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Boccia alle Terme Luigiane

Francesco Boccia ha incontrato i lavoratori, curandi e imprenditori delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – Le Terme Luigiane sono chiuse e sono state oggetto in questo  anno  di accanite discussioni, manifestazioni di protesta e denunce da parte dei lavoratori nei confronti dei due Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, titolari della concessione, e della Regione Calabria, proprietaria delle sorgenti, tre calde e una fredda, dalle quali fuoriescono 40 litri di acqua sulfurea calda a secondo e 60 litri a secondo di acqua fredda.

Un patrimonio gestito dalla Sateca, quale sub concessionaria, negli ultimi 84 anni con grande successo nel senso che in otto mesi di servizio nell’arco di un anno, da maggio a dicembre, utilizzando tutta l’acqua disponibile sono riusciti ad accogliere dalle 22/25 mila curanti erogando circa 500 mila prestazioni curative.

L’idea di porre fine al monopolio di gestione dei servizi termali ad opera della Sateca ha portato i due sindaci ad adottare un regolamento di distribuzione delle acque termali secondo il principio della concorrenza tra più soggetti, utilizzando come punto di sostegno il vecchio stabilimento comunale San Francesco, se non addirittura il rilascio di sub concessione anche ai titolari degli alberghi interessati ed operativi nell’area.

Un disegno che ha portato a ricusare un accordo precedentemente assunto dalle parti l’8 febbraio del 2019 che prevedeva un trapasso dolce di passaggio tra la vecchia gestione Sateca e il nuovo sub concessionario che i due comuni avrebbero dovuto individuare con l’indizione di una gara pubblica europea. Tutto questo non è accaduto e le Terme Luigiane per la stagione 2021 sono rimaste chiuse,  impedendo ai curanti di usufruire delle loro cure, con danni economici e finanziari gravi, sia per i lavoratori che per l’indotto del territorio.

Oggi, questi luoghi sono stati visitati dall’on. Francesco Boccia, già Ministro agli affari regionali e le autonomie nel secondo governo Conte, responsabile enti locali e Commissario PD della Federazione di Cosenza, accompagnato da Maria Locanto, vice commissario e candidata al Consiglio regionale.

È stata una visita importante ed un incontro in cui sono maturati impegni strategici e nuovi mirati a salvare le Terme Luigiane, ridando la dignità di lavoro alle persone che vi prestavano servizio, come il diritto alle cure per tutti i curanti, ma soprattutto ridare forza e valore allo sviluppo dell’area e del territorio  gravitante attorno alla cittadella termale.

«Non si possono chiudere le Terme Luigiane, prima ancora di avere individuato un nuovo sub concessionario, così come prevedeva l’accordo sottoscritto dalle parti presso la Prefettura di Cosenza l’8 febbraio 2019, ma soprattutto dal buon senso delle persone rispettose delle regole della buona amministrazione in qualsiasi ente comunale», è stata la prima dichiarazione fatta dall’on.Boccia, ad apertura dell’incontro con i lavoratori delle Terme Luigiane.

Tutta la solidarietà e vicinanza è stata manifestata dal commissario provinciale del PD cosentino ai lavoratori, invitandoli ad essere uniti nella lotta finalizzata alla riapertura delle Terme Luigiane, che possono avere un futuro grazie ai finanziamenti previsti dal Pnrr per il Sud, in cui sono destinati consistenti fondi per il recupero e la valorizzazione degli antichi borghi e territori interni.

«Noi saremo molto vigili – ha proseguito – sia in caso di elezione di Amalia Bruni alla presidenza della Regione, come nel caso in cui dal voto saremo costretti a svolgere un ruolo di opposizione avendo fiducia che invece saremo premiati dall’elettorato calabrese, a cominciare dai cittadini del comprensorio territoriale termale. Noi saremo qui con dei gazebo per stimolare e sensibilizzare l’opinione pubblica e la società in genere ad occuparsi ed essere vicino alle politiche di sviluppo del territorio ed alla rinascita del complesso termale».

«È preoccupante quanto accaduto – ha concluso – che ha creato le condizioni di chiusura di questo importate complesso termale, mentre sappiamo bene quello che succede quando le crisi portano alla chiusura di un’azienda  e riportarla in vita costituisce sempre un grosso rischio ed una fatica enorme, che si supera stando uniti nelle azioni di rivendicazione e di studio delle forme del suo rilancio». (fb)