LA PESANTE DENUNCIA DEL CONSIGLIERE REGIONALE DAVIDE TAVERNISE (M5S): SONO 570 GLI "IMBOSCATI";
Un'infermiera al lavoro

SANITÀ IN CALABRIA: UFFICI PIENI, MA LE
CORSIE SONO IRRIMEDIABILMENTE VUOTE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sono almeno 570, tra medici e infermieri, a essere stati sottratti in tutto, o in parte, alle corsie ospedaliere e destinate a ruoli amministrativi. È quanto è emerso dal report Uffici pieni, corsie vuote realizzato e presentato dal consigliere regionale del M5S Davide Tavernise.

Dal report è emerso che almeno 62 sono le unità di personale sanitario impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto. Almeno 508 invece le unità di personale sanitario con inidoneità  certificata o idoneità con prescrizioni limitanti per lo svolgimento delle mansioni per la quale è stato assunto.

«Come si diceva – ha spiegato il consigliere regionale – il dato cristallizzato è parziale poiché molte Asp, dopo 7 mesi dalla prima richiesta, non hanno ancora fornito le infomarzioni. Le risposte sono arrivate dal Pugliese-Ciaccio, dal Mater Domini, dal Gom di Reggio Calabria e dall’Annunziata di Cosenza come Aziende Ospedaliere. Ha risposto anche l’Asp di Crotone e sono incompleti i dati forniti dall’Asp di Catanzaro. Nel conteggio mancano tutti i dati relativi  all’Asp di Cosenza, salvo lo Spoke di Corigliano-Rossano, e non esistono dati riguardanti tutta l’Asp di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria».

«Ma perché mai le Asp, nonostante i formali richiami – si è chiesto Tavernise – non hanno fornito i dati richiesti? Senza voler pensare male, la sensazione è quella che le stesse Asp disconoscano il fenomeno nella sua reale portata».

Dal report, infatti, è emerso come all’Asp di Catanzaro, per quanto riguarda il personale adibito ad attività amministrativa, ci sono tre dirigenti medici e due collaboratori professionali sanitari, 1 collaboratore professionale sanitario e 1 tecnico sanitario di radiologia medica. Il personale con inidoneità certificata, invece, sono 18, tra cui 4 tecnici sanitari di radiologia medica, 5 operatori socio-sanitari, 2 operatori tecnici, 1 tecnico ausiliario, 1 dietista e 1 odontotecnico.

All’Asp di Cosenza, tra il personale adibito ad attività amministrativa rispetto al ruolo per cui si è stati assunti, si contanto 3 dirigenti medici e 24 collaboratori professionali sanitari-tecnici sanitari, 18 infermieri, 3 operatori socio sanitari, 2 operatori tecnici 1 e ostetrica. Il personale con idoneità certificata (con giudizio di idoneità con prescrizioni limitanti, tali da impedire
lo svolgimento delle mansioni per le quali si è assunti, i cui dati sono stati estrapolati dall’elaborazione della documentazione ricevuta), conta 18 dirigenti medici, 81 collabotatori professionai sanitari -tecnici sanitari, 46 infermieri, 16 Oss, 1 farmacista, 4 ostetriche, 3 tecnici di laboratorio, 1 tecnico di elettrofisiologia, 2 tecnici sanitari di radiologia medica, 1 impiegato, 3 operatori tecnici, 1 magazziniere, 2 commessi e 1 centralinista.

Sempre sull’Asp di Cosenza, poi, è stato fatto un focus sulle prescrizioni: su 623 visite effettuate in poco più di nove mesi dal medico competente, si riscontrano i seguenti risultati:  352 idonei alla mansione specifica; 138 idonei con prescrizioni che non influiscono sullo svolgimento delle mansioni; 129 con una o più prescrizioni di varia natura, anche tali da impedire lo svolgimento delle
mansioni previste all’atto dell’assunzione; 4 con giudizio di idoneità non previsto.

Per quanto riguarda le prescrizioni limitanti, è emerso che sono 27 da adibire ad attività di tipo prevalentemente amministrativa e sedentaria;  11 tra infermieri e Oss da adibire ad attività ambulatoriale (con esclusione delle attività assistenziali);  46 da non impiegare in turni notturni; 35 tra infermieri e Oss da non impiegare nella movimentazione dei pazienti e nel sollevamento di carichi; 8 inidonei all’assistenza sanitaria diretta con i pazienti, in reparti e/o ambulatoriale; 2 tecnici sanitari di radiologia medica con prescrizioni sull’attività di radioesposizione; 18 da non impiegare in turni di reperibilità, tra cui 12 medici e 1 ostetrica;  9 da non impiegare in mansioni comportanti stazione eretta prolungata; 3 medici e 2 infermieri non idonei ad attività di emergenza-urgenza;  3 medici da adibire ad attività medica solo nell’area dei codici bianchi; 1 medico da non impiegare in attività che prevedono l’utilizzo di taglienti o pungenti; 1 medico non idoneo all’attività in sala operatoria.

