di SANTO STRATI – È finito il lungo inverno da governatore “dimezzato”, costretto al confino in Sila, impossibilitato a guidare dalla Cittadella la “sua” Regione: Gerardo Mario Oliverio ha avuto annullato il provvedimento restrittivo che dal 17 dicembre aveva privato la Calabria del suo presidente. Un inverno duro, non solo umanamente parlando, per il presidente Oliverio, ma anche per la Calabria che si è vista sottrarre una risorsa vitale per il suo percorso di crescita. La Regione Calabria non poteva (non può) essere guidata a metà, eppure questa singolare situazione si è verificata: un giudice gli ha tolto la libertà di esercitare il suo mandato (conferito dal popolo), un altro giudice gliel’ha restituita. La giustizia, a ripetere una frase consunta ma veritiera, alla fine trionfa sempre.
Con questo occorre, comunque, sottolineare che la Suprema Corte di Cassazione non entra nel merito delle accuse contestate (abuso d’ufficio e corruzione) ma valuta la correttezza delle procedure: Oliverio da uomo libero potrà dimostrare la sua innocenza più volte conclamata e la pubblica accusa dovrà portare in tribunale le ragioni che lo indicano responsabile di condotta penalmente perseguibile. Un passo importante, che al momento non “assolve” il Presidente, ma che gli restituisce il diritto di amministrare la Regione che lo ha eletto. I suoi avvocati – Armando Veneto e Vincenzo Belvedere – avevano opposto alla Cassazione che “l’obbligo di dimora imposto al Presidente Oliverio deve essere considerato come mezzo per ottenere il risultato di inibire all’uomo politico il diritto-dovere di esercitare la funzione alla quale è stato chiamato per investitura popolare, il che non è consentito al magistrato. La questione pone un problema di violazione di legge derivante dall’utilizzo strumentale di una misura coercitiva per conseguire un risultato interdittivo”. La Cassazione ha accolto il ricorso e, peraltro, anche il procuratore generale nel corso dell’udienza aveva chiesto l’annullamento del provvedimento di misura cautelare.
Da oggi Oliverio torna governatore al 100% e in Cittadella dovrà riuscire a colmare questa stagione di “vuoto”: il primo passo, probabilmente, sarà un rimpasto di giunta per avviare con nuovo slancio l’iniziativa regionale. E dovrà valutare se la sua candidatura, dopo questa infelice e ingiusta esperienza di “confino”, ha ancora i numeri, se ne esce rafforzata o indebolita. Certo, i movimenti in atto all’interno del partito democratico con le iniziative di Carlo Guccione da un lato e dell’ex segretario il sen. Ernesto Magorno dall’altro, non vedono su Oliverio la compattezza necessaria per affrontare la sfida – apparentemente vincente – del centrodestra che punterà, è quasi certo – sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per conquistare la Cittadella di Germaneto. Bisognerà vedere la posizione del nuovo segretario Nicola Zingaretti e dell’attuale commissario del partito democratico in Calabria Stefano Graziano: la verità è che, adesso, in Calabria, sono tutti zingarettiani, nel senso che sia Oliverio che i suoi oppositori hanno sostenuto la candidatura dell’attuale segretario nazionale, mentre Magorno tiene una posizione separata e insiste sulla necessità di un ricambio, anche a costo di schierare una colazione alternativa con una lista civica. La parola spetterà, probabilmente, al futuro congresso regionale dove il PD dovrà decidere se tornare a contare o continuare sulla linea della divisività, che lo ha mandato a pezzi e crea, ogni giorno di più, incertezza, disamore e confusione tra gli elettori di sinistra.
La sfida con il centrodestra torna, dunque, apertissima ed è un bene per la Calabria che potrà scegliere il suo governatore senza condizionamenti giudiziari. La Calabria deve guardare al futuro, senza dimenticare il presente e soprattutto il passato. Le ragioni di scelta del futuro governatore passano attraverso un progetto che fino ad oggi ha avuto più ombre che luci. Il centrodestra – a voce della coordinatrice regionale Jole Santelli – plaude – mantenendo posizioni garantiste – al ripristino delle funzioni di governatore. «Siamo contenti per lui. – ha detto l’on. Santelli – Siamo sicuri di batterlo alle prossime elezioni regionali di novembre, nell’interesse di una regione allo sbando».
Per Oliverio si apre, oggi, una nuova primavera che lo vedrà protagonista in tutti i sensi. Fino alle elezioni può giocare la sua partita e dare nuovo vigore a una Regione afflitta da burocrazia e lentezze. Non è in gioco la sua rielezione (decideranno i calabresi), ma il presente/futuro della Calabria. (s)