di ANTONIETTA MARIA STRATI – Si deve salvare la Calabria dagli incendi. E, per farlo, serve dichiarare lo stato di emergenza, esattamente «come è stato fatto per la Sardegna». È questa la richiesta avanzata non solo dai sindacati, ma anche dal sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che ha chiesto formalmente «lo stato d’emergenza per tutti i Comuni colpiti dai roghi, c’è da risarcire chi nelle fiamme ha perso tutto».
Ma lo stato di emergenza non è abbastanza. Serve un Patto per il Clima contro le devastazioni degli incendi, che stanno interessando il Sud, in particolare la Sardegna, l’Abruzzo, la Sicilia e la Calabria. È la proposta lanciata da Legambiente e a cui hanno aderito, al momento, 40 sindaci, di cui 5 calabresi. Ma non basta: infatti, durante le tappe di Appennino Bike Tour, l’Associazione sta chiedendo ai primi cittadini di firmare per realizzare una Rete per il Clima dei sindaci della Ciclovia dell’Appennino, fatta di impegni concreti e obiettivi misurabili.
«Biodiversità e ricchezza paesaggistica vanno a fuoco, mentre si continua a disinvestire nella prevenzione e se non si interviene in maniera repentina, nei prossimi anni, a causa del cambiamento climatico, la situazione può solo che peggiorare», per questo «c’è bisogno di prevenzione puntando sulla pianificazione forestale a tutti i livelli, eseguendo l’analisi della previsione dei rischi e valutando le azioni necessarie per ridurre la vulnerabilità delle foreste. Serve inoltre il presidio e la cura del territorio e il contrasto all’abbandono del bosco. Infine, è necessario un decisivo e determinante impegno per la lotta al cambiamento climatico che è la sfida di tutte le sfide che avremo avanti in un futuro che è ormai prossimo» ha detto Antonio Nicoletti, responsabile Nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, evidenziando come «eventi di questo tipo si ripresentano negli ultimi anni con frequenza e intensità crescente, per questo non possono essere affrontati in un’ottica emergenziale».
«Gli incendi che stanno devastando la nostra Regione – ha dichiarato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – sono il frutto dell’assenza di prevenzione, programmazione e controllo sui territori particolarmente importante, in connessione al fenomeno dei cambiamenti climatici, ma anche conseguenza di comportamenti criminali. Sono necessari interventi urgenti ed incisivi da parte delle Amministrazioni preposte per evitare i gravissimi danni alla collettività ed all’ambiente che si stanno purtroppo verificando».
A ribadire la necessità di «un lavoro più efficace per la prevenzione» degli incendi è stato il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che ha sottolineato il bisogno di «programmare interventi immediati per ripristinare la sicurezza dei luoghi, c’è da organizzare una risposta efficace per evitare che alle prime piogge le montagne, senza la protezione di alberi e piante, vengano giù in fiumi di fango. Le istituzioni nazionali e regionali si attivino immediatamente. La Regione Calabria deliberi lo stato d’emergenza, come avvenuto in Sardegna».
«Siamo di fronte ad un disastro ambientale di proporzioni gigantesche» ha concluso Falcomatà, sottolineando come «il territorio della nostra Città Metropolitana è devastato dagli incendi. Anche ieri montagne e colline hanno continuato a bruciare. L’area grecanica è in ginocchio, centinaia di ettari di verde sono andati in fumo, alcune abitazioni sono state evacuate, alcune aziende danneggiate, le comunità sono allo stremo, i sindaci stanno lottando in prima linea rischiando anche fisicamente per contrastare l’emergenza».
A chiedere che la Regione Calabria dichiari lo stato di emergenza «per i territori che hanno subito, e che tutt’ora stanno subendo ingenti danni, a causa delle fiamme, che ancora stentano ad affievolirsi» sono stati Rosy Perrone, segretario generale Cisl Reggio Calabria e Romolo Piscionieri, segretario generale Fai Cisl Reggio Calabria, affinché «si attivino con celerità tutte le procedure atte a risarcire e ristorare cittadini e aziende che hanno subito danneggiamenti e perdite».
«Ciò detto – hanno proseguito – occorrerebbe aprire una riflessione sul tema della prevenzione e di una politica di promozione delle aree interne e collinari dei territori della Città Metropolitana, anche con l’intuizione di una sinergia istituzionale da attivare con l’Ente Parco d’Aspromonte, oggi da guardare con particolare attenzione avendo avuto il riconoscimento patrimonio Unesco anche per le faggete Aspromontane, parco dentro al quale ricadono molti comuni soprattutto dell’area grecanica».
