Cento reggini scrivono a Mattarella per annullare le elezioni comunali a Reggio Calabria

I cento reggini promotori del Comitato Reggio non si broglia, hanno scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e quello della Camera Roberto Fico, al premier Giuseppe Conte e al presidente della Consulta Giancarlo Coraggio per chiedere l’annullamento delle elezioni comunali di Reggio Calabria.

Il Comitato è nato dall’iniziativa di cento reggini che «condividono l’importanza di un’azione civica e di opinione volta ad evidenziare la gravità della situazione emersa dalle indagini sui brogli elettorali verificatisi alle ultime elezioni comunali, brogli che, purtroppo, rappresentano un dato di fatto già acclarato e cristallizzato, a prescindere dalle responsabilità penali personali che saranno accertate, valutate e giudicate dalla magistratura».

Nella lettera, inviata appunto alle alte più cariche dello Stato, è stato rilevato «come, dinanzi allo scandalo dei brogli elettorali che hanno mortificato le recenti elezioni amministrative a Reggio Calabria, “sarebbe stato corretto e conseguenziale” lo scioglimento dell’intero Consiglio “per ridare parola ai cittadini reggini che, di fatto, si sono visti privare del loro più elementare diritto democratico: eleggere i propri rappresentanti». (rrc)

Klaus Davi chiede l’annullamento delle elezioni amministrative di Reggio

Il massmediologo e giornalista Klaus Davi ha ribadito che «le elezioni amministrative, svoltesi a Reggio Calabria il 20 e il 21 ottobre, vanno annullate senza se e senza ma».

«Al netto dell’inchiesta della magistratura che seguirà il suo corso – ha spiegato – sono agli atti tutte le denunce che avevamo documentato con la Lista Klaus Davi  già ad urne aperte, e prima ancora durante la campagna elettorale. Le manipolazioni dei voti  dei presidenti di seggio di Archi con il ricorso a matite farlocche, l’invio sistematico e sinistro ad urne aperte ai seggi di ‘miliziani’ di Giuseppe Falcomatà, vale a dire di soggetti che intimidivano le persone ‘suggerendo’ per chi votare e ricorrendo, addirittura, all’aiuto dipendenti comunali e consiglieri comunali all’uopo; la denuncia, indiretta, ripetiamo, di alcuni cittadini di Arghillà – in una terra in cui le istituzioni continuano a lamentare che in pochi denunciano il malaffare – secondo cui  alcuni emissari avrebbero offerto ad elettori soldi in cambio di voti».

«Per non parlare – ha proseguito Davi – della “Commissione Elettorale” che ha diffuso dati falsi e fuorvianti, la cui fiacca vigilanza  ha condizionato non poco le scelte politiche dei soggetti in corsa nella competizione elettorale. In ultimo, il dossier dettagliato da noi diffuso sugli orrori e le manipolazioni avvenute in molti seggi che hanno inquinato palesemente l’esito del voto. Solo per questo torniamo a chiedere, a gran voce, che si azzeri la Giunta e si torni a votare».

«Anche perché – ha spiegato Davi – di questa cozzaglia di ‘veline’ è ‘velini’ (a proposito avete notizie dell’assessora al turismo e del suo piano di promozione dell’immagine della città?) etero diretti da Nino De Gaetano e Sebastiano Romeo (i veri sindaci di Reggio!)  non sappiamo che farcene: l’unica opera in cui si sono distinti è stata quella di inondare la Perla dello Stretto di rifiuti e sterco».

«Reggio – ha rimarcato – ha bisogno di amministratori seri, che tirino fuori la città dal baratro non di cacofonici ventriloqui».

Davi, poi, ha criticato il sindaco Falcomatà, che «in tutti questi mesi di nostre continue denunce, il sindaco di Reggio Calabria è stato zitto, muto, silente. Non una parola su quanto trapelava abbondantemente dai giornali in merito ai brogli presuntamente messi in atto dai suoi uomini di fiducia».

«Non una riflessione sul degrado della città – ha detto Davi –. Non un’esternazione sulla gestione molto discutibile delle elezioni da parte dei suoi uffici comunali. Posso capire che in una terra come la nostra, attanagliata dal malaffare e di cui gran parte della popolazione è vittima, la ‘ndrangheta stia zitta e incassi un dividendo politico dall’omertà diffusa. Ma un sindaco no. Il suo beffardo, menefreghistico e inquietante silenzio l’ho trovato aberrante e offensivo per i cittadini».

