specifico, proprio di un Liceo linguistico come il nostro, di estendere e potenziare l’interesse per lo studio delle lingue come principale mezzo di comunicazione e scambio tra i popoli europei e , tra queste, in particolare, per lo studio del tedesco, nei confronti del quale, negli ultimi anni sembra si sia indebolita, nelle famiglie, negli studenti e nelle autorità scolastiche del crotonese, la necessaria sensibilità, sulla base del falso pregiudizio circa la difficoltà della lingua tedesca. In generale, lo studio dell’inglese e delle altre lingue europee – il francese, lo spagnolo il tedesco – deve essere sempre più decisamente promosso così che gli studenti possano trovare nell’offerta scolastica il giusto equilibrio, per evitare di restare imprigionati nel ristretto orizzonte di tradizioni, che diventano sterili se non c’è un costante impegno di confronto, di modernizzazione e di rinnovamento.
L’Open day è, appunto, un invito a guardare alla scuola come luogo di decentramento mentale, di dialogo tra le generazioni, di crescita culturale, di elaborazione di prospettive innovative, in cui i giovani, partecipando come attori protagonisti, possano acquisire le risorse utili alla propria crescita e funzionali allo svecchiamento di un ambiente culturale povero di stimoli, ritagliandosi uno spazio proprio per costruire, insieme agli altri, un futuro diverso. (rkr)