di MARIA D’AMICO – In occasione del primo maggio, festa nazionale del lavoro, Calabria.Live ha incontrato Sasha Sorgonà, presidente giovani imprenditori di Confcommercio di Reggio Calabria, il quale ha espresso il suo punto di vista su diversi aspetti socio-economici, offrendo inoltre la possibilità di conoscere il suo percorso di crescita, timori e aspettative future.
Presidente giovani imprenditori di Confcommercio, fondatore di Fly App, musicista, compositore e direttore artistico del Top Club, quale di questi ruoli le appartiene di più?
«Mi sono laureato al Conservatorio ‘Francesco Cilea’ di Reggio Calabria e ho sempre sfruttato la mia formazione artistica applicandola nel campo dei locali notturni. Per il ‘Top Club’, che è una delle più grandi discoteche in Calabria, ideiamo il Brand ‘TopClub&Co,’ ampliando la struttura del locale e aprendo quelli che noi abbiamo definito dei ‘temporary clubbing’, ovvero dei locali modulari che, stagione dopo stagione, danno spazio a idee differenti di serate e mostre d’arte. Da qui sono nati: il ‘Sunset Boulevard’, il ‘Touch’, il ‘Frame’, il ‘Sideral’, collaborando con artisti di fama nazionale ed internazionale (Clementino, Los Van Van, Lampa Dread, Mark Morris, Pop X ed altri). Nel 2018 avvio la mia nuova startup ‘FlyApp,’ che altro non è se non un’intuizione derivata dalla gavetta nei locali notturni. Tutti questi lavori sono un amalgama di quella che è la mia formazione e soprattutto la mia passione. Probabilmente, il non essermi mai tirato indietro dall’assumermi delle responsabilità mi ha spinto a candidarmi in Confcommercio, spero di ripagare chi mi ha dato fiducia».
A ottobre è stato eletto Presidente giovani imprenditori, quali sono state le iniziative di cui sentiva la necessità di doversi occupare subito?
«Dal momento del ricambio ho intensificato il lavoro del gruppo convocando diversi consigli che hanno portato ad una pianificazione strategica e condivisa attraverso una diversificazione delle mansioni, al fine di snellire ed aumentare la produttività del gruppo. Così abbiamo creato delle macroaree tematiche:
- Relazioni esterne e rapporti con le istituzioni;
- Alternanza Scuola lavoro, formazione, avvio all’impresa;
- Valorizzazione del territorio, cultura e spettacolo, marketing.
Inoltre, tenuto conto del tessuto sociale ed economico, ho dato importanza a particolari temi quali ‘cooperare per innovare l’impresa’ e ‘rilancio delle attività per il territorio’, con particolare attenzione nei confronti dell’area periferica della città. A tal proposito stiamo lavorando alla redazione di un più ampio progetto denominato ‘Tour Periferie’.”
Che andamento di crescita imprenditoriale ha assunto Reggio? Ci sono segni tangibili di una crescita reale della città o siamo in balia di piccole meteore innovative che ci illudono su un progresso che stenta ad arrivare?
«Purtroppo l’ambiente imprenditoriale è depresso e sfiduciato. In generale la Calabria, seppur in modo timido, sta acquistato un appeal sempre maggiore in materia di investimenti soprattutto turistici, mentre, Reggio, continua a stentare. C’è anche una scarsa collaborazione con gli enti pubblici, che spesso sono lontani dalle reali esigenze delle imprese e anche quando elaborano qualche tipo di incentivo, non riescono a strutturare manovre significative per il rilancio dell’economia. Inoltre si sta tornando ad un clima di paura, il numero di attentati di stampo mafioso subiti da imprenditori nell’ultimo anno è impressionante ed allarmante. Anche e soprattutto in questo le istituzioni dovrebbero intervenire e fare quadrato».
Quali misure di intervento sono previste da Confcommercio ad oggi?
«Con Confcommercio cerchiamo di lavorare su più fronti, ci occupiamo di credito alle imprese, di fisco, di formazione e molto altro. Abbiamo attivi degli sportelli che si occupano di innovazione e servizi e, inoltre, abbiamo un importante funzione di relazione con i vari sindacati. Lavoriamo sul marketing territoriale, provando ad incentivare l’offerta turistica dell’area metropolitana di Reggio».