«Nondimeno – ha aggiunto – la sua non è stata una linea politica sempre coerente, perché in altre occasioni invece si sono sprecati i ‘complimenti’ per l’ottimo lavoro svolto, per esempio, dalla ‘Commissione Elettorale’ il giorno della proclamazione. “Una garanzia”, ha scandito a favore di telecamere.»

«Lì è stato largo di manica – ha concluso Davi –. In quel caso il senso istituzionale è riemerso. Ma, poi, silenzio totale. Me lo aspetto dalla ‘Ndrangheta, ma non da un sindaco appena rieletto da una città che chiede trasparenza». (rrc)

REGGIO – Elezioni comunali, Minicuci: i reggini meritano di sapere la verità

Per il consigliere comunale Antonino Minicuci, l’inchiesta avviata dalla Procura di Reggio Calabria in merito alle possibili irregolarità alle ultime elezioni comunali, «non fanno che gettare ulteriori ombre su un quadro complessivo già anomalo e sconfortante».

«Attraverso una Pec – ha aggiunto – indirizzata alle istituzioni preposte, in data 2 ottobre, come candidato Sindaco per la coalizione di centrodestra avevo segnalato alcune azioni ‘sospette’ verificatesi in occasione del primo turno elettorale, e invitato tutti gli attori interessati alle operazioni di voto e spoglio ad una scrupolosa verifica del corretto svolgimento delle elezioni in occasione del ballottaggio. In particolare, presso una sezione specifica (i dettagli sono presenti all’interno della Pec inviata) ad effettuare le operazioni di voto vi era un intero nucleo familiare. Marito e moglie a svolgere il ruolo di Presidente e Segretario, figli e nipoti gli scrutatori. Ad aumentare notevolmente dubbi e perplessità, il fatto che in occasione della prima tornata elettorale, per un tempo indefinito, la famiglia si sarebbe chiusa all’interno della sezione».

«Si tratta – ha proseguito il consigliere per la coalizione di centrodestra – di una palese anomalia, purtroppo non l’unica verificatasi secondo le informazioni che ci sono giunte. Sono numerose le situazioni strane che noi, del centrodestra, abbiamo denunciato alle autorità preposte senza prestarci a facili clamori sulla stampa. L’ultima notizia riguardante possibili brogli con voti di anziani conteggiati, che in realtà non si sono mai recati alle urne, ci amareggia profondamente ma non ci sorprende. Le elezioni comunali si sono svolte, infatti, in un triste scenario di veleni, errori e sospetti la cui scia è ancora visibile».

«Ritengo palese e oggettivo – ha detto ancora Minicuci – come si tratti di elezioni falsate, anche alla luce dei risultati ufficiali dei seggi comunicati con un ritardo abnorme ed esito differente rispetto a quanto era risultato in un primo momento. Un quadro così confuso ha impedito alla base qualsiasi possibilità di accordo e apparentamento in vista del ballottaggio. Una situazione chiara e definita infatti avrebbe certamente permesso di definire una dialettica fluida tra le forze di opposizione all’amministrazione uscente, rappresentate al primo turno da quasi il 65% dei reggini recatisi alle urne. Se Klaus Davi, facendo un esempio specifico, avesse saputo a spoglio concluso che alla sua lista non spettava alcun seggio avrebbe potuto intavolare un dialogo con il sottoscritto, impedito nei fatti dalla confusione che ha regnato sovrana, tra errori ed anomalie». 

«Ritengo doveroso sottolineare – ha ribadito – come non ci sia alcuna volontà di mettere in discussione il risultato ottenuto, la vittoria alle urne e la seguente riconferma votata dai reggini nei confronti di Giuseppe Falcomatà. Sono mancati però, per le ragioni sopra evidenziate, i presupposti per intavolare possibili alleanze a apparentamenti in vista del ballottaggio. I reggini hanno risposto in massa all’invito di recarsi alle urne, facendo registrare una buona affluenza sia al primo turno che al ballottaggio. Non è certamente questo il modo con il quale le istituzioni hanno riconosciuto la loro voglia di partecipare al processo democratico. Adesso si erge il dovere di dar loro delle risposte inequivocabili. I reggini, dopo aver partecipato in massa ad un elezione falsata, meritano almeno di sapere la verità». 