Focus poi sul Gom di Reggio Calabria, dove è emerso che, sono 4 dirigenti medici, 4 infermieri, 2 infermieri che lavorano presso l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) Monitoraggio e Controllo Attività di Ricovero e 2 infermieri che infermieri lavorano presso l’Ufficio Formazione dell’Unità Organizzativa Complessa (UOC) Gestione Sviluppo Risorse Umane e Formazione sono impiegai in attività amministrativa, rispetto al ruolo per cui si è assunti. Il personale con inidoneità certificata, infine, conta 8 infermieri e 2 infermieri inidonei alle mansioni per 1 anno; 1 infermiere inidoneo alle mansioni per 3 mesi; 5 infermieri con giudizio “lavoratori fragili” per 1 anno.

All’Azienda Ospedaliero-Universitario “Mater Domini” di Catanzaro, è emerso come siano 5 i dipendenti che hanno avuto un cambio di profilo per inidoneità permanente e che rientrano tra il personale adibito ad attività amministrativa (o diversa dal ruolo per cui si è assunti), mentre sono 7 i dipendenti appartenenti al profilo sanitario che sono in possesso di relativa certificazione di inidoneità.

All’Asp di Crotone, 8 dipendenti sono stati interessati da atti di delibera/determina relativi a passaggi orizzontali. Inoltre, per quanto riguarda i giudizi di idoneità del personale sanitario, a livello Provinciale, all’Ospedale di Crotone su 763 ritenuti idonei, 157 lo sono con prescrizioni, 48 con limitazioni, 25 con limitazioni e prescrizioni e, infine, 66 non espresso.

Al Sub Distretto di Cirò Marina, 58 sono idonei, di cui 2 con prescrizioni, 4 con limitazioni e 10 non espresso. Al Sub Distretto di Crotone, 80 sono idonei, 3 con prescrizioni, 7 con limitazioni e 1 con limitazioni e prescrizioni, mentre 16 non espresso. Al Sub Distretto di Mesoraca, 48 sono idonei, mentre 2 con limitazioni e 7 non espresso. A Neuropsichiatria Infantile, solo 6 sono idonei, e 8 non espressi. Al Dipartimento di Prevenzione, 55 sono idionei, di cui 6 con prescrizioni, 1 con limitazioni e 6 non espressi.

Per il personale sanitario con rapporto convenzionato, alla data del 31/12/2022 la situazione è la seguente: Specialisti ambulatoriali e veterinari specialisti 34 con giudizio idoneo; 45 con giudizio non espresso. Medici continuità assistenziale (a tempo determinato e indeterminato) 47 con giudizio idoneo; 2 con giudizio idoneo con prescrizioni; 19 con giudizio non espresso.

Allo Spoke di Corigliano-Rossano, 3 collaboratori professionali sanitari, 1 tecnico di laboratorio all’Ospedale di Rossano e 2 infermieri dell’ospedale di Acri sono stati adibiti ad attività amministrativa, mentre 1 tecnico di laboratorio dell’Ospedale di Rossano è con inidoneità certificata.

Nel dossier, è emerso come a Corigliano ci sia una grave carenza di infermieri: sui 126 previsti, ce ne sono realmente 102. A Rossano più o meno la stessa situazione: sui 192 previsti, ne sono realmente presenti 164. Sommando i numeri, si ottiene che allo Spoke di Corigliano Rossano ci sono solo 266 medici contro i 318 previsti.

Facendo i conti, dunque (tenendo conto che la suddivisione delle categorie del personale è parziale) è emerso che il personale sanitario impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto in categoria e profilo professionale di appartenenza in totale sono 62, tra cui 10 medici, 25 infermieri, 3 Oss, 4 tecnici sanitari e 1 ostetrica. Tanti, troppi, il personale sanitario inidoneo: sono almeno 508, tra cui 18 medici, 105 infermieri, 21 Oss, l19 tecnici sanitari, 4 ostetriche e 1 farmacista.

«e pur parziale – ha detto Tavernise – comunque il dato manifesta tutta la sua importanza se si fa il confronto tra la dotazione organica della Calabria e quella in forza alla Liguria, regioni che presentano pressappoco la stessa popolazione: circa 14.832 è il personale impiegato nel 2020 in Liguria, 17.698 quello impiegato in Calabria. Al maggior personale impiegato in Calabria non corrisponde il servizio sanitario erogato in Liguria. Da cosa dipende, dunque, questo scostamento qualitativo rilevante nella prestazione sanitaria?».
«Il fenomeno dei medici imboscati – ha evidenziato – dà luogo primariamente a numeri fuorvianti: il personale sanitario “imboscato” risulta in pianta organica seppur esercita mansioni amministrative. E a nulla sono serviti ad oggi i proclami del presidente Occhiuto per cercare di risolvere il problema. Le sue buone intenzioni sono rimaste legate ad una sintetica dichiarazione verbale».
«Dal suo immobilismo, in qualità anche di commissario ad acta – ha continuato – prende forma la mia proposta di legge per iniziare a comprendere il fenomeno: proposta presentata nell’ottobre del 2022 che ad oggi non è stata neanche calendarizzata».
«Di quella legge – ha concluso – oggi voglio rilanciare tre proposte operative che spero Occhiuto voglia finalmente tenere in considerazione: Occorre una ricognizione completa del personale sanitario cosiddetto “imboscato”; le inidoneità siano valutate dall’Inps o comunque da un soggetto terzo; le inidoneità certificate portino ad una rivisitazione della pianta organica: chi non svolge la mansione di medico per inidoneità è necessario che venga conteggiato nel personale amministrativo e non quello medico». (rrm)