Il mancato inserimento nell’Ordine del giorno del Consiglio dei ministri della data delle prossime elezioni regionali calabresi ha mandato su tutte le furie il presidente pro-tempore Nino Spirlì. Appreso dal sottosegretraio Fraccaro che non sarebbe nemmeno stato sfiorato il problema dell’eventuale rinvio delle consultazioni previste per il 14 febbraio a causa della pandemia, Spirlì è sbottato: «Governo codardo, ha abbandonato i calabresi. Dopo la ridicola mazurca di inutilizzabili commissari ad acta; dopo le mancate dimissioni da parte del presidente grillino della commissione Antimafia, che offende gli eroici caduti; dopo la finta disponibilità nei confronti di questa regione, che sta dimostrando di riuscire non solo a sopravvivere, ma a guadagnarsi le prime posizioni in Italia, in Europa e nel mondo per capacità organizzativa; nonostante la Calabria sia orfana di Stato; il Governo – continua Spirlì – smentisce se stesso e cancella il parere del Cts nazionale, confermando come buona la forbice temporale decisa a novembre per le prossime elezioni regionali calabresi».
«Chi decide di non decidere, codardamente decide: il 14 di febbraio è, dunque – osserva il presidente della Regione –, una data che, anche per il Governo nazionale, non farà correre pericoli a chi dovrà esercitare il proprio diritto di voto. Dopo aver costantemente bussato alla porta del presidente della Regione Calabria, con presunto spirito collaborativo, e dopo aver caricato a pallettoni la stampa di regime – che attaccava me e la maggioranza di governo in Calabria, additandoci come sterminatori di calabresi – i ministri targati Pd, M5s, Leu e Iv hanno deciso che in Calabria l’aria è buona, il virus è morto e a San Valentino si apriranno scatole di cioccolatini e urne elettorali».
«Adesso – ha concluso Spirlì –, si dovranno giustificare agli occhi dei propri elettori e sostenitori, dato che la maggioranza alla quale appartengo sapeva già con chi aveva a che fare. Si sono stanati e cacciati da soli. Da oggi in poi, non consentiremo a nessuno di dare lezioni di politica e buon senso». (rp)