«Auspico – ha concluso – che la Magistratura faccia chiarezza, anche in merito alla validità delle ultime elezioni comunali. Se dovessero essere riscontrate anomalie ed irregolarità tali da portare in occasione del primo turno elettorale la soglia delle liste a sostegno di Falcomatà al di sotto del 40% (invece del 41% ad oggi risultante) quindi senza poter contare sul premio di maggioranza, l’attuale composizione del consiglio comunale sarebbe del tutto illegittima e di conseguenza da riformulare. In caso invece di maggiori e più gravi violazioni riscontrate dalla Magistratura, sarà necessario adottare le misure conseguenti». (rrc)

Klaus Davi su elezioni di Reggio: vanno annullate, consiglio delegittimato

Il giornalista e massmediologo Klaus Davi, a seguito della documentazione del caos delle elezioni a Reggio Calabria e dell’inchiesta della Procura per presunti voti fittizi di anziani che non sono mai andati a votare, ha dichiarato che «l’unica cosa da fare» è «annullare queste elezioni e farci tornare al voto.

Davi, infatti, ha ricordato che «le elezioni a Reggio Calabria sono state inquinate da manipolazioni che, noi stessi, abbiamo denunciato per primi durante la campagna elettorale. Parliamo delle testimonianze raccolte in diretta ad Arghillà di cittadini che, davanti alle telecamere, hanno svelato senza infingimenti che sono stati loro offerti dei soldi in cambio di voti. Noi abbiamo denunciato le matite farlocche utilizzate nei seggi ad Archi ad urne ancora aperte. Noi abbiamo denunciato i dipendenti del comune di Reggio e i consiglieri di Giuseppe Falcomatà che facevano le milizie davanti ai seggi per inquinare il voto».

«Noi – ha aggiunto – abbiamo denunciato l’indolenza e l’ambiguità della commissione elettorale, che ha veicolato per settimane comunicati con risultati incredibilmente rivelatisi inattendibili (cosa gravissima e mai chiarita) per poi smentire tragicomicamente se stessa. Noi abbiamo parlato dell’ombra lunga di Luca Palamara su questo voto. Noi abbiamo documentato, ancora nella giornata di ieri, il caos incredibile degli scrutini più vergognosi d’Italia caratterizzati da errori di aritmetica, registri in bianco, voti aggiunti o tolti senza alcuna logica e senza rispetto della volontà popolare. Adesso, a questo obbrobrio, si aggiunge linchiesta della Procura per i presunti voti fittizi di anziani che non sono mai andati a votare. Al netto delle responsabilità che sono da dimostrare, il dato politico che emerge è che queste elezioni sono inquinate da una cialtroneria organizzativa del comune senza pari, da sciatteria, superficialità e miopia della commissione elettorale che, invece di fare chiarezza, ha alimentato la confusione, dalla diffusione di dati ingannevoli da parte di un organo che avrebbe dovuto essere di garanzia e da un voto di scambio che potrebbe aver inciso anche sugli equilibri fra le varie liste e i vari candidati».

«L’unica cosa da fare – ha concluso il massmediologo – ora che abbiamo notizia ufficiale della meritoria inchiesta della Procura, è annullare queste elezioni e farci tornare al voto. Per il bene della reputazione dei presìdi dello Stato, che non sempre hanno vigilato come avrebbero dovuto, e per il bene dei cittadini di Reggio, che meritano un consiglio comunale, una giunta e un sindaco avallati democraticamente da un voto pulito». (rrc)

Elezioni comunali: Klaus Davi svela errori ed omissioni, ma non farà ricorso

Da un report preciso e documentato della lista di Klaus Davi, sono emersi gli ‘orrori’ commessi durante i recenti scrutini delle elezioni del nuovo sindaco di Reggio Calabria. «Mi pare evidente – ha dichiarato il massmediologo –che, alla luce della documentazione da noi prodotta, a Reggio, per ciò che riguarda le elezioni comunali, c’è stata una sorta di lockdown della democrazia. Lo stillicidio di approssimazioni, inesattezze, errori di calcolo e annullamenti di schede che abbiamo documentato parla da solo. In una terra in cui gli uomini dello Stato si appellano continuamente alla popolazione chiedendo di denunciare le cose che non vanno, noi crediamo di aver fatto esattamente quello. Ma non lo abbiamo fatto in un’ottica di rivalsa o di rivendicazione, lo abbiamo fatto esclusivamente per mettere al corrente la popolazione di ciò che è successo in quei giorni. Ora che tutti sanno, nessuno potrà più dire “io non sapevo” oppure “non ci sono state denunce” oppure “non ci sono state segnalazioni”».

