di PINO NANO – Va in pensione Giuseppe Nocito, che dopo 35 anni lascia la Sede Rai di Viale Marconi, quella che è stata la sua seconda casa.
Rimarrà indimenticabile il suo impegno nella costruzione della grande Teca Rai calabrese, un progetto in cui inizialmente ha creduto solo lui e che oggi è diventata la vera cassaforte della storia di una regione.
Alla cerimonia del commiato finale insieme al direttore della Sede Massimo Fedele c’era anche il vice caporedattore di Rai Calabria Livia Blasi e il Responsabile di Rai Senior Giampiero Mazza, che ha portato a Nocito il grazie e il saluto del Presidente Nazionale Antonio Calajò.
Tutti insieme gli hanno poi consegnato una pergamena ricordo come si faceva un tempo, prima ancora che la pandemia stravolgesse i riti e i ritmi tradizionali dell’azienda.
Classe1956, scenografo, documentatore, grande appassionato di cinema e di comunicazione nel 1984 Giuseppe Nocito diventa Assistente ai Programmi, dal 1984 al 1991 è assistente di Redazione, e dal 1992 è invece ufficialmente e a tutti gli effetti il vero solo Responsabile della Grande Audiovideoteca della Sede Rai della Calabria.
Fino a qualche giorno fa, e cioè fino al giorno in cui il direttore di Sede Massimo Fedele non lo ha salutato ufficialmente e lo ha ringraziato a nome di tutta l’Azienda Rai per il lavoro certosino svolto dal suo primo giorno di Rai, Giuseppe Nocito ha gestito nei fatti un patrimonio di immagini e di documenti filmati unico nel suo genere, certamente unico in Calabria.
Certamente l’uomo ha il grande merito storico di aver recuperato nei vecchi archivi di Via Montesanto, la prima sede fisica della Rai calabrese, decine e decine di documenti e di bobine cinematografiche di immenso valore antropologico e sociale, di averli salvati e archiviati in maniera scientifica, e che oggi per fortuna sono disponibili a chiunque, studiosi e appassionati, fosse interessato a visionarle nella nuova Sede di Viale Marconi.
Ma di cosa parliamo? Bene, parliamo – riconosce Giuseppe Nocito – del Patrimonio Audiovideoteca della Sede Rai della Calabria e che è tra i più interessanti del Paese, se non altro perché interamente “dedicato” all’informazione calabrese e alla storia sociale della Calabria di questi anni.
21.000 sono solo i Supporti magnetici; 10.000 le ore di trasmissione conservate; 300.000 le schede elettroniche di documentazione, e l’ 80% del Patrimonio Informatizzato nelle Banche Dati della Rai ricordiamo è fruibile attraverso il Catalogo MultiMediale (CMM), consultabile anche per gli utenti esterni attraverso “Teche Aperte”.
La suddivisione che Giuseppe Nocito ci fornisce di questo suo mondo così apparentemente “inaccessibile” ci dice molto di più.
Per la Testata Giornalista Regionale la Teca conserva: Tutti i Telegiornali andati in onda fino ad oggi (Edizione, meridiana, serale e notturna); Tutte le Rubriche, a partire da Cinsedo, Regione7 e Regioni Italia; Tutte le Tribune elettorali, Tutti gli Speciali e Tutti i Fuori Spazio trasmessi, naturalmente Tutti i numeri de “il Settimanale” e tutte le puntate di “Buongiorno Regione”.
«Fino al 16 dicembre 2015 – ricorda l’Uomo della Teca calabrese – ogni forma di archiviazione avveniva a mano e il tutto si conservava come documento cartaceo. Poi dal 2015 in poi è subentrato il Sistema Digitale con Archivio Elettronico TMAM che naturalmente agevola molto il lavoro della redazione.A questo natualmente si aggiunga l’eneorme mole di Materiale Grezzo legato ai servizi esterni e ai grandi eventi di tutti questi anni”. Mentre per la Struttura Programmazione invece, in Teca si possono reperire tutti i Programmi Televisivi dal 1979 al 1987, e tutti i programmi radiofonici della Rete Regionale dal 1979 al 1992.
Questo della Teca Rai è un mondo del tutto immaginifico, complesso, quasi fantastico, che prende vita ogni qualvolta si cerca un documento, o anche lo spezzone o il frammento di uno speciale o di un telegiornale, e se oggi la Teca che ci lascia in eredità Giuseppe Nocito è la grande realtà che in realtà è, il merito è davvero solo suo, per il grande lavoro certosino che questo giovane documentatore della Rai, perché in Rai è arrivato appena ragazzo, ha costruito per tutti noi.
Di lui ho un ricordo netto, ben definito: tu lo cercavi? Bene, lo trovavi sempre ed eternamente chiuso nella sua stanza, seduto alla sua scrivania, a centellinare esaminare e selezionare frame dopo frame, immagine dopo immagine, che regolarmente immagazzinava poi dentro il suo mega computer. Oggi tutto questo lavoro ha prodotto una sorta di “memoriale delle immagini della regione”, un patrimonio davvero immenso. (pn)