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Il Cammino dei Vulcani si ferma a Rosarno

Il Cammino dei Vulcani si ferma a Rosarno

di CATERINA RESTUCCIA«La Repubblica Nomade è uno spazio e un sogno in movimento dove le persone che scelgono di farne parte, o di attraversarlo, possono trovare un loro posto e dove il nomadismo diventa prefigurazione di un diverso modo di vivere e di stare al mondo. Il nostro percorso è cominciato alcuni anni fa, quando un gruppo di donne e uomini che non si conoscevano prima tra di loro hanno voluto sottrarsi al clima di ripiegamento esistenziale e di frustrazione, dominato dal lamento incattivito e inerte sull’esistente, e hanno attraversato l’Italia e l’Europa con una serie di cammini, eleggendo lo spostamento, l’invenzione, l’avventura e la traslocazione a linguaggio e messaggio irradiante». Si presentano così i camminatori incontrati e fermati a Rosarno sulla pagina del loro stesso sito: http://www.repubblicanomade.org/chi-siamo/.

Sono uomini e donne associati ed associate in “Repubblica Nomade”, un gruppo che nasce, appunto, per riappropriarsi, attraverso la strategia del cammino, del territorio o ancora meglio, viste le distanze delle numerose marce, per riappropriarsi di spazi sempre più vasti ossia di un pianeta terra ferito, violentato e bisognoso di cure e attenzioni umane più delicate.

Ogni cammino ha un obiettivo preciso, ha un itinerario con tappe perfettamente definite e motivate, in uno di questi cammini, l’ultimo in ordine di tempo, dalla definizione “Il cammino dei vulcani”, tracciando un percorso dal vulcano Vesuvio a quello dell’Etna, fanno fermate programmate in Calabria. Nella regione calabrese tra alcune soste significative quella a Montalto Uffugo, Limbadi, Rosarno, Seminara, ma ancora molte altre che hanno dato una diversa ed anche inaspettata fisionomia della nostra terra. Certamente ai camminatori rivoluzionari non potevano passare inosservate l’ospitalità e la filossenia dei calabresi, ma ancor non potevano rimanere essi sordi dinanzi a certe contraddizioni e certe fratture che sgomentano oggi come hanno sempre sgomentato un tempo. 

Tra le varie località hanno scelto Rosarno e una visita guidata ed illustrata presso il Parco Archeologico dell’Antica Medma, che, grazie al contributo volontario dei soci RoPAM ed all’autorizzazione straordinaria della Soprintendenza Archeologica della Calabria, ha dato ancora una volta l’immagine bella e suggestiva della sua storia magnogreca.

È Antonio Moresco la guida “spirituale” di questo gruppo, è un pensatore, un rivoluzionario pacifico, osservatore dei luoghi e degli uomini che li abitano ed è con questo atteggiamento che ci risponde quando gli chiediamo cosa è rimasto loro nello sguardo e nel cuore con le soste calabresi: «I nostri cammini sono dei cammini anche di conoscenza perché un conto è leggere i giornali locali, un conto è vedere camminando lentamente… per quanto riguarda la Calabria noi abbiamo già camminato in Calabria in senso contrario, cioè da Reggio in su e questa volta l’abbiamo fatta dall’interno verso il basso. La Calabria è una regione, insomma, che abbiamo evidentemente nei nostri cuori e muove sentimenti contrastanti».

«Da una parte – ha detto ancora – non si possono non vedere delle cose che addolorano e dispiacciono, che danno l’idea anche della difficoltà del territorio nelle zone di povertà e nelle zone anche di maggiore degrado, paesi che si vedono proprio andare in necrosi con pezzi di paesi abbandonati, con le case annerite, ragazzi che vanno via come fuga di cervelli. Ma abbiamo visto anche in questo contatto diretto continui episodi di solidarietà e anche di bontà d’animo da parte dei calabresi, addirittura due o tre volte in una stessa tappa persone che andavano nell’orto e strappavano gli ortaggi e ce li offrivano, gente che si preoccupava di portarci l’acqua. Questi gesti che sembrano banali, semplici, ci hanno permesso anche di vedere i tanti aspetti positivi della vostra terra».

«I calabresi sono gente buona, generosa, accogliente – ha proseguito –. E per quanto riguarda Rosarno, anche in questo centro abbiamo visto e trovato purtroppo del degrado, ma allo stesso tempo ci ha anche colpito molto la tappa nel Parco Archeologico, ci è sembrato quasi un mondo che contrasta notevolmente con il resto. Ascoltare anche quell’amore universale per la città, i racconti con uno sguardo più storico ci ha permesso di guardare oltre e di conoscere meglio quei popoli che hanno abitato quei territori, molte informazioni del tutto sconosciute ci hanno profondamente appassionati, interessati ed affascinati».

Conclude così e con le sue belle impressioni Moresco, che salutando nella tappa a Rosarno non esclude un ritorno per un prossimo cammino che faccia ancor più conoscere valori e virtù della terra calabrese e scoprire altre realtà del patrimonio storico della Calabria. (cr)