Svarioni, imprecisioni, un numero enorme di schede nulle, voti tolti e voti aggiunti ed altri clamorosi errori di presidenti inadeguati sono solo alcune delle irregolarità riscontrate e Davi, nonostante avesse la possibilità di fare ricorso, «dopo una lunga  riflessione ha deciso di non promuovere alcun ricorso amministrativo».

«Il dato preoccupante, infatti – si legge in una nota – è politico e sociale. Ed è la dimostrazione della totale assenza dello Stato, nelle sue declinazioni territoriali, in un territorio martoriato come Reggio Calabria. La scarsa attenzione alla delicata nomina dei presidenti di seggio rappresenta il primo momento di assenza ed è un apripista per le nomine di bassa clientela, nonché spazio per presidenti improvvisati e inadeguati».

«La lentezza nel fornire dati numerici certi e consentire ad ogni movimento le proprie valutazioni politiche – prosegue la nota – rappresenta altra non irrilevante criticità. A distanza di 72 h dal voto non era stato completato lo spoglio elettorale. Il dato era parziale e confuso e, nei giorni in cui si dovevano fare scelte politiche, ancora non si conosceva nessun numero certo. La stessa Commissione Centrale ha avuto bisogno di tre giorni interi per scrutinare quattro sezioni, ha verificato i verbali nella settimana antecedente al ballottaggio e dopo la conclusione del proprio mandato non ha mai trasmesso pubblicamente un riepilogo ufficiale dei dati. La disorganizzazione, la mancanza di trasparenza, gli equivoci della comunicazione hanno avuto un ruolo cruciale sulle scelte politiche di un movimento spontaneo, non avvezzo alle regole elettorali e slegato da logiche e dinamiche partitiche. Il caos è stato utile per i gruppi meglio organizzati e specialmente per chi ha potuto affrontare le elezioni con il coltello dalla parte del manico».

Ma la politica non è solo “elezioni”. L’impegno di Klaus sul territorio reggino non viene minimamente ridotto. Anche se da posizione esterna al consiglio le sue battaglie continueranno incessanti e senza sosta, continuando ad essere “opposizione” ad un sistema di apparente consolidata connivenza.

Ritornando alla questione delle elezioni, viene riportato che «il grande caos inizia il 18 settembre, con numerosissime rinunce da parte dei presidenti di seggio. Il Comune procede alla nomina mediante effettua avviso pubblicato per poche ore sul sito ufficiale, senza procedere con la sostituzione attingendo dallo specifico Albo. Vengono nominati circa settanta presidenti di seggio. Erano realmente esperti? Potevano essere nominati? Sono state rispettate le norme?».

«Lo spoglio delle elezioni comunali – si legge ancora – inizia la mattina del 22 settembre. All’alba del 23 in alcune sezioni (almeno 4) risultano numerose incongruenze e la Commissione Centrale viene autorizzata ad effettuare nuovamente lo spoglio. Questo scrutinio viene realizzato pubblicamente e i risultati vengono trasmessi la sera del 24 settembre (come ben visibile sui siti Eligendo e Comune di Reggio). La lista Klaus Davi, risulta avere ottenuto il 3.02 come percentuali di Voti validi e decide di non apparentarsi con nessuno dei due candidati al ballottaggio, continuando il proprio impegno politico in autonomia. Il 25 settembre la Commissione Centrale comunica di dovere procedere alla verifica dei verbali poiché ha riscontrato diffuse irregolarità».

«Nei giorni successivi – si legge ancora nel report – i rappresentanti della lista si recano più volte presso la commissione centrale, ma dal 25 settembre in poi nessun dato viene più ufficializzato, fino al termine del ballottaggio quando, a sorpresa, viene ufficializzata l’esclusione della lista Klaus Davi dal Consiglio comunale. Nulla da eccepire sulla modalità di calcolo della commissione, dal quale la lista rimane esclusa per 66 voti totali. Molte anomalie, invece, sono state rilevate».

