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Il 26 Luglio riparte la Scuola Estiva di Astronomia a Stilo e a Riace

Ritorna, dal 26 al 31 luglio, a Stilo e a Riace, la Scuola Estiva di Astronomia, giunta alla 26esima edizione dal titolo In ciascuna scienza la scrittura è stella piena di luce (Convivio). Sulle Orme di Dante un percorso didattico di Astronomia, Astrofisica, Cosmologia. 

Promossa dalla Società Astronomica ItalianaMinistero dell’IstruzioneDirezione Generale per gli Ordinamenti Scolastici  e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione, nell’ambito del Protocollo d’Intesa Mi/Sait, in sinergia con la Città Metropolitana di Reggio Calabria ed in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, la Scuola ha l’obiettivo di evidenziare il nesso tra lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ed il contesto storico e filosofico in cui tale sviluppo si colloca. Ci credono la Società Astronomica Italiana e la Città Metropolitana di Reggio Calabria impegnate da molti anni su questo versante, con l’attuazione di percorsi didattici a contenuto storico-scientifico, per l’inserimento della scienza in un contesto interdisciplinare. 

Nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, l’itinerario didattico della scuola sarà quello di sviluppare i temi tra scienza e letteratura. Il sommo Poeta, infatti, è stato, certamente tra i primi a utilizzare la “scienza” come motore trainante della sua narrazione e la Divina Commedia è l’esempio più lampante che non esistono barriere tra i diversi ambiti culturali. Dante è uomo del suo tempo, ne condivide i valori e il modo di pensare ma è, anche, uomo di scienza.

In un’epoca in cui il patrimonio della fisica aristotelica si mescola con la teologia, la filosofia, l’astrologia e l’alchimia, attraverso la lettura in chiave scientifica della Divina Commedia si può evidenziare che scienza e letteratura non sono mondi contrapposti, bensì entità che interagiscono dinamicamente e sono strettamente collegati alle personalità e ai periodi storici in cui questi operano. Dante non è solo figura colta che si adagia sulle conoscenze di Aristotele e Tolomeo, ma le fa proprie e le interiorizza dimostrando di essere un fine conoscitore dei fenomeni naturali. Oggi, la nostra conoscenza del cosmo e della natura è immensamente più vasta e dettagliata di quella dantesca, ma studi recenti dimostrano che la scienza intesa come razionalità osservazione dei fenomeni naturali trova i presupposti decisivi per il suo sorgere in senso moderno proprio nel Medioevo. 

La scuola intende da un lato proporre la dimensione scientifica della Divina Commedia e dall’altro evidenziare i presupposti che sono alla base del metodo scientifico. Il fondamento dell’indagine scientifica è lo stupore e la meraviglia, chissà Dante, con le sue capacità speculative con la “meraviglia” e senso del mistero che pervadono la sua opera, dove sarebbe arrivato se fosse vissuto nel ventunesimo secolo.  (rrm)