Gli appuntamenti del Laboratorio delle Arti e delle Lettere – Le Muse di Reggio Calabria, proseguono con successo: questa volta, l’appuntamento si è spostato a Gioiosa Jonica, al Palazzo Comunale.
Lì, più di 50 soci de Le Muse si sono confrontati con il sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, l’assessore alla Cultura, Lidia Ritorto e i giovani della Pro Loco sul patrimonio storico-artistico della provincia di Reggio Calabria.
«Da vent’anni – ha dichiarato Giuseppe Livoti, presidente de Le Muse – nella programmazione dell’Associazione è parte integrante la conoscenza dei beni calabresi che, nel tempo, abbiamo cercato di scoprire o riscoprire cercando anche di valorizzare, promuovendoli, beni architettonici e culturali a volte sconosciuti».
Il sindaco Fuda, in apertura, ha messo in evidenza l’attuale suo operato, in interazione continua con il territorio così come testimoniano le numerose presenze in occasione anche del Fai con l’apertura di monumenti “poco visibili” ed ancora, come tutto dall’enogastronomia alle attività quali il ricco mercato domenicale, animano una zona ionica in grande ripresa ed inserimento nei circuiti delle cittadine virtuose della Calabria.
L’assessore alla cultura Lidia Ritorto, ringraziando Le Muse per il momento di scambio ed interazione, ha espresso la necessità di rendere la cittadina alla portata di turista: «stiamo operando in tale senso, e la visita dei soci Muse è anche occasione per fare circuito, proponendo un servizio guida che vede impegnati giovanissimi “obiettori di coscenza” nella qualità di guide esperte».
Suggestiva la visita partendo dalla storia sul nome di Gioiosa parola che pare sia quella che deriva dal greco Ghe (“terra”) e Eliose (“solatia”). Dunque “Geliosa” (o “Geoliosa”) vale a dire “terra solatia”, “città del sole” alla descrizione di Edward Lear, sul Diario di un viaggio a piedi nel 1847 la descriverà così: «Noi non abbiamo città al nostro paese così bellamente situate come Gioiosa. […] una grande e ben costruita città, sulla sponda ristretta del fiume…».
Ed ancora, la conoscenza di Palazzo Amaduri e della sua prestigiosa realtà museale con la parte archeologica greca direttamente dalla zona del Naniglio, la Pinacoteca con opere d’arte sacra in cui emerge tra le altre cose l’antico culto della Madonna di Polsi o la suggestiva sezione dedicata al mondo marino e floreale dello scultore Sacco.
Ricordato anche lo stile classico della chiesa dell’Addolorata, ed i suoi stucchi policromi opera dell’artista Francesco Gangemi di Cittanova e l’imponente artistico gruppo ligneo della Pietà (2,00 x 2,00) del 1862 dello scultore Giuseppe Cavaleri di Grotteria.
Aperta, per l’occasione, la settecentesca residenza del barone Macrì, oggi non più abitata ma, nell’attenzione dell’Amministrazione comunale viste le sue stanze riccamente decorate con pitture tardo ottocentesche e liberty e per l’assessore Ritorto fiore all’occhiello della Gioiosa “nobile ed imponente”.
Aperta anche per “Le Muse” la Villa romana del Naniglio, edificata verso la fine del I sec. a.C. che con gli scavi archeologici, condotti tra il 1981 e il 1986 da Alfonso de Franciscis, hanno posto all’attenzione per l’eccezionale stato di conservazione, la grande cisterna ipogea a tre navate, alla quale si accedeva in antico dal livello superiore per mezzo di una scala a chiocciola.
La copertura della cisterna è costituita da un insieme di volte a crociera, sorrette da otto pilastri quadrati disposti in due file. Lo scambio del gonfalone tra il presidente Livoti ed il sindaco Fuda ha sancito dunque, la cooperazione tra le due realtà attestando la passione e l’interesse per promuovere il “bello storico” che è patrimonio attivo e fattivo che va protetto e diffuso. (rrc)