Il Comitato per i bambini e le madri dell’Ucraina, promosso dal Centro Agape di Reggio Calabria e altri 11 organismi tra Parrocchie, Associazioni e sindacati, ha aperto quattro sportelli di soccorso, assistenza e orientamento per i profughi presenti sul territorio comunale di Reggio Calabria.
Tali sportelli saranno pubblicizzati anche in lingua ucraina e curati dalla La Cooperativa Sociale Demetra, l’Ufficio Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova, dai patronati della Cgil e della Cisl che offrono i servizi di Ascolto con rilevazione dei bisogni, supporto nel disbrigo di pratiche amministrative e legali, guida alla fruizione del sistema integrato dei servizi sociali e sanitari del territorio, facilitazione linguistica e mediazione interculturale, Orientamento all’accesso scolastico e alle offerte formative.
Gli sportelli sono attivi presso la Sede dell’Agape, in via Paolo Pellicano n. 21H, previo appuntamento contattando nelle ore ufficio i seguenti numeri : 351.6059757 (Giusy) e 389.5245278 (Iryna -madre lingua ucraina),Presso il Centro d’Ascolto Scalabrini in Piazza Sant’Agostino, il martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12:00, dal patronato della Cisl di via Mazzini 7/b il Lunedì e Giovedì dalle 9.00 alle 12,30, tel.0965/615447/1961743, dal patronato Cgil via S. Lucia al parco 6/a il martedì dalle 15.00 alle 17.00 tel.0965/893505.
«Continuano ad affluire nella regione – si legge in una nota – i profughi in fuga dalla drammatica guerra in Ucraina con il loro carico di sofferenza e le loro richieste di aiuto e vicinanza. Attualmente sono circa tremila e duecento i profughi giunti in Calabria, di cui circa duemila bambini. In città sono circa 500 ucraini a fronte dei complessivi 700 presenti sull’intero territorio provinciale e nei prossimi giorni sono previsti altri arrivi.. Molti sono ricongiungimenti con familiari già presenti da anni a Reggio, ma non sono mancati i collocamenti in famiglie che si sono aperte all’accoglienza o in appartamenti generosamente messi a disposizione da privati».
«Da parte loro – continua la nota – alcune parrocchie ed associazioni di volontariato si sono mosse per garantire vitto e vestiario e le altre forme di sostegno e di accompagnamento indispensabili per aiutare i profughi ad ottenere il rilascio del permesso temporaneo di soggiorno, il codice fiscale, l’assistenza sanitaria, l’inserimento scolastico dei bambini. In relazione a tali problematiche la Protezione Civile, il Ministero dell’Interno, l’Asp ed il Tribunale dei Minori hanno già emanato una serie di disposizioni e decreti che non sono facilmente conoscibili dei cittadini ucraini (anche per le difficoltà connesse alla lingua) e che comportano alcune incombenze burocratiche (come, ad esempio, la scelta del medico di base, la richiesta del contributo previsto per ogni adulto e minore) che si rivelano complicate per chi si è visto dall’oggi al domani catapultare in una terra straniera e sconosciuta». (rrc)