«I fenomeni “naturali” che ci dicono che il pianeta è in crisi ci sono, e gli effetti sono visibili. La conservazione delle risorse nella disponibilità delle generazioni future è sotto stress». Lo afferma il Commissario straordinario dell’Arpacal gen. (ris) Prof. Emilio Errigo, riflettendo sull’importantissima ricorrenza che sin dalla sua istituzione, avvenuta il 22 aprile del 1970, oltre a sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra è divenuta un avvenimento culturale in quanto, mediante processi educativi e genera una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici, indotti dal riscaldamento globale in atto, sono presenti tanto sugli ecosistemi marini che sulla vita umana, e le attività di monitoraggio che l’agenzia svolge in Calabria sulle diverse matrici ambientali (suolo, acque, aria etc.) indicano che il rischio è anche “locale”.
«Gli effetti delle alterazioni delle componenti climatiche (modifiche delle precipitazioni e dei deflussi fluviali) – prosegue lo stesso Errigo – sono in atto anche nei nostri mari e sugli habitat di diverse specie. Attraverso le analisi di fenomeni come la di fioritura algale, la presenza di specie aliene, e dei parametri di qualità della acque marine, per esempio, risulta evidente che se il ghiaccio si scioglie in Antartide, le conseguenze riguardano anche noi: la temperatura dell’acqua marina che aumenta, le piogge che diminuiscono, i suoli che perdono umidità, falde acquifere che si degradano, la qualità dell’ambiente e l’equilibrio dell’ecosistema che si alterano».
La “circolarità” degli effetti dei cambiamenti a livello globale e locale è nei fatti: l’incremento delle temperature nelle acque marine antistanti la Calabria è un dato che si riscontra dalla serie storica dei dati elaborati dall’agenzia. Le alterazioni delle componenti climatiche, modificando le precipitazioni e i deflussi fluviali fanno registrare effetti significativi sugli ecosistemi marini con conseguenze critiche anche sulla biodiversità vegetale e animale: la riduzione della quantità d’acqua dei fiumi, ne peggiora la qualità; la perdita di umidità nel suolo espone alla desertificazione. Eventi “estremi” come alluvioni e siccità hanno effetti, inoltre, sulla produzione di cibo, salute, economia e benessere delle persone. Anche la qualità del mare è destinata a subire un deterioramento, a causa per esempio di fenomeni di eutrofizzazione o della variazione del contenuto di ossigeno, con conseguenze sia sui sistemi naturali sia antropici.
«La “Giornata della Terra” “Earth day” – prosegue il Commissario straordinario Errigo – ci stimola a riflettere sulla necessità di introdurre ogni sforzo per ridurre la pericolosità e la vulnerabilità provocata dai cambiamenti climatici e salvaguardare l’ambiente, consapevoli che il cambiamento climatico rischia di amplificare la fragilità del territorio rispetto al rischio idrogeologico e la vulnerabilità dell’ecosistema. Per questo è necessaria un’azione capace di preservare un uso sostenibile delle risorse, rispettoso della naturale capacità di resilienza che non vada ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema».
«Il Cittadino, e le imprese in modo particolare – ha aggiunto – cooperando con le istituzioni, avranno un ruolo essenziale per generare una transizione verso modelli di consumo sostenibile mirando soprattutto ridurre i rischi ambientali. Amare il prossimo tuo come te stesso, significa anche, che il Cittadino, tutti gli ordini professionali e le associazioni di categoria, gli enti esponenziali, le camere di commercio, le imprese, quindi ingegneri ambientali e non, architetti del paesaggio, giornalisti e scrittori, vigili del fuoco, portieri e addetti di accoglienza, operatori turistici e guide culturali, medici e infermieri, fisioterapisti, operatori del soccorso e personale tutto delle Forze di Polizia, interior designer, navali, del territorio costiero, biologi, vigili urbani e vigilantes, chimici, agronomi, botanici, geologi, ambientalisti, associazioni sportive, culturali e ricreative, movimenti religiosi, ecologisti, pescatori e contadini, produttori e commercianti, esercenti le libere professioni ed altri ancora via via dicendo, nessuno escluso cooperando concretamente e fattivamente, con le istituzioni regionali e nazionali, contribuiranno al miglioramento sostanziale della qualità della vita in Calabria, a beneficio delle presenti e future generazioni».
«La terra, l’aria che respiriamo e il mare della Calabria – ha concluso – sono la vita, la nostra casa comune, i luoghi della nostra e altrui esistenza, sia come esseri viventi, sia come appartenenti alla Comunità organizzata, dobbiamo averne cura, rispettando la natura e chi ci deve vivere e operare, in un mondo fatto di relazioni sociali. Così agendo e procedendo, sono sicuro e vi assicuro in fede e diritto, che non ce ne pentiremo mai!». (rcz)