TORNA ALLA RIBALTA IL COLLEGAMENTO STABILE (E SOSTENIBILE) TRA LE SPONDE CALABRESE E SICILIANA ;
Il rendering del Ponte del progetto approvato

DAL GOVERNO SÍ AL PROGETTO DEL PONTE
ORA INDIVIDUARE LE RISORSE NECESSARIE

Si torna a parlare di Ponte sullo Stretto, ma stavolta non sono semplici dichiarazioni fumose sulla valutazione dell’opera che cambierebbe radicalmente Calabria e Sicilia e potrebbe costituire un volano di ripresa per tutto il Mezzogiorno. No, stavolta è il governo che, votando e approvando l’ordine del giorno della deputata forzista Stefania Prestigiacomo, dà il via libera all’opera, impegnandosi – come ha dichiarato la sottosegretaria all’Economia Alessandra Sartore – «ad adottare le opportune iniziative  per individuare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina». Naturalmente con l’obiettivo di estendere l’alta velocità in Sicilia, anche grazie al collegamento stabile.

La Prestigiacomo (già ministra delle Pari opportunità nel Governo Berlusconi II e III e ministra dell’Ambiente nel Berlusconi IV) aveva presentato un emendamento, poi ritirato, al cosiddetto decreto “fondone” sui fondi aggiuntivi per chiedere risorse da destinare al Ponte utilizzando il Recovery Fund. Proprio su questi fondi aggiuntivi la Presitigiacomo ha basato il suo odg che, di fatto, impegna il Governo sulla realizzazione del Ponte: una vittoria sul piano politico da parte della coalizione di centro-destra.

Secondo l’ex ministra, «Il ponte sullo Stretto può rappresentare una grandissima occasione di sviluppo per l’Italia e non solo per la Calabria e la Sicilia, permettendo tra l’altro di intercettare il traffico merci che, dal Canale di Suez, oggi si dirige verso Gibilterra per puntare ai porti del Nord Europa. Quando invece la Sicilia con il porto di Augusta collegato all’alta velocità potrebbe rappresentare un hub strategico del Mediterraneo e favorire lo sviluppo di quei territori, del Mezzogiorno e del Paese». Se non c’è il Ponte ha fatto notare la Prestigiacomo –  «crolla automaticamente la convenienza logistica del sistema insulare e un simile danno produce un crollo annuale del Pil di oltre 6 miliardi di euro».

È opportuno ricordare che l’opera è compresa nel programma europeo delle reti Ten-T (Trans European Network), un corridoio che collega l’Europa alla punta estrema della Sicilia.

Il consigliere regionale Domenico Giannetta (FI) ha espresso in modo plateale la sua soddisfazione: è «una battaglia vinta – ha detto –. Il Ponte rientra tra i 30 progetti da 30 miliardi che possono essere finanziati con i fondi del Recovery Plan». Le coperture adeguate dovranno essere reperite dal Governo dopo l’impegno di ieri.

Secondo Giannetta, «Il collegamento stabile, veloce e sostenibile tra la Sicilia e la Calabria e, di fatto, l’Europa a completamento dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, è fondamentale per lo sviluppo. Una battaglia – continua il consigliere forzista – su cui il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, non ha mai abbassato la guardia e su cui c’è un fronte unito nel Centrodestra.
«E anche se, ancora una volta, la Sinistra e il Movimento 5 Stelle hanno dimostrato di non avere una visione politica univoca e unitaria, sull’ordine del giorno presentato alla Camera, grazie a un grandissimo lavoro di mediazione del presidente della deputazione di Forza Italia, Roberto Occhiuto – sottolinea Giannetta – si è trovata la convergenza trasversale di altre anime che storicamente si sono opposte alla realizzazione dell’opera.
Questo è un dato politicamente molto importante, che ci fa ben sperare nella effettiva realizzazione del Ponte dopo anni di promesse e rinvii. A questo obiettivo aspirava la mozione che ho presentato al Consiglio regionale della Calabria per impegnare la Regione Calabria nell’interlocuzione con il Governo sul progetto Ponte, escluso in prima battuta dall’opportunità storica del Recovery plan. Abbiamo raggiunto l’obiettivo – conclude Giannetta – adesso dobbiamo lavorare per raggiungere il traguardo».

Di parere opposto Europa Verde che definisce l”opera «inutile e pericolosa. «Riteniamo – scrive in una nota – questa decisione di una gravità inaudita che si somma alla decisione delle settimane scorse di Draghi di trasmettere alla Camera una relazione favorevole alla realizzazione dello stesso ponte.

«Per quanto ci riguarda – si legge nella nota di Europa Verde –, non ci sono più le ragioni politiche e programmatiche per sostenere il governo Draghi che avevamo accolto senza alcun pregiudizio , con la sincera speranza che con il PNRR e gli altri atti si potesse avviare una stagione di vero cambiamento verso la transizione ecologica di cui il Paese ha bisogno per rimettere in moto l’economia e avviare quegli atti di cura di cui questa nostra Italia martoriata ha estremo bisogno: purtroppo il governo ha preso la direzione di scelte obsolete e proposte di berlusconiana memoria».

Il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Rodelli ha detto di apprezzare «lo sforzo di trovare una formula di condivisione, anche se si continua a parlare di collegamento stabile, quando noi abbiamo chiaramente parlato di Ponte. Mi sento di dire che accettiamo la riformulazione».
Il Parlamento ha votato la riformulazione che è passata con 264 favorevoli e 54 contrari (suddivisi nella maggioranza tra Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto). Un altro segnale della crisi irreversibile del Movimento 5 Stelle e del grande disagio a sinistra, anche se si rimane in attesa di una definitiva presa di posizione del Governo Draghi sul Ponte.

Intanto non si parla più di tunnel o ponte a tre campate: l’attraversamento stabile ha già un progetto cantierabile subito, manca solo la volontà politica. Arriverà? (rp)