Il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Bevacqua, è intervenuto sulla questione del Gestore unico del servizio idrico, sottolineando che «Occhiuto continua ad andare avanti a colpi di annunci e iniziative solitarie. Nessun rispetto per il Consiglio regionale».
«Appena qualche giorno fa – ha ricordato – eravamo tornati in Consiglio regionale per modificare, per la terza volta, il provvedimento di istituzione dell’Autorità idrica per recepire i rilievi dell’Anac. Come gruppo del Pd, avevamo messo in evidenza la mancanza, da parte di questo centrodestra, della capacità di individuare un percorso legislativo razionale ed efficace, essendosi manifestato un livello di approssimazione inaccettabile».
«In realtà, si tratta, ancora una volta, di un annuncio vuoto di contenuti – ha detto ancora Bevacqua – in quanto abbiamo davanti soltanto un decreto del commissario straordinario Bruno Gualtieri che individua formalmente in Sorical il soggetto Gestore unico. Prima di concludere l’iter, insomma, ci sarà molta strada da percorrere. Non è ben chiaro, infatti, come e in che forme avverrà il passaggio delle quote societarie da Sorical ai Comuni. Fra l’altro, il trasferimento del 40% delle azioni sembra non garantire il controllo analogo che la legge affida ai sindaci. Non si comprende, poi, come avverrà da parte di Sorical l’acquisizione di tutto il segmento della depurazione, così come dubbi operativi insistono sull’ipotesi di una riscossione affidata a Sorical (non si capisce se in house o attraverso una concessionaria esterna)».
«Per non parlare dei debiti ereditati da Sorical, sui quali permane il silenzio assoluto – ha proseguito –. Peraltro, oltre alla solita “annuncite”, si conferma un atteggiamento della giunta regionale che non è più tollerabile. Dall’inizio della legislatura, chiediamo che vengano rispettate le prerogative e i compiti del Consiglio regionale che, invece, vengono puntualmente calpestati. Su temi così importanti, serve un diverso tipo di concertazione e coinvolgimento, altrimenti il rischio è quello di andare avanti in maniera confusa e di dovere ripetutamente tornare indietro per procedere a continui aggiustamenti delle proposte di legge e dei provvedimenti successivi».
«Il Pd chiede, per l’ennesima volta – ha concluso – che il Consiglio torni ad essere il luogo istituzionale della discussione e del confronto e non sia più il semplice passacarte dell’esecutivo regionale. Inoltre, la “rivoluzione” che si vorrebbe produrre nel settore idrico, non può avvenire a freddo ovvero senza un preventivo coinvolgimento dei sindaci e dei loro organi di rappresentanza. Anche in questo caso, come è stato per i rifiuti, i primi cittadini, che hanno competenza sulla materia, sono stati messi di fronte al fatto compiuto, senza alcuna preventiva sinergia ed efficace concertazione». (rrc)