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Giuseppe Aieta

Il consigliere Aieta: Riattivare iter per il superamento del precariato storico

Il consigliere regionale Giuseppe Aieta ha scritto al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giovanni Arruzzolo, affinché sia riattivato iter relativo alla proposta di legge Misure straordinarie straordinarie ed urgenti tese al superamento del precariato storico.

«Sono trascorsi – si legge nella lettera – tre mesi dallo scorso 29 dicembre 2020, giorno in cui il Consiglio Regionale, all’unanimità, ha manifestato la piena volontà a risolvere definitivamente la vicenda dei precari della ex Legge 12 del 07/07/2014. Da allora, a parte qualche timido segnale di apertura verso questi lavoratori, è calato il silenzio. Probabilmente per le polemiche che ne sono scaturite e rispetto alle quali non è difficile fare chiarezza ed agire in piena trasparenza. Perché se è vero che l’obiettivo dev’essere tutelare i precari è altrettanto vero che questa non può e non deve essere un’opportunità per i furbi».

«Pertanto – continua la lettera – credo che a tutela di tutti sia necessario coinvolgere nell’intero iter istituzionale le organizzazioni sindacali.
D’altra parte credo che non esista criterio più democratico, a garanzia di tutto il procedimento, che la presenza e la partecipazione delle O.o s.s., affinché ciascuna sigla possa esprimersi sull’iter procedurale seguito e da seguire a garanzia dei principi di trasparenza e correttezza che per primi i lavoratori chiedono».

«Le Commissioni – inspiegabilmente prima convocate e poi revocate – rappresentano – continua la lettera – la sede più appropriata dove poter chiarire ogni dubbio, manifestare eventuali riserve e individuare vie d’uscita in grado di dare risposta a quei lavoratori che hanno lavorato per anni in Regione Calabria e che ora aspettano una risposta. Risposta che abbiamo il dovere di dare a fronte di un impegno assunto all’unanimità in Consiglio regionale. Fuggire di fronte alle difficoltà non è mai onorevole per le Istituzioni che hanno il dovere di tutelare i diritti dei più deboli e, se ci sono furbi, non utilizzarli come alibi, bensì assumersi la responsabilità di sbarrare la strada a scorciatoie con nettezza e rigore». (rrc)