La Fism Calabria, guidata da Marisa Fagà, ha chiesto che la Regione Calabria si doti di «un Piano Regionale per l’Infanzia, sostenendolo con le risorse del Fondo Sociale Europeo, con quelle non spese del primo triennio 18/19/20, con le risorse del secondo triennio e quelle del Pnrr».
«Si chiede, altresì – ha aggiunto – di organizzare un tavolo tecnico per l’aggiornamento e rivisitazione della legge sui servizi educativi n.15 del 2013 e, al Consiglio regioniale, la redazione di una nuova legge sul diritto allo studio, essendo quella vigente, la n. 27 del 1985, super datata».
La Fism regionale, infatti, in occasione della celebrazione della Giornata sui Diritti dell’Infanzia, si è riunita per discutere sulla “situazione dell’infanzia in Calabria”.
Dopo l’introduzione della presidente Marisa Fagà che ha messo in luce le criticità della politica italiana e calabrese, si è sviluppato un ampio ed approfondito dibattito che si è concluso con l’approvazione di un documento nel quale si evidenzia che, «negli anni, la politica italiana e calabrese non hanno posto una giusta e mirata attenzione al mondo dell’infanzia tanto da investire solo l’1,7 del pil. Tenuto conto che l’Unione Europea ha raccomandato al nostro Paese la necessità di rivedere la propria spesa pubblica a favore delle famiglie e dei minori».
«L’Unione – ha proseguito – non si è limitata alle raccomandazioni ma ha messo a disposizione, attraverso il Fondo Sociale Europeo, risorse per il cofinanziamento dei piani operativi regionali e in Calabria gli investimenti sono stati simbolici tanto che il tasso della natalità e quello della povertà educativa sono inquietanti».