«Non è stato possibile – si legge ancora nel report – acquisire i decreti di nomina dei presidenti di seggio poiché non in possesso dell’Ufficio elettorale. In via informale si è appreso che sono stati sequestrati dalla Procura di R.c. Nella stessa occasione è emerso che dalla Corte d’Appello arrivano nomine anche di persone decedute e che l’Albo non viene verificato da anni. Ad oggi non sono ancora stati resi pubblici i dati definitivi con i voti di lista e le preferenze ottenute all’esito della verifica dei verbali e degli scrutini. Venticinque presidenti (su 218!) sono stati segnalati alla Corte d’Appello per mancato completamento, irregolarità nei conteggi dei voti e verbali non completi negli elementi essenziali. Si è, quindi, proceduto alla loro sostituzione in vista del ballottaggio. In una sezione sono riportati solo i voti dei candidati sindaco, senza i voti di lista e senza alcun riepilogo finale. In un’altra sezione sono presenti solo i voti di lista e non le preferenze, ancora mai verificate. In realtà, nella stessa sezione, lo scrutinio è stato sospeso per incongruenze e mai più completato, quindi non si desume come possa essere stato stabilito il dato numerico delle liste».

«In un’altra ancora – prosegue il documento – il registro originale è completamente bianco. È presente un secondo registro compilato a matita (i voti Klaus Davi da 49 sono corretti a 29). Dal prospetto si rilevano 424 votanti, con 33 schede nulle e 3 schede bianche. Dallo scrutinio risultano 425 voti al sindaco e 546 (!!!!) alle liste. Dopo la verifica della Commissione, i voti diventano 424 sia per il sindaco che per le liste, coincidendo con il numero dei votanti. Scompaiono i 36 voti nulli».

«Il numero di schede nulle – conclude il report – è spropositato (35% in più rispetto alle precedenti elezioni, comunque con un elevato numero di candidati sindaco). In alcuni verbali risultano voti nulli senza motivo. In molti altri verbali vengono citati “voti nulli alle liste” per un totale di 117 voti solo per la lista Klaus Davi. In un altro verbale viene riportato un voto nullo al candidato “Mariotti”, perché non presente nella lista. La gran parte dei verbali riporta errori di calcolo (su banali addizioni), numero di voti palesemente superiore rispetto al numero dei votanti, enormi cancellature col bianchetto oppure vistose correzioni o dati scritti a matita.L’ufficio elettorale ha riscontrato l’incandidabilità di quattro soggetti invece candidati al consiglio comunale per sentenze definitive legate a reati come spaccio di sostanze stupefacenti, porto illegale d’armi, minacce, frode, falso in atto pubblico». (rrm)

REGGIO – Stasera con Klaus Davi a Tgcom 24 si parla degli “Scrutini impazziti” di Reggio

Questa sera, a Tgcom 24, alle 20.30, nella puntata di Fatti e misfatti condotta da Paolo Liguori, si parlerà del caso dei cosiddetti scrutini pazzi con Klaus Davi.

«Si parlerà  – si legge in una nota di Klaus Davi – di cosa non ha funzionato nel conteggio dei voti a sindaco nella città dello Stretto. Tre lunghe settimane per conteggiare poche centinaia di voti; i seggi di Archi in cui i presidenti di seggio distribuivano matite cancellabili per votare senza che nessuno controllasse; la rinuncia di oltre la metà dei rappresentanti o dei responsabili del seggio all’ultimo minuto, sostituite con persone non all’altezza, tanto che il conteggio di alcuni seggi è stato affidato e completato dalla Commissione Elettorale presieduta dal magistrato civile Giuseppe Campagna. Le anticipazioni della Commissione rilanciate alle agenzie nazionali mai smentite».

«La presunta vicinanza – prosegue la nota – di alcuni eletti nel Consiglio comunale ad ambienti della ‘Ndrangheta. Non ultima, l’inquietante presenza di alcuni dipendenti comunali e consiglieri comunali davanti ai seggi, che distribuivano santini nella giornata di domenica in cui si votava». (rrc)