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Sanità

Giannuzzi: Cos’è stato fatto per risollevare la sanità calabrese?

Innocenza Giannuzzi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Catanzaro, ha chiesto, a seguito dell’arrivo della variante inglese del covid-19, che cosa è stato fatto per evitare la minaccia un nuovo lockdown.

«Non bastava il Covid-19 – ha detto – a mettere in ginocchio il mondo intero, ci stanno pensando ora anche le varianti del virus a peggiorare la situazione! In particolar modo, quella inglese negli ultimi giorni sta incutendo grande timore, a tal punto che, secondo il Cts, non basterebbe più l’Italia a colori, ma impelle un nuovo lockdown totale, esattamente come quello di marzo scorso, che ha completamente frenato ogni più minimo slancio di quotidianità».

«E qualora ciò dovesse riaccadere – ha aggiunto – cosa ne sarà della nostra Calabria? Ma, soprattutto, nel frattempo cos’è stato fatto perché ciò non si verificasse nuovamente? Beh, certo, sono stati installati gli ospedali da campo in questi mesi per salvaguardare la salute dei calabresi e fronteggiare un’eventuale nuova ondata».

«Nulla di più, a quanto pare – ha detto ancora Giannuzzi – viste le recenti dichiarazioni del commissario alla sanità Guido Longo. Un commissario nominato dopo una lungo e sofferto toto-nomi, abbandonato in una terra in cui il sistema sanitario è quasi inesistente, a fronteggiare le necessità di una regione in completa solitudine e senza uomini a supporto del suo operato. E per quanto concerne i vaccini? La campagna sta procedendo con troppa lentezza e la nostra regione è l’ultima, a livello nazionale, col 63% di dosi inoculate: su 104.370 consegnate, ne sono state somministrate, infatti, solamente 65.750. Come si può sperare di superare una pandemia con questi presupposti?».

«Forse – ha concluso – quello che è sfuggito ai più è che non poteva bastare un nome per risollevare il “caso Calabria”, ma idee da tramutare in fatti e azioni concrete, col supporto di una squadra che impiegasse tutte le proprie energie e la propria passione per ridare vita a questa terra dimenticata». (rcz)