Inclusività, condivisione, accessibilità al Patrimonio Culturale sono state le parole chiave che hanno caratterizzato l’iniziativa organizzata a Parghelia in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, a cura del Club per l’Unesco di Vibo Valentia e dalle Associazioni Aicem e MedExperience.
Protagoniste della serata, ospitata dall’amministrazione comunale di Parghelia e dalla Proloco, sono state le comunità Arbërëshe, degli Occitani e dei Greci di Calabria, minoranze linguistiche che nel territorio regionale hanno saputo e sanno ancora raccontare una storia secolare di tradizioni, usi, costumi che, seppur con fatica e sacrificio, continua a vivere nell’era della globalizzazione.
Ai saluti istituzionali rivolti dal sindaco Antonio Landro e dalla presidente della ProLoco, Cristina Anello, a nome dell’intera comunità di Parghelia, sono seguiti gli interventi di Linda Rombolà, vicepresidente Aicem, per richiamare l’attenzione dei presenti sul concetto di partecipazione alla conoscenza, ancor prima che alla valorizzazione del Patrimonio Culturale, intesa come diritto-dovere imprescindibile di tutti e ciascuno e quello di Maria Loscrì, presidente del Club per l’Unesco di Vibo Valentia e di MedExperience, incentrato sulla sfida che lo slogan Tutti inclusi!, lanciato per le Giornate Europee del Patrimonio 2021 porta con sé, in termini di crescita delle comunità, a partire da background culturali differenti, e soprattutto puntando sulle differenze, in senso lato, come elemento valoriale per eccellenza.
Pasquale Casile, vicepresidente dell’associazione Magna Grecia, ha introdotto il proprio intervento rivolgendosi ai presenti con un saluto nel greco di Calabria, la nostra lingua, la lingua dei nostri avi che permea di sé, ancor oggi, toponimi, parole del linguaggio corrente, ma anche detti e proverbi. «Non è solo lingua parlata, ma è soprattutto tradizione scritta che non può essere abbandonata!», sostiene Casile.
«Si può compiere il genocidio di un popolo – ha aggiunto – quando si pensa di poter scrivere con i caratteri latini, una parola greca». E ancora, conclude lo storico, «la cultura greca è accoglienza per eccellenza, è filoxenia, e nessuno è straniero in terra di Calabria perché noi Greci non vediamo nel mare un muro o un confine, ma vi vediamo un ponte».
Per il Centro Gian Luigi Pascale, la presidente Gabriella Sconosciuto, partendo da una riflessione storica circa la presenza occitana in Calabria, ha offerto un’ampia ed esaustiva presentazione della comunità guardiola, impegnata a trasmettere la lingua originale della comunità anche attraverso gli insegnamenti impartiti nella scuola primaria, in cui l’occitano è materia curricolare e fa media in pagella.
Guardia Piemontese è “Città europea della Riforma” e fra i 102 paesi che vantano il titolo, è l’unico centro per il sud dell’Italia. Il Museo della storia valdese ospita un raffinato laboratorio di tessitura grazie al quale vengono realizzati gli antichi e pregiati abiti della tradizione. Estremamente curata, anche grazie all’uso di tinture di origine naturale, i filati esposti in occasione della manifestazione a Parghelia. Non è solo ricchezza di storia e di tradizioni, quella dei Valdesi perché anche la Natura è stata estremamente generosa nel tratto di Appennino che degrada verso la costiera cosentina.
Paola Lentini, guida ambientalista ed escursionistica ha tracciato, con la voce emozionata di chi scopre il territorio percorrendolo ed esplorandolo, un unicum di biodiversità nei sentieri valdesi, caratterizzati dalla presenza di autentici “fossili viventi”, quali la felce bulbifera, risalente a circa 60.000.000 di anni fa e di cui esistente una importante stazione anche nel territorio vibonese di Spilinga, con oltre 200 specie registrate.
La comunità arbëreshe, la più numerosa in Calabria, è stata presente grazie all’intervento della presidente della ProLoco di Lungro, Rosa Carbone, la quale ha sottolineato l’importanza di un incontro congiunto delle tre comunità rappresentative delle minoranze linguistiche in Calabria, anche in vista di una futura programmazione condivisa di azioni di tutela e valorizzazione delle comunità stesse.
«Le previsioni normative di cui alla legge nazionale 482/99, recepite nella legge regionale 15/2003 non hanno ancora conosciuto l’aspettata e auspicata concretizzazione – ha sostenuto la presidente Carbone – rendendo certamente più complesse le azioni di salvaguardia del complesso patrimonio, materiale e immateriale, che denota le comunità delle minoranze linguistiche in Calabria».
L’intervento di Giuseppe Sommario, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha inteso porre l’accento sulle profonde perdite e le gravi lacerazioni che subiscono le tradizioni demo-etno-antropologiche, anche a seguito dei fenomeni migratori. I diversi anni di ricerche compiute dallo stesso in seno alle comunità dei calabresi residenti in Argentina e Canada testimoniano quanto sia di fondamentale importanza curare le occasioni di incontro e confronto, di condivisione fra passato e presente, fra culture, tradizioni e territori, ma soprattutto fra persone.
“Tutti inclusi!” è stato incontro fra persone, a Parghelia, fra comunità dialoganti, fra giovani ma anche adulti presenti in Calabria per il richiamo della propria terra di origine o per esperienze formative particolarmente attrattive, ma è stato anche luogo di superamento di distanze geografiche, in vista della conquista di una cittadinanza digitale piena e compiuta. (rvv)