«Avviare percorsi di attività di valorizzazione – hanno detto ancora – prevenzione e tutela del paesaggio con gli operai forestali sarebbe una soluzione concreta per mitigare e contenere il dissesto idrogeologico; attraverso piani di protezione civile, il cui indirizzo deve essere comunemente indicato da Regione Calabria e Città Metropolitana, le cui deleghe all’agricoltura dovrebbero servire anche alla programmazione e gestione del patrimonio naturalistico».
«Chiediamo dunque, con forza e immediatezza, come Cisl – hanno concluso – un tavolo permanente in Metrocity che possa prevedere anche azioni e progetti strategici da inserire nella programmazione Recovery e, comunque, complessivamente nella progettazione finanziata, che lavori in sinergia con le altre istituzioni preposte alla soluzione immediata delle emergenze oltre che alla programmazione per il futuro. Il Sud è attenzionato dal governo ma noi dobbiamo fare la nostra parte, interagendo con programmi e progetti che concretizzino azioni reali».
Anche Denis Nesci, commissario a Reggio Calabria di Fratelli d’Italia, ha chiesto che la «Regione Calabria dichiari lo stato d’emergenza per i comuni e i territori devastati dalle fiamme, e per cittadini, imprese e attività che hanno subito ingenti danni. Soprattutto per ripristinare nel limite del possibile e lenire i danneggiamenti al patrimonio ambientale dei comuni colpiti, anche perché sono frazioni comunali che ricadono nel Parco d’Aspromonte, e nel quale risiedono alcuni tra i siti naturalistici o architettonici che costituiscono una fondamentale attrazione per il comparto turistico».
Massimo Misiti, coordinatore della campagna elettorali per le regionali in Calabria e deputato del Movimento 5 Stelle, ha criticato duramente la politica regionale, che «non sembra rendersene conto» della Calabria che brucia «dal Pollino allo Stretto, muore divorata dalle fiamme».
«Nessuna attività di prevenzione, controllo e programmazione – ha proseguito Misiti – per la tutela del patrimonio ambientale è stata posta in essere dalla Regione Calabria in questi mesi. Solo annunci non seguiti da fatti conseguenti. La normativa di pianificazione antincendio è rimasta alla prova dei fatti lettera morta. Una latitanza imperdonabile che ha comportato l’annientamento di interi boschi di inestimabile valore, che causerà in futuro, al presentarsi delle prime piogge, inevitabili fenomeni di dissesto idrogeologico, smottamenti e frane».
«È tempo – ha concluso – che qualcuno all’interno della Regione Calabria faccia mea culpa, prepari le valigie e torni a casa, di certa sciatteria e noncuranza i calabresi ne hanno piene le tasche e lo dimostreranno alle regionali d’autunno scegliendo di cambiare con Amalia Bruni presidente».
Ma non è solo Legambiente a essere impegnata sul tema incendi: il Polo Net di Crotone, che ha lanciato la campagna di sensibilizzazione Non bruciare il tuo futuro, che mette in condivisione poche ma importanti informazioni che possono contribuire a salvare la vita delle persone e dei boschi.
Le foto utilizzate per l’attività social consegnano, visivamente all’utente, la misura della possibile tragedia: sono accompagnati da testi semplici ma esplicativi ed attraverso lo slogan Non bruciare il tuo futuro, indicano a tutti la responsabilità verso la nostra terra.
«La cronaca – ha dichiarato Luigi Borrelli, presidente del Polo Net – ci sta consegnando un agosto caldo ed ogni giorno le Tv ci offrono dei veri bollettini di guerra con immagini forti di un Italia che sta bruciando; Sardegna, Sicilia e Calabria sono in pole position. Da qui, l’esigenza del Polo Net di lanciare una campagna che attraverso un vademecum ricordi i comportamenti da evitare. L’imperativo per tutti è quello di telefonare immediatamente e di avvertire le autorità preposte, ai primi avvistamenti di fumo, e di non pensare mai che qualcun altro lo abbia già fatto, perché in queste tragedie la tempestività può fare la differenza. – Non gettare mozziconi di sigarette o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l’erba e le sterpaglie».
«Se avvisti del fumo o un incendio chiama subito il 115 – ha aggiunto –. Mai dare per scontata l’avvenuta segnalazione: Chiama tu. – questi sono alcuni claim che accompagneranno la nostra campagna social. Quello che si auspica con questa attività social è la massima collaborazione di tutti per contrastare gli incendi. Tutto dipende da Noi». (ams)
In copertina foto dell’incendio boschivo ad Acri del 4 agosto, fotografato da Calabria Verde