Ci sono ancora moltissimi giovani che decidono di trasferirsi all’estero, anche altrettanti uomini e donne in età più matura sono costretti a lasciare la propria terra, il tasso di emigrazione nel Meridione sembra essere destinato a crescere, pensa che questo fenomeno possa essere invertito nel giro di qualche anno? Come vede il futuro della nostra città o più in generale della Calabria? Pensa che le istituzioni stiano facendo il possibile per arrestare questa “fuga”?
«I numeri non sono dalla nostra parte, 180.000 giovani negli ultimi quindici anni hanno abbandonato la nostra terra. Le cifre si fanno ancora più allarmanti se si pensa a chi si è spostato senza ancora fare il cambio di residenza o comunque non lasciando tracce documentali. Da qui nasce l’esigenza di dover invertire questo trend, la vera piaga del Meridione non è l’immigrazione clandestina (che va certamente regolarizzata) ma piuttosto l’emigrazione, che porta allo spopolamento e allo stagno dell’economia di intere comunità».
Lei ricopre una molteplicità di ruoli che la mettono a contatto con i giovani in diversi contesti, dal fare impresa fino all’ambito ricreativo e artistico, che in realtà sono due facce della stessa medaglia, lei stesso ha definito questo settore “l’economia della notte”. Quali sono le qualità che riscontra maggiormente nei suoi concittadini? Entusiasmo e speranza nel miglioramento animano ancora la nostra terra?
«Entusiasmo e speranza sono dei sentimenti che la gente della nostra città ha per natura, ma per tirarli fuori ha bisogno di qualcuno che possa ricordarglielo. Noi dobbiamo essere quella miccia che fa scattare il fuoco. Un esempio al quale dobbiamo fare riferimento e prendere come modello è la ventata di energia che hanno portato i nuovi dirigenti della Reggina, attraverso importanti investimenti e voglia di puntare in alto. Questo dobbiamo fare: puntare in alto».
Di recente, ha rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva l’intervento immediato dell’amministrazione comunale per risolvere la situazione di completo dissesto in cui versa la zona di Mosorrofa, luogo in cui è sito il locale di intrattenimento di cui è titolare; quanto incide sull’economia locale la condizione in cui versa Reggio?
«Basti pensare che, mediamente, negli eventi di grossa portata il Top Club ospita gente proveniente da Calabria e Sicilia, facendo lavorare oltre 30 persone e soprattutto crea indotto per tutto il contesto vicino: bar, ristoranti, alberghi. Si può sviluppare un’idea di turismo concreta, fatta di investimenti e coraggio, ma è necessario che la parte politica si adoperi per garantire ai cittadini tutti quei diritti ‘minimi’ che in questo momento, per quel che riguarda le periferie, non sono affatto garantiti».
In cosa sono cambiate, negli ultimi anni, le attività di intrattenimento della cosiddetta “nightlife” proposte dalla città e come hanno risposto i cittadini a questi cambiamenti.
«Il mondo della notte è in continuo mutamento. Particolare attenzione va posta sul tema dell’abusivismo nel settore dei locali da ballo che, in Italia, vale qualcosa come 900 milioni, contro un fatturato di locali da ballo regolari che è 1,1 miliardi di euro. Questo si traduce, oltre che in una grande evasione, in divertimento non sicuro. Spesso si tende ad andare a ballare in posti che non hanno le licenze, perché per la loro natura e conformità spesso sono aziende che nulla hanno a che vedere con le discoteche, che invece propongono un’attività di intrattenimento danzate sicura nel rispetto delle normative vigenti. In questo anche i cittadini vanno sensibilizzati».
Cosa manca ancora a Reggio Calabria per poter offrire dei servizi di aggregazione all’insegna del divertimento che siano totalmente apprezzati dalla comunità?
«Manca una volontà d’intenti unitaria, bisognerebbe riscoprire la propria identità e rimboccarsi le maniche tutti insieme. Nonostante la situazione non sia certamente la più rosea, sono profondamente convinto che si possa crescere e che Reggio Calabria possa diventare, col tempo, una grande città apprensiva riguardo tematiche sociali importanti che permettano, tra le altre, di creare aggregazione giovanile». (mda)