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Giù le mani da Babbo Natale

di GREGORIO CORIGLIANO – Come, come? Babbo Natale non esiste? E chi l’ha detto? Dopo una vita, scopriamo che è una invenzione? Si è alzata una mattina una docente fiorentina e, fresca fresca, ha detto agli alunni attoniti: «chi di voi crede che Babbo Natale esiste?».

La notte prima della decisione di comunicare la sua verità ai ragazzi delle scuole elementari e medie, non avrà dormito, avrà avuto una indigestione, avrà litigato col marito, dopo aver spento la televisione ed essere andata a letto e le è scattato di dover dire agli alunni che Babbo Natale non esiste.

È da una vita che ci crediamo, che sappiamo della sua esistenza, che parliamo con lui per lettera, che gli chiediamo i regali e, adesso, fresca e pettinata, come si dice dalle mie parti, questa insegnante va dagli alunni e racconta loro la favola, questa sì, che Babbo Natale non esiste. E fino ad ora cosa a abbiamo visto, a cosa abbiamo creduto? Sono stati i bambini a riferirlo ai genitori e, addirittura, a rimproverarli: «è da anni che ci prendete in giro, la maestra ha detto che Babbo Natale lo avete inventato voi e ci avete imbastito la favoletta dei regali»!

Apriti cielo, giustamente. Lettere al dirigente, assemblee, come si è permessa la signora maestra di distruggere quello che poeti, scrittori e genitori di tutto il mondo hanno costruito da tutta la vita? E, quindi, discussioni su discussioni. Un trauma per i bambini di dieci anni ai quali è sembrato cascare il mondo, soprattutto perché è accaduto in questi giorni, quando in casa, si comincia a parlare del Natale, dell’albero, del presepio e, soprattutto dei regali.

Da dove arriva Babbo Natale? Gli dobbiamo scrivere una lettera o lo sa già leggendo nei nostri pensieri, il nostro benefattore di questo mese che porta col freddo, i regali scendendo dal caminetto e che gira il mondo viaggiando su una slitta carica di regali per piccini, bambini, ma anche grandicelli e che poi si siede per mangiare un culluriello, una zeppola, una pitta di San Martino? Perché ha dovuto, la maestra senza fantasia, rompere il secolare incantesimo? Chi l’ha autorizzata, come le è venuto in mente? Non è stata bambina, non ha ricevuto i regali, non ha mai scritto una letterina che dalle mie parti si metteva sotto il primo piatto del papà, la vigilia di Natale, accanto tutti i familiari, i parenti, i nonni, gli zii.

E al momento dell’apertura, solenne solenne, il genitore più che leggerla pareva declamarla e rinviava la consegna dei regali alla notte di Natale, quando i bambini eravamo a letto e trovavamo poi i regali chiesti sotto le coperte imbottite, specie quando non c’erano termosifoni e diavolerie varie. Ricordo che una mia zia, metteva i regalini vicino al braciere che si lasciava nella stanza più fredda, sistemato su quella ruota che faceva da poggiapiedi. Si può die che quella maestra di Coverciano dev’essere promossa al liceo, dove non ha più a che fare con i bambini o mandata negli uffici di quello che un tempo si chiamava Provveditorato agli studi. In altri posti, potrà fare altri danni, ma non rompere la magia della favoletta di Babbo Natale. Della quale i bambini hanno bisogno perché, poi, avranno tutto il tempo di occuparsi e preoccuparsi della realtà. E tutti quelli che abbiamo creduto, adesso che abbiamo saputo della lezione, gratuita e priva di senso della maestra fiorentina, cosa dovremmo dire, cosa dovremmo fare?

Prendere atto delle parole della maestra-non-maestra e ai nostri bambini parlare della guerra israelo palestinese o tra Ucraina e Russia, e lasciarli senza l’arrivo del vecchietto con la barba bianca, con la slitta carica di regali? “Papà hai aperto tu la porta quando è arrivato Babbo Natale, gli hai dato una zeppola con l’uva passa?” “Come faceva a sapere che quelli che ci ha portato erano i regalini che avevamo chiesto?” C’è magia superiore all’innocenza? Anche quando Babbo Natale portava cenere e carbone per i bambini che non erano stati buoni?

Si sta al mondo anche con i sogni, se non soprattutto. Strumenti fondamentali della crescita e della formazione, dice lo scrittore Marino Niola. Giù le mani dal Babbo Natale che porterà cenere e carbone alla maestra fiorentina e la farà trasferire all’archivio di quella stessa scuola, nella quale le sue colleghe porteranno i regali a quei bambini ai quali non è stata raccontata la nostra verità, la verità di sempre. (gc)