di CATERINA RESTUCCIA – Si alza da San Ferdinando l’urlo dell’ennesimo riscatto della terra di Calabria.
Il piccolo comune marino, fortemente attratto dalle politiche portuali e imprenditoriali che gravitano intorno al noto Porto di Gioia Tauro, si fa tavola rotonda per un incontro che dia ampio respiro a tutte le visioni intorno alla realtà ultradecennale del porto.
Ed è così che a San Ferdinando si è vista una sala consiliare incredibilmente stracolma e si è registrato un pubblico interessato e attento per un incontro – dibattito molto attrattivo dal titolo: Al centro del Mediterraneo – Porto e territorio, una sfida possibile.
Il convegno ha sintetizzato l’unione di numerosi enti compartecipanti per l’organizzazione dell’evento: Comune di San Ferdinando, l’Autorità di Sistema Portuale dei Due Mari Tirreno Meridionale e Ionio, M.A.S.K. ITS Academy, Automar, Callipo Group, Rubbettino, l’Accademia delle Belle Arti di Roma, il Partito Democratico.
Con la moderazione della giornalista Barbara Panetta la serata ha goduto di un susseguirsi di nomi insigni di relatori e relatrici, che hanno delineato sulla scorta del proprio ruolo, e soprattutto di tutti i compiti svolti negli specifici ambiti, una fisionomia completa della realtà portuale.
L’incipit è stato, come la regola vuole, istituzionale. Non sono mancati, difatti, i saluti istituzionali e i ringraziamenti del Primo Cittadino di San Ferdinando Luca Gaetano.
E lungo le direttrici del convegno sono emerse senza retorica sia tante criticità quante altrettante fiducie e prospettive future verso una realtà portuale che ancora ha molto da offrire e sviluppare.
È stata così una vera e propria batteria di interventi, che hanno manifestato varietà di intenti e soprattutto di stati d’animo. Ha immediatamente evidenziato la sua soddisfazione l’Ammiraglio Andrea Agostinelli, Autorità Portuale, che, pur manifestando un certo entusiasmo per i risultati raccolti dal lavoro svolto dal Porto, non ha taciuto qualche amarezza per le annose questioni di numerosi ettari di Retroporto in fase stagnante.
Infatti, il Porto di Gioia Tauro, che ha sempre attirato l’attenzione di autorità e di società, rimane al centro delle discussioni su apertura e chiusura di un territorio ancorato a retaggi e miti, ad angosce ed attese imprenditoriali ancora difficili da risolvere così come anche esprime la stessa Rosy Ficara di Automar S.p.a. La stessa, pur riportando dati importanti della società, ha oggettivamente denunciato le carenze strutturali e di servizio, che impediscono l’esplosione imprenditoriale del territorio. E lungo la stessa linea si sono trovati il grande imprenditore calabrese Pippo Callipo e il presidente di Confindustria di Reggio Calabria Domenico Vecchio, convogliando, criticamente insieme, sulle tortuosità burocratiche e politiche della questione “Porto di Gioia Tauro”.
Proprio per questo è Gregorio Pititto della CGIL che, con tono pacato e speranzoso, invita, invece, le forze politiche a incidere più positivamente sul caso Porto di Gioia Tauro, auspicando maggiore comunicazione tra le parti al fine di un ulteriore decollo territoriale.
«La Calabria è una terra che ha tutte le condizioni per superare ogni limite e ogni barriera», grida in chiusura e dirittura d’arrivo dell’incontro l’Onorevole Giuseppe Soriero, già Sottosegretario e autore del testo “Andata in porto”, cronistoria della questione portuale gioiese che racconta una sfida e ne celebra una riuscita.
Sono spettate, infine, ad Antonio Misiani, già Viceministro dell’Economia e delle Finanze, le conclusioni positive e costruttive del dibattito “Ai calabresi e alla Calabria non mancano le potenzialità e non mancano i numeri per un rilancio non solo di uno dei porti più importanti al mondo, ma anche per una ricostruzione territoriale, bisogna, pertanto, attirare investimenti e imprese” chiude sinteticamente e spinge ad altre riflessioni non meno importanti sulla storia del grande Porto di Calabria. (cr)